Recensione, poster e trailer de Le Verità, il film di Hirokazu Kore-eda al cinema dal 10 ottobre 2019.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Hirokazu Kore-eda
CAST: Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke
DURATA: 107 min.
DISTRIBUTORE: Bim Distribuzione
DATA DI USCITA: 10 ottobre 2019
RECENSIONE
Fabienne è una diva del cinema francese al crepuscolo della sua carriera. Quando pubblica la sua autobiografia, la figlia Lumir torna a Parigi da New York: ma l’incontro tra le due donne si trasformerà velocemente in un confronto/scontro fra verità, bugie e cose mai dette.
Dopo il poetico, delicatissimo e cupo Un affare di famiglia (2018), Kore-eda torna a indagare la famiglia, ma questa volta lo fa in suolo europeo, con la collaborazione di tre colossi della settima arte: Catherine Deneuve, Juliette Binoche ed Ethan Hawke.
Il risultato però, per quanto raffinato ed esteticamente ineccepibile, non raggiunge i livelli della sua precedente filmografia. Se con il suo penultimo piccolo gioiello era riuscito, grazie a una maestria formale e a una padronanza della narrazione, a raggiungere livelli di poesia altissimi e, al contempo, realizzare un crudo e lucido affresco sociale, morale e filosofico di una porzione di mondo, con Le verità sembra incasellarsi in binari già solcati e poco profondi.
Cosa rende una famiglia una famiglia? La verità o le bugie?
Questa la domanda da cui si snoda il tema del film, che si ispira a una pièce che Kore-eda aveva scritto nel 2003, ambientata nel camerino di un’attrice al crepuscolo. Qui il camerino diventa una casa, una villa parigina, circondata da un giardino che poi è una prigione, reale ed emotiva. Una prigione per Fabienne, che forse non avrebbe neanche mai voluto avere legami; per Lumir, che è sempre stata al secondo posto; per il marito, che metaforicamente è diventato una tartaruga che non può fuggire mai per davvero, e per Luc, maggiordomo affettuoso mai ricambiato.
Una prigione che muta con il passare dei giorni, l’autunno sulle foglie si trasforma in un inizio d’inverno, ma i rapporti umani non sembrano sciogliersi neanche quando le cose non dette diventano parole. Fabienne è l’unica regina del suo regno, un regno che non concede spazio ai sentimenti e che fra essere una brava madre o una brava attrice impone la seconda opzione.
Ma Kore-eda quasi non si mostra, rimane fuori di scena, in punta di piedi come se stesse toccando una materia che non ha il diritto di maneggiare, sporcare, rivoltare.
Raffinati i richiami, le contraddizioni “a cerchio” e le similitudini di cui è costellata la sceneggiatura, ma alla fine tutto risulta quasi ripetitivo, trattenuto, come la protagonista del film: l’emozione non arriva, manca quel pessimismo e quella lucidità con cui Kore-eda è solito tratteggiare gli esseri umani che popolano le sue opere. In particolare a deludere più di tutti è il personaggio interpretato da Ethan Hawke, quasi sprecato in un ruolo poco indagato e ridotto a figura di contorno del tutto ininfluente. Magistrale Catherine Denueve.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE ITALIANO
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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