Recensione del film horror The Bye Bye Man, tra le novità in HomeVideo di metà settembre 2017.

la cover del DVD del film The Bye Bye Man

la cover del DVD del film The Bye Bye Man

Le leggende metropolitane sono da sempre colonna portante del cinema horror. Racconti sviscerati attorno a un fuoco o a un pigiama party, di boogeyman, babau e uomini neri, mostri e creature, spesso incorporee, pronte a loro volta a sviscerare coloro che attraversano il loro cammino, infrangono tabù o le evocano in qualche modo fantasioso.
The Bye Bye Man, adattamento cinematografico del racconto The Bridge To Body Island di Robert Schneck ad opera della regista Stacy Title, scrive il suo nome in fondo alla lunga lista mutuando dalla tradizione più o meno tutto.

Sarà stato il recente rewatch di Candyman (Bernard Rose da racconto di Clive Barker, 1992), sommo rappresentante della categoria, ma portare a termine la visione di The Bye Bye Man è stata una vera sfida di coraggio.
Come quella che, nel film della Title, devono affrontare i malcapitati e stupidi studentelli universitari protagonisti: quando trovano il nome del mostro inciso su un vecchio mobile di legno, esso si palesa e, con fare virulento, perseguita chiunque ne parli, ne pronunci o addirittura ne pensi il nome.
Monete tintinnanti, il rumore assordante di un treno in corsa, tragiche allucinazioni sono la premessa alla comparsa del mostro. L’aiuto di una vecchia vittima di Bye Bye Man e di una poliziotta (rispettivamente Faye Dunaway e Carrie-Anne Moss, evidentemente alle prese coi soliti mutui) sarà sufficiente a fermare la catena di stragi?

Non tutti hanno un Barker da cui attingere, va bene, ma la Title combina un bel pasticcio di film e – troppo facile – dimostra di essere proprio lei, la prima che non avrebbe mai dovuto pensare a The Bye Bye Man.
Perché quello che arriva sullo schermo e ai nostri occhi è un film talmente innocuo e liofilizzato da uccidere molto più di tedio che di paura, senza una goccia di sangue o una scena che resti vagamente impressa nella memoria.

Il furto di idee nell’horror, per quanto mi riguarda, non è un dramma ma deve dare i suoi frutti: il saccheggio di The Bye Bye Man nei confronti di altri film è invece molto sterile e per nulla atmosferico, con l’aggravante di un’imprecisa identità simil-teenager.
Persino l’attesa apparizione dell’innominabile si risolve in un paio di frames buttati là come biancheria sporca, come se in lui non ci credesse neanche chi lo ha inventato.
Nella colonnina dei “pro” c’è solo un leggero clima di paranoia che sorge di quando in quando, ed una promettente sequenza iniziale (qui ben gestita dalla Title ed interpretata dall’“enigmistico” Leigh Whannell) che travia le aspettative.
In dvd e bluray Midnight Factory, a contorno, trovate b-roll (riprese alternative) ed interviste a cast e regista.

Luca Zanovello