E’ vero, l’abito non fa il monaco. Ma è altrettanto vero che una copertina ben riuscita può fare la fortuna di un libro, o contribuire almeno alla sua visibilità sugli scaffali attirando irrimediabilmente lo sguardo.

Poi, certo, la quarta di copertina può diventare essenziale, e persino un buon “blurp” (quella striscia di carta posizionata a mo’ di fascetta trasversalmente sul libro) può contribuire a far decollare le vendite. Ma la copertina, ah, la copertina! E’ il primo approccio a un testo, ne costituisce insieme presentazione e riassunto, o ne anticipa i temi.

A rendere giustizia a un elemento spesso un filo trascurato ma importantissimo nel mondo editoriale è una mostra ospitata alla Sala Borsa di Bologna fino al prossimo 22 settembre, data di chiusura della manifestazione Artelibro, ed intitolata “Buona la prima!”. La selezione, curata da Stefano Salis ed effettuata da un gruppo di esperti selezionati tra coloro che si occupano per professione di comunicazione visiva ed editoria, ha prodotto un interessante insieme di 20 copertine italiane uscite da settembre 2012 a settembre 2013.

La totalità delle copertine scelte può essere osservata cliccando su questo link: http://www.artelibro.it/blog/2013/09/06/buona-la-prima/, e ai visitatori della mostra è riservata la possibilità di votare la propria preferita tramite la compilazione di una scheda consegnata all’ingresso.

Le mie preferite? Beh, si, è noto quanto io ami le classifiche quindi:

Al terzo posto piazzo una copertina secondo me riuscitissima di un libro che non mi ha minimamente convinto: “Lui è tornato” di Timur Vermes è accompagnato nella sua edizione italiana a cura di Bompiani da un disegno grafico essenziale e straordinariamente evocativo, in cui il titolo è parte integrante del ritratto del dittatore di cui si evoca la ricomparsa.

In seconda posizione mi lascio tentare dalla pulizia formale e dalla limpidezza del tratto che contraddistingue la copertina di “Leviatano” di Philip Hoare. Le edizioni Einaudi sono spesso dei piccoli gioielli editoriali, e questa non fa decisamente eccezione.

Infine, la mia personalissima coppa accompagnata dalla medaglia d’oro per la riedizione di “Kafka sulla spiaggia” di Haruki Murakami. Una copertina giocata tutti su due colori e su una doppia-figura che ben rappresenta quella atmosfera onirica e venata di magia che è vero tema dominante nella poetica dello scrittore giapponese.