Il 25 aprile, festa della Liberazione, si racconta attraverso i film.
Cosa guardate alla tv sabato sera?
Al solito sono andata a sbirciare i palinsesti e tre film hanno colpito la mia attenzione, perché sono storici.
Premetto: amo questo genere o comunque quelli che raccontano qualcosa che è davvero accaduto, che ha lasciato il segno e che ha cambiato anche indirettamente le nostre vite.
Inoltre, oggi è sabato 25 aprile, festa della Liberazione.
Chiusi in casa per l’emergenza sanitaria, non è facile ricordare che questa data è per l’Italia significativa. Non ci sono commemorazioni di piazza e cortei che ci ricordano la fine della Seconda Guerra Mondiale e la Liberazione dai nazi-fascisti, eppure la data è quella e non va dimenticata.
Avremo certamente una carrellata di momenti e documentari in tv, ne sentiremo parlare al telegiornale, nonostante la nostra attenzione, in questo momento, sia ovviamente incentrata sull’emergenza Covid-19.
Il primo film in cui mi sono imbattuta è quello che andrà in onda su Rai Movie, alle 21,10, La notte di San Lorenzo, del 1982 di Paolo e Vittorio Taviani.
Siamo nell’estate del 1944 in piena Resistenza. I nazisti con l’avvicinarsi delle truppe Alleate ordinano a tutta la popolazione di riunirsi nel duomo. Temendo che sia una trappola, un gruppo di uomini, donne e bambini decide di fuggire. Andranno incontro agli americani che stanno arrivando dal sud.
L’altro film storico che sarà trasmesso su Tv2000 alle ore 21.25 è I Piccoli Maestri del 1998 per la regia di Daniele Luchetti, con Stefano Accorsi, Stefania Montorsi e Giorgio Pasotti.
E’ la storia di Gigi e Lello, Enrico e Simonetta, che nella primavera del 1944 decidono di unirsi ai partigiani. Si nascondono sui monti del Bellunese e poi sull’altopiano di Asiago. Ma la realtà è ben diversa dell’ideologia, dai sogni e dalle speranze che ognuno di loro nutre. Conoscono la paura dei rastrellamenti, la miseria e le crudeltà della guerra.
In ultimo, nella mia ricerca cinematografica, mi colpisce la mitica Sofia Loren ne La Ciociara, con l’altrettanto affascinante Jean-Paul Belmondo.
Un film del 1960 diretto da Vittorio De Sica, in onda su Rete 4 alle 21.20. La pellicola è un adattamento dello stesso De Sica e Cesare Zavattini tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia.
Racconta di Cesira e la figlia Rosetta che nell’estate del 1943, per sfuggire ai bombardamenti, si rifugiano a Sant’Eufemia di fronte alla valle di Fondi. Qui Cesira conosce Michele, un partigiano idealista che sarà presto catturato dai tedeschi.
Film datati, direte voi, certamente privi di effetti speciali o poco appetibili.
Per noi e per la memoria storica del nostro paese, tuttavia, avere dei film che ricordano ciò che davvero è accaduto, è importante per non dimenticare.
Nel 1945 la situazione in Italia era questa. Da cinque anni il mondo era in guerra per la seconda volta. L’Italia del Nord era occupata dall’esercito tedesco deciso a tener viva l’ideologia di Adolf Hitler, che dal 1939 aveva messo in atto la politica dello “Spazio vitale”: aveva invaso molti Paesi, dominando su tutta l’Europa e annientando chi riteneva fosse essere inferiore alla razza ariana, cioè gli ebrei, gli zingari, i disabili e gli omosessuali.
La Germania era alleata all’Italia di Benito Mussolini, che nel 1945 tentava di resistere con la Repubblica di Salò, sul lago di Garda.
Al Sud, invece, erano sbarcati gli Alleati ovvero gli americani e gli inglesi che avrebbero risalito la penisola cacciando i nazifascisti e “liberando” l’Italia.
La data ufficiale della Liberazione è dunque il 25 aprile del 1945. Ma se per il Sud e il Centro si può dire tale, al Nord si lotta ancora, perché i tedeschi e i fascisti non demordono e gli Alleati non sono ancora arrivati.
Così il 25 aprile diventa per l’Italia settentrionale anche la data che ricorda la Resistenza Partigiana. Cittadini, uomini e donne, che combatterono contro l’esercito nazi-fascista.
Le formazioni partigiane si costituirono, infatti, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e di militari a cui si aggiunsero operai, contadini e giovani: volevano la libertà!
Nascosti sulle montagne, aiutati dalle moltissime donne impiegate nella cosiddetta staffetta per cercare di portare cibo, armi e informazioni, l’esercito partigiano contava circa 300.000 persone.
Sono un’appassionata di pellicole storiche. Magari alcune sono più veritiere di altre, più intese o meno, ma credo che ci sia un gran bisogno di ricordare, attraverso i film, i momenti passati.
Credo, inoltre, che al di là delle date, che spesso non ricordiamo, studiare la storia significa soltanto una cosa: comprenderla per non commettere più gli stessi errori.
Sarah Pellizzari Rabolini
Sarah è un’insegnante e una scrittrice. Ha pubblicato poesie, racconti e romanzi (l’ultimo è R come Infinito). Ha partecipato a diverse antologie tra cui La Vita vista da Qui (Morellini Editore), è stata finalista di concorsi e premi letterari. Pratica la mindfulness ogni giorno e crede che scrivere sia una vera terapia per l’anima.
Scrivi un commento