Poster, recensione e trailer del film biografico Il Traditore, in concorso a Cannes e nei cinema dal 23 maggio 2019.
SCHEDA FILM
REGIA: Marco Bellocchio
CAST: Pierfrancesco Favino, Luigi Lo Cascio, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane
DURATA: 148 min.
DISTRIBUTORE: 01 Distribution
DATA DI USCITA: 23 maggio 2019
RECENSIONE
Il primo grande pentito di mafia, il “Boss dei due mondi” Tommaso Buscetta, controverso personaggio che ebbe un ruolo cruciale nel maxi processo a Cosa Nostra e che cambiò le sorti del rapporto fra Stato e criminalità organizzata. Dalla Sicilia degli anni ‘80, al rifugio e poi all’estradizione dal Brasile, fino alla decisione di collaborare con la giustizia, e poi la strage di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone e la sua scorta.
Non è la prima volta che Marco Bellocchio si cimenta con i grandi drammi storici e politici della nostra contemporaneità. Il Traditore – unico film italiano presentato in concorso al Festival di Cannes – è un film molto personale, ma al contempo cerca in tutti i modi di essere oggettivo.
Personalissimo nelle luci, nei colori caravaggeschi che ancora una volta ritornano, nei primi piani, nelle immagini fisse, nel poco uso del contro campo. E nei momenti onirici, nelle “visite” dei propri fantasmi, che rappresentano le sequenze più intime ed emozionanti, nell’ossessione per la presenza ingombrante della famiglia, nel bene e nel male.
L’autorialità qui però scende a compromessi con il commerciale. Bellocchio strizza l’occhio alle serie tv con inserti visivi e musicali molto pulp e con alcune scene ad impatto emotivo davvero forte. Alla fine i 148 minuti scorrono senza quasi accorgersene, il cambio di registro è continuo, e Pierfrancesco Favino regge dall’inizio alla fine il peso del mattatore. Vittima di continue metamorfosi (riuscite), regala un’interpretazione degna di nota che rispecchia le contraddizioni, le bugie, i dubbi, i sogni di un uomo che ha vissuto da esule tutta la vita.
Un film complesso proprio come il suo protagonista, fin dal titolo: chi è il traditore? Bellocchio si pone la domanda e non si dà la risposta.
La risposta sono le dichiarazioni di Buscetta: che non si è mai considerato un traditore, un pentito, un infame. È stato lui ad essere tradito da Cosa Nostra, che prima del business dell’eroina aveva dei valori, valori veri come il rispetto della famiglia, delle donne e dei bambini. Il rapporto con Giovanni Falcone (interpretato da Fausto Russo Alesi) non è molto approfondito però è descritto attraverso piccoli dettagli importanti a livello di sceneggiatura, come il fatto che Buscetta solo con lui parli un italiano pulito e comprensibile, perché il bisogno di essere apprezzato è grande, anche a costo di mentire.
La mano di Bellocchio è insieme leggera ma decisa. Il film si dipana in modo lento, per fare in modo che lo spettatore possa far sedimentare, possa porsi delle domande, possa introiettare dentro di sé quei tempi estenuanti delle confessioni, dei processi, delle cose non dette.
Le sequenze del processo rendono alla perfezione la situazione surreale e quasi pornografica dei silenzi e delle sceneggiate mafiose. Scene lunghe che raccontano il circo a cui giudici, giornalisti, pubblici ministeri, avvocati hanno assistito.
Ma il momento più inquietante di tutti rimane quello che ha per protagonista il processo ad Andreotti, che non a caso Bellocchio mette in scena in mutande (nel senso letterale, la prima volta che compare si sta facendo realizzare un abito e quindi è in desabille). Ma questa storia ce l’ha già raccontata Paolo Sorrentino, e sappiamo tutti come va a finire.
Il Traditore alla fine è anche un film filosofico, un film sulla morte, la morte che arriva per tutti, la morte che arriva e basta. Morire è un po’ come giocare al gioco delle sedie. Morire nel proprio letto è la massima aspirazione, la vera vittoria. Vittoria che alla fine Buscetta otterrà, ormai vecchio, malato, sempre più ossessionato da una vendetta in arrivo, nella sua casa a Miami.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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