Intervista a GASPAR NOÉ all’anteprima del film CLIMAX

La nostra video-intervista a Gaspar Noé durante la presentazione milanese di Climax, il film nei cinema dal 13 giugno 2019. 

La locandina italiana del film Climax

Una scuola abbandonata, in cui un gruppo di ballerini si esercita. Fuori il gelo di una nevicata, dentro il calore pulsionale di corpi che si muovono al ritmo dei suoni techno-elettronici di Moroder, Aphex Twin, Daft Punk, Gary Numan, Soft Cell.
Qualcuno versa della droga nella sangria, il raduno degenera mettendo a nudo le furie e le paure dei presenti, nell’escalation di una notte che diventa un enorme, autolesionistico rave.

E’ il Climax (qui la nostra recensione) di Gaspar Noé, presentato a Cannes 2018 e finalmente dal 14 giugno 2019 sui nostri schermi, un film che il regista argentino e francese di adozione racconta alla stampa a Milano presso Fondazione Prada.

Un momento dell’intervista a Gaspar Noé a Milano – Photo: MaSeDomani

Un’opera che inizia con una dedica particolare, quella “A coloro che ci hanno fatto”, che Noé definisce un riconoscimento non solo ai nostri nonni e genitori, quelli che ci hanno creati fisicamente, ma soprattutto a quelle figure che ci hanno costruito mentalmente: professori, artisti, colleghi.

In Climax Noé esplicita questo tributo incorniciando subito lo schermo con una pila di vhs, un pantheon personale che va da Querelle e Il Diritto Del Più Forte di Fassbinder a Possession di Zulawski, da Salò di Pasolini a La Maman Et La Putain di Jean Eustache, da Angst di Kargl a Vibroboy. E poi ancora Lynch, Romero, Anger e Hara-Kiri, compendio video del “papà” di Charlie Hebdo.

Un momento dell’intervista a Gaspar Noé a Milano – Photo: MaSeDomani

E’ l’unico momento autobiografico di Climax, sono opere parte del mio universo, che mi hanno condizionato ed ispirato tra gli anni settanta ed ottanta”.

Poi il regista scherza, chiedendo ai presenti: “Vi hanno mai messo la droga nel bicchiere? In Francia ogni tanto capita…”. Una Francia che ricorre in Climax, anche in vessilli appesi in bella vista nell’unica, labirintica location del film, immaginata da Noé come un edificio abbandonato in cui in passato si sarebbero riuniti “gruppi di estrema destra, nazionalisti, ma anche fanatici religiosi, oppure boy scout!”.

Un’inquietudine che monta, negli androni e nei corridoi di un luogo che presto diventa il teatro di una giungla fatta di danze acrobatiche e sincopate.

Una scena del film Climax – Foto: ufficio stampa

Protagonisti, dei veri ballerini scelti con cura per le loro capacità di danza, al posto di attori professonisti. Uniche eccezioni sono Sofia Boutella (Star Trek: Beyond, Kingsman: Secret Service) e Souheila Yacoub: “La presenza di queste due attrici ha aiutato il resto dei ragazzi, ai quali ho dato modo di essere essenzialmente loro stessi. Del copione ho scritto poco o nulla, la considero una grande forza di questo mio periodo artistico, l’improvvisazione ha un ruolo essenziale”.

Essenziale, nel cinema di Noé, è anche il legame tra l’amore, il sesso e la morte: “Senza paura della morte, la vita sarebbe noiosa. Se siamo in grado di trarre piacere e godimento dal momento, è perché sappiamo che improvvisamente potremmo ammalarci, scoprire di avere un cancro o l’Alzheimer. Vedo l’atto sessuale come un modo per sentirci vivi, e questo desiderio di vitalità deriva dalla consapevolezza e dalla prospettiva della morte. Del resto, un funerale è molto più interessante di un matrimonio: il primo è molto più sentito, più vero.”

Un momento dell’intervista a Gaspar Noé a Milano – Photo: MaSeDomani

Noé spiega poi uno dei suoi marchi di fabbrica, vale a dire i titoli di coda “anticipati”.

Sono la parte più noiosa del film, li detesto. Prima degli anni settanta, il film si chiudeva semplicemente con la parola FINE. Lo spettatore usciva dal cinema e il film rimaneva vivo dentro di lui. Leggere degli interminabili titoli di coda invece smorza l’effetto, così io me ne sbarazzo subito. Lo ha fatto anche Godard in Cura La Tua Destra…, è il primo caso simile che mi viene in mente…

E a chi gli chiede per l’ennesima volta della sua ricerca dell’immagine cruda e della volontà di scioccare l’audience, Noé replica secco: “Non penso mai al pubblico e alla sua reazione, nemmeno in questo caso. La mia idea era quella di fare un film sulla danza, che è un mondo che ammiro e che mi interessa. Climax non è un film programmaticamente scioccante.”

Il regista Gaspar Noè sul set del film CLIMAX – Foto: ufficio stampa

Infine ironizza: “Quando l’ho presentato a Cannes ero convinto di aver fatto un film serio, un po’ come Dreyer o Kubrick, ma i selezionatori mi hanno detto ancora una volta che il risultato era invece divertente e bizzarro, forse perché dall’esterno ormai mi vedono con questa etichetta. Un giorno magari farò un film ambientato in un ospedale psichiatrico, con protagoniste persone sull’orlo del suicidio. Forse quel giorno avrò realizzato finalmente il mio film serio”.

Luca Zanovello

Ecco la video-intervista di MaSeDomani a Gaspar Noé, in cui il regista ci racconta in esclusiva come sono nati e come si sono sviluppati alcuni elementi narrativi e stilistici di Climax:

n.d.r. Qualora non visualizzaste i sottotitoli, li trovate nella barra dei comandi vicino al simbolo delle impostazioni

 

si ringrazia l’ufficio stampa per l’opportunità 


TRAILER UFFICIALE ITALIANO


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