Recensione del film Resident Evil: The Final Chapter con protagonista Milla Jovovich, al cinema dal 16 febbraio.

il poster italiano del film RESIDENT EVIL: FINAL CHAPTER

il poster italiano del film RESIDENT EVIL: FINAL CHAPTER

La buona notizia è che il sesto (e “finale”) capitolo della saga cinematografica di Resident Evil si apre con un riepilogone, lungo e didascalico, che vi faciliterà la visione, qualora vi siate persi o dimenticati la story so far.
Non è facile infatti ricordare la lunga strada di Alice (Milla Jovovich) nella battaglia contro la tentacolare Umbrella Corporation, il folle virus T ed un’umanità progressivamente soggiogata all’infezione simil-zombie.
Così, dopo il riallacciamento, troviamo la protagonista in una Washington D.C. post-atomica, dove i pochissimi superstiti sono agonizzanti esche per i non morti.
Un improvviso messaggio della Regina Rossa, subdola intelligenza artificiale creata dalla Umbrella, comunica ad Alice l’imminente messa in atto di un apocalittico piano finale, che eliminerà gli ultimi baluardi umani e tutti i portatori del virus.
La salvezza è ancora una volta situata nella cara, vecchia Raccoon City, nelle cui viscere pulsa ancora il cuore della corporazione: quell’Alveare dove tutto cominciò e dove, con l’intervento della semi-infetta eroina, tutto potrà finire.

Resident Evil, su grande schermo, non è solo ciò che garantisce la copertura del mutuo al regista inglese Paul W.S. Anderson, ma anche la più longeva e proficua saga tratta da videogiochi; una vera e propria gallina dalle uova d’oro, mix di azione ed orrore affidata alla Jovovich (nonché signora Anderson) e al collaudato triangolo bellico tra bene, male soprannaturale e male umano.
C’è tuttavia da dire che, fatta eccezione per lo stile del capostipite e pochi altri momenti disseminati nei film successivi, la sensazione progressiva è stata quella di un franchise più attento al botteghino e all’anestesia adrenalinica che all’evoluzione, più al copione che alla creatività.

E allora la cattiva notizia è che chi lascia la vecchia strada per la nuova non sa quello che trova, ma chi batte sempre la stessa rischia di annoiare il pubblico.
Resident Evil: The Final Chapter è una parziale chiusura di un cerchio nato bene e finito male, esplosivamente vacuo, deliberatamente arido e fumoso come le città che Alice attraversa.
Con il mirino sui turbamenti della reduce e le sue ruggini con la Umbrella, il gigante Wesker e il cattivissimo dr. Issacs (Iain Glen, Il Trono Di Spade), Anderson usa gli infetti come sfrontato contornuccio e sposta la lancetta ancor più verso l’action-movie tra fantascienza e apocalittico, lasciando abbastanza inerti gli amanti dell’orrore.
Tornano paro paro molti elementi best of della serie, così come alcune delle scene più amate della prima pellicola; a rovinarne l’impatto però, un montaggio da maxidose anfetaminica che, in combutta col 3D, confonde terribilmente i momenti concitati. E la corsa di The Final Chapter risulta tanto forsennata quanto estenuante e lascia un fiatone svogliato, frutto di uno schemino narrativo indolente e pantofolaio.
A Resident Evil non si chiede Bergman, ma ad una saga che pretende di essere infinita, è richiesto perlomeno uno spunto narrativo e qualche sfizio visivo in più (non bastano quintali di CGI).
Perché a conti fatti, al di là di qualche risvolto fascinoso all’interno del lugubre Alveare (le cui trappole psico-fisiche ricordano Punto Di Non Ritorno, apice dell’Andersonismo), The Final Chapter è un lancio a mille all’ora in un paesaggio spoglio e artificioso di cui non riesci a fotografare, e soprattutto ad apprezzare, nulla.

[continua dopo il trailer…]

APPENDICE sugli EXTRA presenti nella versione home video di Resident Evil: The Final Chapter

Se Resident Evil – The Final Chapter non regala scossoni degni di nota (se non per i cittadini onorari di Raccoon City), tutti noi troveremo ricche soddisfazioni nelle edizioni dvd e blu-ray del film.

Come lo speciale Esploriamo L’Alveare, in cui Paul W.S. Anderson, la consorte Milla Jovovich e il resto del cast ci accompagnano nelle viscere del famigerato laboratorio sotterraneo della Umbrella, punto di partenza e, inevitabilmente, di arrivo della fortunata saga. I complottari del digitale rimarranno delusi: tra le scoperte del dietro le quinte c’è un vero, impressionante tunnel di 3 km in cui il regista “intrappola” i suoi attori per le sequenze più claustrofobiche.

In The Bad Trinity & The Girls Of Resident Evil, il focus è invece sullo strapotere femmineo della saga; Anderson fa suo ed espande notevolmente il detto di Jean-Luc Godard, secondo cui “in un film bastano una donna e una pistola”.

La scelta migliore da fare, per un approccio ottimale, è l’edizione blu-ray, che non offre solo un’alta definizione ed un suono da tenere svegli i vicini, ma anche qualche extra esclusivo che si affianca ai sopraccitati: l’anteprima di Resident Evil: Vendetta, lungometraggio animato in computer grafica diretto da Takanori Tsujimoto (Bushido Man) nelle sale in questi giorni, e i 10 minuti di Acrobazie e Armi, approfondimento sugli stunt, i combattimenti, gli arsenali e le esplosioni di Resident Evil – The Final Chapter, uno dei reparti meglio riusciti del film ed uno dei più amati dai fedelissimi della serie.

Luca Zanovello

 
 

Ultimo aggiornamento il 9 luglio alle ore 23:15: inserimento Appendice