Dici “Il Barbiere di Siviglia” e la tua mente corre subito a Giochino Rossini, a La Scala, all’opera e (spesso) a uno strano mix di noia e sonnolenza. Bene, dimenticate tutti questi preconcetti, le sgradevoli sensazioni, e l’idea che un’opera lirica debba rimanere confinata in ambienti opulenti, impolverati, in cui tutto è triste e pesante. Siete pronti a riscattare Rossini e Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, l’autore di quella storia di corteggiamenti impossibili, gelosie, bugie e tradimenti, ma anche di amore trionfante, come si confà a ogni buona commedia?
A Milano, al Teatro Leonardo, sino al 20 marzo sarà in scena una versione della famosa opera datata 1775, diversa, spumeggiante, divertente e – soprattutto – ricca di suspense, come non l’avevate mai vista. “Il Barbiere di Siviglia Opera Rock” gioca col suo pubblico, canta con e per la gente e, rimanendo aderente alla trama originale, riesce a mettersi al passo coi tempi e risultare davvero spassoso.
I sei ragazzi sul palco sono giovanissimi attori della scuola di Quelli di Grock e non si fermano un attimo. L’allestimento è tanto minimal (alcune altalene, una poltrona e una chitarra) quanto efficace, lasciando spazio agli interpreti di andare e venire senza sosta. E le melodie inizialmente spiazzano il pubblico, con quel ritmo poco da opera e molto rock che porta in scena una inedita versione 2k della storia.
Accompagnati da un sound che ci ricorda i Metallica, i Depeche Mode, ma anche brani ska e accordi più melodici, i ragazzi ripercorrono tutto il segreto amore tra il Conte di Almaviva e Rosina: la giovane e bella ragazza s’innamora di un corteggiatore misterioso; nel mentre il vecchio Bartolo, suo tutore, trama di sposarla in gran segreto nel cuore della notte; ma Figaro, il nostro eclettico barbiere/factotum di Siviglia, riesce a intrufolarsi in casa del geloso medico per aiutare i giovani innamorati.
Oggi, però, tutto ha un’aura speciale e magica e noi proviamo una curiosità che, a ben vedere, non sarebbe giustificata. Le emozioni e la concitazione dell’incalzante performance, infatti, ci trascinano in un vortice di eventi e note a cui non possiamo resistere.
Il cast è strabiliante, non si da pace sino all’ultima battuta: salta, balla, canta, parla a raffica, gioca nell’invertirsi i ruoli, nell’essere l’altro da sé o un membro della servitù, e recita, racconta, fa divertire con gag e accenti nostrani.
In prima nazionale, questo Barbiere di Siviglia unisce mirabilmente ritmi moderni a storie antiche, dimostrando quanto le disavventure amorose siano senza tempo e quanto il teatro possa essere versatile, efficace e alla portata di tutti.
Probabilmente, un azzardo agli occhi di alcuni; forse, una follia per i puristi; sicuramente, una fantasiosa rappresentazione che mostra il potere del palcoscenico in grado di entusiasmare tutti, scettici compresi, altrimenti non mi spiego i numerosi applausi spontanei a scena a aperta (!) che i giovani hanno saputo mirabilmente gestire :)
Vissia Menza
Chiudiamo con una segnalazione: domenica 16 marzo 2014, al termine della replica, l’autore della musica, la regista e tutto il cast incontreranno il pubblico. Tutte le informazione a questo link http://www.teatroleonardo.it
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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