Come un soffio d’aria nel cielo, David Bowie se n’è andato. Il grande vuoto, la sua musica, le interpretazioni al cinema resteranno per sempre nella mente e nel cuore del mondo intero. Il Duca Bianco, nato l’8 gennaio 1947 a Londra, si è spento all’età di 69 anni, dopo una lunga battaglia che lo ha sottratto ai suoi familiari e a milioni di fan. A confermare la notizia è stato il figlio e regista Duncan Jones:
Very sorry and sad to say it’s true. I’ll be offline for a while. Love to all. pic.twitter.com/Kh2fq3tf9m
— Duncan Jones (@ManMadeMoon) 11 Gennaio 2016
Profonda commozione e un cordoglio che avvolge nel silenzio le parole, lievi e sottili di fronte alla perdita di un uomo che ha cambiato la musica e ha regalato momenti di pura arte, entrando da assoluto protagonista nelle figure di maggiore successo del secolo scorso.
Leggendario camaleonte del Rock, all’anagrafe David Robert Jones, David Bowie ha influenzato nella sua straordinaria carriera interi generi musicali, spaziando dal folk acustico al all’elettronica, per poi intraprendere un viaggio espressivo che passa attraverso il rock, nelle forme glam ma anche ‘cosmiche’ del krautrocke, e a contaminazioni soul, fino ad arrivare al jazz più sperimentale e allo stile new wave del suo album, Blackstar, uscito venerdì scorso e accolto con grande entusiasmo dalla critica.
Anche il cinema lo ha accolto a braccia aperte: il suo esordio sul grande schermo avviene nel 1976, quando veste i panni del protagonista Thomas Jerome Newton nel film di fantascienza L’uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth) di Nicolas Roeg. Negli anni seguenti appare in Gigolò di David Hemmings, l’ultima pellicola interpretata dalla splendida Marlene Dietrich, in un piccolo cammeo nei lungometraggi Christiane F.: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino di Ulrich Edel e Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo di Mel Damski, poi in Miriam si Sveglia a Mezzanotte di Tony Scott, nello strepitoso Tutto in una notte di John Landis, nel dramma L’Ultima Tentazione di Cristo di Martin Scorsese dove indossa la tunica di Ponzio Pilato, nel cult fantasy diretto da Jim Henson Labyrinth, in un cammeo nel thriller Fuoco Cammina con Me di David Lynch, in Basquiat di Julian Schnabel nel ruolo di Andy Warhol, nel western italiano di Giovanni Veronesi Il Mio West, in una breve comparsa in Zoolander di Ben Stiller e nel magnifico The Prestige di Christopher Nolan, film in cui incarna il personaggio di Nikola Tesla accanto a Hugh Jackman e Christian Bale.
La sua musica ha accompagnato intere generazioni, entrando nella cultura popolare e segnando un modello di riferimento per molti artisti contemporanei e giovani emergenti. Tra i suoi singoli più famosi Space Oddity, Let’s Dance, Heroes, Life on Mars, Changes, Under Pressure, China Girl, Dancing in The Street, Modern Love, All the Young Dudes, Rebel, Rebel, Panic in Detroit, Fashion, e il trittico Moonage Daydream, Starman e Suffragette City presente nel suo quinto album The Rise and Fall of Ziggy Stardust dove crea il suo più celebre alter-ego, l’indimenticabile Ziggy Stardust. E a noi piace ricordarlo così, sulle note meravigliose di Starman che lo accompagneranno in paradiso.
Addio Duca…
Andrea Rurali
Articolo pubblicato anche su CineAvatar.it
Appassionato di Star Wars e cultore della settima arte, conoscitore del western italiano e del cinema tricolore, sempre aggiornato sulle ultime cine-frontiere e produzioni internazionali (con predilezione per l’Oriente), Andrea è il fondatore del portale CineAvatar.it
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