Il manifesto della mostra Legni Preziosi

Il manifesto della mostra Legni Preziosi

Sacro e profano 

Chi ha detto che arte antica sia sinonimo di noia, polvere e poca attrazione per gli utenti? Chi ha detto che visitare una mostra di arte sacra, come potrebbe essere una dedicata a sculture, busti, reliquiari dal Medioevo al Settecento, sia l’equivalente di un pellegrinaggio ad uso e consumo di fedeli devoti e un po’ chiusi?

La storia di un Paese, di una regione, i gusti di un popolo si possono rivedere proprio nei volti delle raffigurazioni religiose. Ripercorrere l’evoluzione delle immagini sacre nella tradizione della scultura lignea, implica anche ripercorrere l’evoluzione delle persone che hanno dialogato e riversato tante speranze in tutte quelle figure, diventate oggetto di devozione e depositarie di segreti e sogni, e la cosa può essere affascinate, oltre che educativa.

La sala del Medioevo - Foto di Enrico Cano

La sala del Medioevo – Foto di Enrico Cano

Sensazioni, odori e colori

Affascinante ed educativa sono esattamente i due aggettivi con cui descriverei la mostra allestita con passione e dovizia dal team di esperti che ha dato vita a Legni Preziosi. Un progetto che ha imposto una mappatura delle opere presenti nelle terre ticinesi e che ha coinvolto un nutrito numero di illuminati e artigiani locali per dare forma all’attuale percorso espositivo allestito alla Pinacoteca Züst di Rancate, in Svizzera.

Varcare la soglia significa, infatti, immergersi in un ambiente in cui solo il tempo e le sue sculture sono protagoniste. Il tempo, identificato dal colore dei supporti, supporti che suggerisco le basi d’appoggio su cui normalmente quegli oggetti sono collocati. E poi ci sono loro, gli uomini, le donne, i santi che che mutano espressione, tratto, dimensione e tinte. Segnano i gusti che si evolvono, le vocazioni che si modificano, il tempo – di nuovo lui – che scorre inesorabile e pretende il cambiamento di un popolo e della sua arte. Un’arte che, calata in quelle piccole stanze (per l’occasione tinteggiate di nero dal pavimento al soffitto), risplende e si lascia quasi toccare dal visitatore.

L’atmosfera è così sospesa da farci sentire osservati e illuderci di udire il respiro degli ospiti lignei presenti nello spazio museale. Man mano che loro si fanno grandi, formosi, pasciuti e imponenti, il nostro viaggio diviene via via intrigante e sempre più totalizzante.

La sala del Rinascimento - Foto di Enrico Cano

La sala del Rinascimento – Foto di Enrico Cano

Il viaggio 

E allora parliamo di questo viaggio. Si parte dal Medioevo, epoca in cui vi era una evidente sproporzione e poca attenzione alla tridimensionalità. Erano piccole Maria con in grembo un bimbo dall’aria minacciosa o furbetta, a seconda della conservazione e dei restauri susseguitisi nei vari secoli. Seguiamo le fasi della loro trasformazione attraverso il Rinascimento prima di divenire ubertose e vestite, imponenti e ricche come solo nel barocco si amava fare. Grazie ai vari pannelli, alle audio-guide e alle schede informative, ma anche ai nostri istinti, e al tanto osservare ciò che ci circonda, Legni Preziosi ci fa riscoprire i canoni estetici, la malleabilità del legno, la vocazione e la voglia di credere dei nostri avi. Ci stimola a ricordare e scoprire. Sa istruire e stupire.

Una carrellata che comprende non solo Madonne ma anche crocifissi e addirittura un presepe. Pezzi scovati nelle chiese, nei monasteri e nei musei del Canton Ticino, luogo di produzione e approdo di manufatti eterogenei tra loro, come si confà ad un’area di transito e frontiera. Tutti in legno, materiale che si lascia plasmare, che una volta era  vivo, pervaso da una linfa che sembra non averlo abbandonato totalmente e il cui ricordo contribuisce ancora oggi a rendere morbide, calde e reali le persone con esso ritratte.

La sala del Settecento - Foto di Enrico Cano

La sala del Settecento – Foto di Enrico Cano

Coordinate

Allestita dall’architetto Mario Botta, Legni Preziosi ha aperto i battenti lo scorso 16 ottobre e terminerà dopo il riposo invernale, il prossimo 22 gennaio 2017. La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate si trova ad un passo da Mendrisio, e dal confine con l’Italia, ed è aperta tutti i giorni tranne il lunedì (a meno che sia festivo) con orari diversi. Sul sito ufficiale potete trovare i dettagli, indicazioni utili e i contatti (un clic QUI).

Il consiglio è di non avere timore, non si tratta di un’esposizione che impone chilometri a piedi in un numero spropositato d’immensi saloni. È un’intima passeggiata che vi farà vedere con occhi diversi oggetti che vi attorniano sin dall’infanzia e che, entro quei locali, vi appariranno sotto una luce nuova, avvolti da una particolare energia. Provare per credere.

Vissia Menza

 

Aggiornamento del 17.01.2017: in occasione dell’imminente chiusura (ultimo giorno sarà domenica 22), mercoledì 18 e giovedì 19 gennaio, alle ore 18.30, si terranno due visite guidate speciali, alla presenza dell’architetto Mario Botta e della collaboratrice scientifica Alessandra Brambilla.