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Dici “Il Barbiere di Siviglia” e la tua mente corre subito a Giochino Rossini, a La Scala, all’opera e (spesso) a uno strano mix di noia e sonnolenza. Bene, dimenticate tutti questi preconcetti, le sgradevoli sensazioni, e l’idea che un’opera lirica debba rimanere confinata in ambienti opulenti, impolverati, in cui tutto è triste e pesante. Siete pronti a riscattare Rossini e Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, l’autore di quella storia di corteggiamenti impossibili, gelosie, bugie e tradimenti, ma anche di amore trionfante, come si confà a ogni buona commedia?

A Milano, al Teatro Leonardosino al 20 marzo sarà in scena una versione della famosa opera datata 1775, diversa, spumeggiante, divertente e – soprattutto – ricca di suspense, come non l’avevate mai vista. “Il Barbiere di Siviglia Opera Rock” gioca col suo pubblico, canta con e per la gente e, rimanendo aderente alla trama originale, riesce a mettersi al passo coi tempi e risultare davvero spassoso.

una scena del Barbiere di Siviglia al Teatro Leonardo © Roberto Rognoni

una scena del Barbiere di Siviglia al Teatro Leonardo © Roberto Rognoni

I sei ragazzi sul palco sono giovanissimi attori della scuola di Quelli di Grock e non si fermano un attimo. L’allestimento è tanto minimal (alcune altalene, una poltrona e una chitarra) quanto efficace, lasciando spazio agli interpreti di andare e venire senza sosta. E le melodie inizialmente spiazzano il pubblico, con quel ritmo poco da opera e molto rock che porta in scena una inedita versione 2k della storia.

Accompagnati da un sound che ci ricorda i Metallica, i Depeche Mode, ma anche brani ska e accordi più melodici, i ragazzi ripercorrono tutto il segreto amore tra il Conte di Almaviva e Rosina: la giovane e bella ragazza s’innamora di un corteggiatore misterioso; nel mentre il vecchio Bartolo, suo tutore, trama di sposarla in gran segreto nel cuore della notte; ma Figaro, il nostro eclettico barbiere/factotum di Siviglia, riesce a intrufolarsi in casa del geloso medico per aiutare i giovani innamorati.

Oggi, però, tutto ha un’aura speciale e magica e noi proviamo una curiosità che, a ben vedere, non sarebbe giustificata. Le emozioni e la concitazione dell’incalzante performance, infatti, ci trascinano in un vortice di eventi e note a cui non possiamo resistere.

una scena del Barbiere di Siviglia al Teatro Leonardo © Roberto Rognoni

una scena del Barbiere di Siviglia al Teatro Leonardo © Roberto Rognoni

Il cast è strabiliante, non si da pace sino all’ultima battuta: salta, balla, canta, parla a raffica, gioca nell’invertirsi i ruoli, nell’essere l’altro da sé o un membro della servitù, e recita, racconta, fa divertire con gag e accenti nostrani.

In prima nazionale, questo Barbiere di Siviglia unisce mirabilmente ritmi moderni a storie antiche, dimostrando quanto le disavventure amorose siano senza tempo e quanto il teatro possa essere versatile, efficace e alla portata di tutti.

Probabilmente, un azzardo agli occhi di alcuni; forse, una follia per i puristi; sicuramente, una fantasiosa rappresentazione che mostra il potere del palcoscenico in grado di entusiasmare tutti, scettici compresi, altrimenti non mi spiego i numerosi applausi spontanei a scena a aperta (!) che i giovani hanno saputo mirabilmente gestire :)

Vissia Menza

Chiudiamo con una segnalazione: domenica 16 marzo 2014, al termine della replica, l’autore della musica, la regista e tutto il cast incontreranno il pubblico. Tutte le informazione a questo link http://www.teatroleonardo.it