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Come da tradizione ha preso il via la nuova edizione de La Milanesiana, rassegna letteraria supportata a vari livelli dalle altre forme d’arte, che quest’anno fa il pieno di premi nobel. Rispetto ad altre manifestazioni, questa risulta assai più difficile da beneficiare, causa prelazioni dei partecipanti alle edizioni precedenti, nonostante permetta comunque anche agli ultimi arrivati di godere degli eventi-corollario organizzati per l’occasione.

È così che una sera qualunque ci ritroviamo all’improvviso all’inaugurazione di una mostra in uno spazio espositivo a noi nuovo, le Cartiere Vannucci – Magazzini dell’Arte. Complice una lettura decisamente troppo frettolosa della newsletter, siamo convinti di andare alla prima della retrospettiva fotografica di autore italiano un pochino attempato, ma inaspettatamente al posto di gigantografie in bianco e nero siamo in compagnia di opere dai vivaci e caldi colori che troneggiano sulle bianchissime pareti. E c’è di più: nessuna fotografia ma una pittura su tela (e non solo) talmente realistica da essere assimilabile ad una foto con un non-so-ché in più, che quasi disorienta. Il caldo delle terre del mediterraneo, il calore del sole, l’aria rarefatta ma soprattutto i volti emaciati, gli sguardi straniti e preoccupati dei soggetti ritratti risaltano con decisione nonostante la galleria sia molto luminosa.

courtesy of Cartiere Vannucci - 2011

Siamo di fronte ad una pittura inconsueta, soprattutto se rapportata all’età dell’artista, nato nel non lontano 1970, che pare andare controcorrente. Iudice decide infatti di affrontare e di dedicare la propria arte ad un tema molto attuale e politicamente scottante quale quello dei migranti, dei clandestini, delle migliaia di persone che su fatiscenti barconi approdano da noi oramai con costanza, dopo una traversata del mare nostrum da dimenticare.

Un pittore siciliano (nasce, vive e lavora a Gela) che ci mostra la sua terra, quella Sicilia dagli antichi fasti che oggi è approdo-miraggio di salvezza per una moltitudine di disperati. Intere zone divenute involontariamente molo e via di scampo da orrori che neppure immaginiamo se non fosse per quei volti che ci fissano con occhi che hanno visto troppo. L’arte di Iudice comunica con decisione e fierezza (senza pietismo) umanità e impotenza e ci aiuta a realizzare quanto vedere clandestini martoriati nell’animo e nel corpo sia divenuto assurdamente normale.

courtesy of Cartiere Vannucci - 2011

In un’era in cui la fotografia e Photoshop hanno concesso alla pittura l’astrazione massima, con mia personale paura di averci dispensati per sempre dall’acquisire la capacità di tracciare i caratteri distintivi di un essere umano con pochi tratti di lapis, prescindendo dal tema trattato, rincuora vedere un tale realismo da indurci a voler toccare le tele/tavole che abbiamo di fronte per verificare l’assenza di pixel.

Quindi ci piace e lo supportiamo a prescindere dal soggetto cui possiamo essere, più o meno, interessati. Il ragazzo sa disegnare, gli piace, è bravo e forse non siamo gli unici a crederlo se una manifestazione come la Biennale d’Arte di Venezia ha deciso di ospitare una sua opera (“Umanità”).


Ed ora qualche info utile:

La galleria Cartiere Vannucci – Magazzini dell’Arte si trova in via Vannucci, 16  – Milano ed ospiterà le opere di Giovanni Iudice sino al 12 luglio 2011.
Tutti i dettagli sono qui