Recensione e trailer italiano de Il Mostro di St Pauli, il film di Fatih Akin al cinema dal 29 agosto 2019. 

La locandina italiana del film Il Mostro di St. Pauli

La locandina italiana del film Il Mostro di St Pauli

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: der goldene Handschuh
REGIA: Fatih Akin
CAST: Jonas Dassler, Margarete Tiesel, Katja Studt
DURATA: 115 min.
DATA DI USCITA: 29 agosto 2019


RECENSIONE

Tra il 1970 e il 1975, il solitario alcolizzato Fritz Honka (Jonas Dassler, Opera Senza Autore) divenne l’incubo di St. Pauli, quartiere a luci rosse di Amburgo.
In quel periodo uccise almeno cinque prostitute, sezionando e conservando i loro corpi in decomposizione negli anfratti del suo sudicio appartamento.
Dai primi episodi psicotici di Honka fino alla sua cattura, passando per i deboli, incerti tentativi di riadattamento sociale, il controverso film del regista amburghese Fatih Akin (La Sposa Turca) si immerge in una delle menti più disturbate della storia europea. E ci costringe a seguirlo.

Una scena del film Il mostro di St. Pauli - Photo: courtesy of BIM Distribuzione

Una scena del film Il Mostro di St. Pauli – Photo: courtesy of BIM Distribuzione

Alla scorsa Berlinale, nel bene e nel male, non si era parlato d’altro: arriva finalmente nei nostri cinema Il Mostro Di St. Pauli, con la fama di film più ributtante della rassegna e leader incontrastato della classifica delle uscite dalla sala di critici e spettatori.

Titolo originale Der goldene Handschuh, il guanto d’oro, nome del pittoresco (per usare un eufemismo) bar di Amburgo dove il serial killer Honka passava le sue vacue giornate e adescava le sue vittime.
Titolo italiano banale invece, ma che mette perlomeno in chiaro la natura del protagonista: un mostro nelle gesta e anche nelle fattezze, grottesche e vicini alla deformità, caso squisitamente lombrosiano di coincidenza tra quello che c’è fuori e quello che c’è dentro.

La firma d’autore di Akin (vincitore proprio dell’Orso d’Oro a Berlino nel 2004 con La Sposa Turca) crea un affresco cinematograficamente smagliante, il ritratto nauseabondo e maleodorante di una aberrazione vivente.
Il protagonista del film Il mostro di St. Pauli - Photo: courtesy of BIM Distribuzione

Il protagonista del film Il Mostro di St. Pauli – Photo: courtesy of BIM Distribuzione

Attirandosi critiche tendenziose e infondate, come quella di empatizzare col killer (?), il regista coglie in realtà le sfaccettature meno banali e prevedibili del protagonista, riservando tra l’altro uno spazio non eccessivo agli omicidi, ma rilevando dettagli più subdoli (ma non per questo meno cruciali), come il collage di materiale pornografico “strategico” a fare da tappezzeria o le disordinate tecniche “seduttive” di Honka, o ancora allargando il campo, per sviscerare il problematico viscoso substrato sociale dell’Amburgo anni settanta.

Il Mostro di St. Pauli è un elegante compendio del marcio, sia concettuale che letterale, che rimane. E che, pur nella sua natura autoriale, è meglio regalarsi a stomaco vuoto.
Un funesto – ma sontuoso – incrocio tra il melodramma sacro di Fassbinder e quello profano di Buttgereit.

Voto: 8/10

Luca Zanovello


TRAILER UFFICIALE ITALIANO