Recensione del film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile con Mark Rylance

Il poster italiano del film Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

Il poster italiano del film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

La piccola Sophie (Ruby Barnhill) vive in un lugubre e rigoroso orfanotrofio nel cuore di Londra. Una notte come tante, la mano enorme di una strana creatura si insinua nella stanza di Sophie e la trascina via ancora addormentata.
Quando si risveglia, la bambina scopre di essere nel Paese dei Giganti, una landa desolata abitata da esseri enormi che si nutrono – ahiahi! – di carne umana e in particolare di quella tenerissima degli “urbani” più piccoli.
A rapire Sophie è stato però un gigante insolito, meno imponente degli altri, vegetariano e soprattutto… gentile.
Ribattezzato dunque GGG diventa amico di Sophie e le svela la particolarissima attività che nasconde nella sua bottega: una macchina dei sogni assembla fantasie oniriche per regalare notti serene ai bambini di tutto il mondo.
L’odore appetitoso della giovanissima umana attrae però i malefici giganti attorno alla casa del GGG, costringendo la nuova coppia di amici ad una fuga ed un piano rivoluzionario per portare l’imponente e inoffensivo creatore di sogni allo scoperto.

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Un’immagine del film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (Ph: courtesy of Medusa Film)

Il secondo adattamento cinematografico del libro per ragazzi Il GGG di Roald Dahl (pubblicato per la prima volta nel 1982, da noi nell’’87) è il frutto del primo, storico sodalizio tra Steven Spielberg e la Disney.
In un tripudio di effetti digitali e di buonissimi sentimenti, il regista dell’Ohio impacchetta il perfetto film delle feste, sapiente compromesso tra prototipo favolistico e irriverente umorismo Dahliano.
L’atmosfera de Il GGG ha la linearità necessaria per non disorientare i piccini (anche se le quasi due ore di durata potrebbero essere complicate a livello attentivo) insieme alla spigliatezza per risvegliare con un po’ di impegno qualche emozione nei cuori cresciuti.
Dettagli preziosi arricchiscono l’esperienza, vedi la meravigliosa voce di Mark Rylance (Il Ponte Delle Spie) che si perde inevitabilmente in sede di doppiaggio. Resta invece la declinazione del bizzarro e adorabile idioma “gigantoso”, punto di forza ed inventiva del romanzo di Dahl.
Il film di Spielberg fila, ma non del tutto. Perché quello di GGG è un adattamento rigoroso, forse un po’ troppo, studiato e inquadrato una tacca più del necessario.
Una compitino che funziona a Natale, forse fino alla Befana, ma poi si perderà nel calderone dei family-movie. Un’esperienza di sogno controllato: magico, leggiadro, ma senza ebbrezza.

Luca Zanovello