Recensione, poster e trailer di Dio è donna e si chiama Petrunya, il film di Teona Strugar Mitevska al cinema dal 12 dicembre 2019.

Dio è donna e si chiama Petrunya poster film

La locandina italiana del film Dio è donna e si chiama Petrunya

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Gospod postoi, imeto i’ e Petrunija
REGIA: Teona Strugar Mitevska
CAST: Zorica Nusheva, Labina Mitevska, Simeon Moni Damevski
DURATA: 100 min.
DATA DI USCITA: 12 dicembre 2019
DISTRIBUZIONE: Teodora Film


RECENSIONE

Disillusa dalla vita e senza un lavoro, la giovane Petrunya si ritrova per caso nel mezzo di una cerimonia religiosa per soli uomini: una croce di legno viene lanciata nel fiume e chi la recupera avrà un anno di felicità e prosperità. A una donna non è concesso questo lusso. Eppure sarà proprio Petrunya ad afferrare la croce per prima…

La protagonista del film Dio è donna e si chiama Petrunya - Photo: courtesy of Teodora Film

La protagonista del film Dio è donna e si chiama Petrunya – Photo: courtesy of Teodora Film

Presentato al Festival di Berlino e poi in anteprima italiana al Torino Film Festival, arriva nelle nostre sale il 12 dicembre Dio è donna e si chiama Petrunya della regista, sceneggiatrice e “femartivist”macedone Teona Strugar Mitevska.

Femminista attivista e artista, si definisce così Teona, voce più che originale del panorama europeo. Nessuna retorica, in Petrunya. Ironia, spontaneità, satira, dramma, denuncia sociale, tutto perfettamente dosato ed equilibrato. La protagonista, ottimamente interpretata da Zorica Nusheva, che infonde al personaggio un’autenticità rara, vive un’esperienza un po’ per caso un po’ per destino.

Si sa che quando siamo bloccati in una situazione ormai obsoleta per noi e tocchiamo il fondo, il cosmo si mette all’opera per fornirci un’occasione. Petrunya non ci pensa due volte, e questa occasione la afferra, ritrovandosi così a lottare contro lo Stato e la Chiesa, contro la famiglia, gli amici, contro la supremazia maschile, contro la superstizione. Questo la rende una moderna anti-eroina, e il suo arco di trasformazione ne è la prova.

Una scena del film Dio è donna e si chiama Petrunya - Photo: courtesy of Teodora Film

Una scena del film Dio è donna e si chiama Petrunya – Photo: courtesy of Teodora Film

Da succube, mesta, passiva e remissiva, nel corso della storia Petrunya diventerà un’amazzone, combattiva e determinata. Anche le sue imperfezioni fisiche, scena dopo scena, diventano forza, non più debolezza. Ma non solo, perché Petrunya riuscirà anche a mettere in discussione una tradizione dei paesi ortodossi a cui le persone credono e si affidano ormai solo per abitudine, in una irrazionalità che sfiora il surreale.

Molto interessante la coppia dei due reporter che seguono la vicenda per la tv locale, in particolare affascina e convince la figura della giornalista (interpretata dalla sorella della regista, Labina Mitevska). Anche lei vive una trasformazione interiore, e se all’inizio del film il suo unico interesse è essere finalmente la protagonista di un grande scoop, alla fine capisce molte cose di se stessa, della sua situazione e del mondo che la circonda, un mondo reale, non fruito sempre e solo attraverso uno schermo. Ma tutti i personaggi hanno una loro caratterizzazione; divertono i genitori e le persone che popolano la caserma di polizia dove Petrunya è costretta a passare la notte.

Dio è donna e si chiama Petrunya ha il pregio di trasformare un fatto di cronaca in una riflessione importante e necessaria sull’ipocrisia, sulla difficoltà di essere se stessi e far valere le proprie idee, la propria individualità e la propria dignità. Merita di essere visto.

Margherita Giusti Hazon


TRAILER ITALIANO