Torna la grande arte al cinema con Le Ninfee di Monet, il documentario dedicato al padre dell’Impressionismo e alla sua ossessione per le ninfee. In sala solo il 26 – 27 – 28 Novembre 2018.
Attratto dall’acqua. Amante della natura. Impulsivo. Umorale. Perfezionista. Impegnato ad eternare gli elementi che rendono un momento degno di essere ricordato. Ossessionato dalla pittura e (forse) un po’ ossessionante. Ma, alla fine, un genio. Un genio che visse ogni attimo dei suoi ottantasei anni (!) in preda alla passione. Claude Monet e il suo stagno nella casa di Giverny diventano oggi protagonisti di un film: Le ninfee di Monet, nuovo appuntamento con la Grande arte al cinema. Un evento grazie al quale – per tre giorni – possiamo addentrarci nel mondo e nella mente dell’artista per scoprire i segreti di quel giardino bramato, creato e dipinto quasi all’infinto, sempre diverso e sempre sorprendente, arrivato a noi rigoglioso e intatto.
Claude Monet era la personificazione dell’impressionismo, oltre ad esserne stato il precursore, il capostipite e l’esponente di spicco. Non a caso divenne il più grande pittore di Francia.
Ebbe un’esistenza particolare, non c’è dubbio. Ricca, densa, in cui gli alti e bassi, tanto economici quanto emotivi, non mancarono. Sfuggì dalla morsa della depressione aggrappandosi a tavolozza e pennelli. Perse un figlio, ne vide un altro tornare dalla guerra con l’odore della morte addosso. Rimase vedovo due volte. Conobbe l’insuccesso, la gloria e, sul finire del suo lungo cammino, venne beffato proprio da quella vista che lo rese famoso per la sua precisione e attenzione ai dettagli. Una privazione che non riuscì però a fermarlo nel realizzare il suo più grande (in tutti i sensi) capolavoro, quello che gli diede l’eternità: la Grand Décoration.
Ne Le ninfee di Monet a narrare le vicissitudini personali e la genesi delle opere del maestro sono l’attrice del Trono di Spade Elisa Lasowski, la fotografa Sanne De Wilde e Claire Hélène Marron, la giardiniera della Fondation Monet di Giverny, con la supervisione scientifica di Ross King (autore del libro Il mistero delle ninfee. Monet e la rivoluzione della pittura moderna).
Sono loro a condurci lungo la Senna, spina dorsale della vita di Monet; a svelarci aneddoti legati al giardino (fonte di litigi con i vicini); a mostrarci la bellezza di quei fiori che divennero l’ossessione ultima dell’artista. E, in generale, sono loro a guidarci nei luoghi a cari al pittore mentre le inquadrature si fondono con i suoi quadri. Quadri memorabili, che dopo aver visto questo documentario saranno ancor più difficili da dimenticare. Le immagini (di Giovanni Troilo) e la colonna sonora originale (di Remo Anzovino) riescono, infatti, a far vibrare le tele e a rinnovare il legame col pubblico.
Dopo Io, Monet è giunto ora il momento di passeggiare nei musei di Parigi, nella casa di Giverny e sulle spiagge di Étretat insieme a Le ninfee di Monet (l’elenco delle sale aderenti è disponibile sul sito di Nexo Digital) e di lasciarsi impressionare dal tumulto interiore, dalla sregolatezza e dalle meravigliose ninfee di un genio che di nome faceva Claude Monet!
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”