La recensione di Maria Regina di Scozia: due donne forti al centro della storia, due attrici formidabili al centro della scena.
Al cinema dal 17 gennaio 2019.

La locandina italiana del film Maria Regina di Scozia

La locandina italiana del film Maria Regina di Scozia

Il cinema è da sempre attratto dalle biografie di Re e Regine, così come Ulisse dall’irresistibile canto delle sirene. Il temperamento ardito di Elisabetta II, i capricci leggendari della sfortunata Maria Antonietta e la subitanea follia di Giorgio III, sul grande schermo incarnano realtà più intense e vitali di un mero e polveroso personaggio storico. Le luci e le ombre della corona sono un’inesauribile fonte di ispirazione per raccontare le straordinarie quanto umane, troppo umane vicende di un prescelto in cui converge quella incandescente facoltà divina che tutti bramano e per cui si è disposti a intrepide e sanguinose battaglie: il potere assoluto.

Maria Regina di Scozia, il biopic a sangue blu di Maria Stuarda e di Elisabetta I d’Inghilterra, non solo mette al centro del discorso gli immensi oneri e onori di una nobile stirpe femminile ma pone in primo piano l’altissimo tributo che paga, più di tutti e di tutto, l’essere la sola donna al potere in un universo in cui ogni cosa è declinata al maschile.
Margot Robbie in una scena del film Maria Regina di Scozia - Photo © 2018 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED

Margot Robbie in una scena del film Maria Regina di Scozia – Photo © 2018 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED

Questa lucida ed efficace visione femminista – nell’accezione più sana del termine – accompagna il debutto registico della britannica Josie Rourke, dall’eccellente passato teatrale, mettendo in scena con forte volontà filologica e una non comune padronanza della macchina da presa, i noti destini di due regine che si contesero il medesimo regno.

Dopo la prematura morte del marito Francesco II Re di Francia, l’appena diciottenne Maria Stuarda ritorna in Scozia, di cui è regina fin dalla nascita. Coraggiosa, audace e molto intelligente, da subito è invisa sia dai suoi dignitari cattolici, che non vedono di buon occhio la tolleranza con cui ha accolto la nuova religione calvinista, sia dagli stessi protestanti, che le preferiscono la cugina Elisabetta I d’Inghilterra. Il rapporto di sangue tra le due sovrane ben presto, per motivi personali e soprattutto per ragion di stato, si deteriorano. Maria Stuarda viene accusata di tradimento e segregata per anni, fino alla sua decapitazione, avvenuta nel 1587.

Saoirse Ronan in una scena del film Maria Regina di Scozia - Photo © 2018 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED

Saoirse Ronan in una scena del film Maria Regina di Scozia – Photo © 2018 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED

Nel film, lo scontro tra personalità e fedi religiose si trasforma in un conflitto intimistico. Tra la giovane, passionale e feconda Maria, che ama liberamente e in modo sprovveduto un uomo menzognero, e la bellezza offuscata e resa sterile dal vaiolo di Elisabetta I.

Due anime dilaniate tra il desiderio di dominio, forte come e più di un Re, e quel fare i conti con la solitudine e l’impossibilità di realizzare, a pieno, l’essere madre, moglie e donna. La speranza di armonia è nelle fragili braccia di un bambino, il futuro Giacomo VI Stuart che, dopo la morte di Elisabetta I, sua tutrice in sostituzione della vera madre, Maria, salirà al trono unificando i due regni.

Se le parti più suggestive si rintracciano nell’elaborato protocollo reale e nel rapporto con la natura livida e selvatica delle coste britanniche, splendidamente valorizzati dalla fotografia di John Mathieson (candidato agli Oscar per Il gladiatore e Il fantasma dell’opera), il film perde tensione nei momenti in cui ricostruzioni fantasiose e romantiche di dialoghi e fatti sembrano prendersi più di un’artistica concessione.

Jack Lowden e Saoirse Ronan in una scena del film Maria Regina di Scozia - Photo © 2018 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED

Jack Lowden e Saoirse Ronan in una scena del film Maria Regina di Scozia – Photo © 2018 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED

Il valore aggiunto, evidente fin dalle prime sequenze, è nella intelligente scelta del cast in cui spicca, nel duello dialettico di due interpreti eccellenti che donano ai loro personaggi sostanza e psicologica intensità il vivace profilo di Jack Lowden (Dunkirk) nei panni del seduttivo e bieco cialtrone Lord Darnley.  

Saoirse Ronan, dopo il successo dell’insipido Lady Bird, regala al ruolo di Maria un ardore non comune, che contrasta in modo perfetto con la sua bellezza eterea e distante. Nonostante l’inarrestabile ascesa di giovane star del momento soccombe di fronte a Margot Robbie (I, Tonya). Difficile riuscire a trovare un difetto o una sbavatura alla sua interpretazione. Una Elisabetta I non di acciaio come quella di Cate Blanchett ma ferocemente fragile e risoluta, che cade in pezzi di fronte alla malattia, all’impossibilità di essere madre e moglie. Nel suo viso e sguardo si coglie tutta la straziante rinuncia a sé stessa per essere sovrana, nascosta dal volto dipinto di bianco virginale e dalle mani coperte di metaforico sangue. Una prova d’attrice che avrebbe meritato una candidatura agli Oscar ma che la proclama, senza indugio, la vera, assoluta regina del film.

Silvia Levanti