Recensione di FREMONT, il film di Babak Jalali con Jeremy Allen White solo al cinema dal 27 giugno 2024!
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Babak Jalali
CAST: Anaita Wali Zada, Gregg Turkington, Jeremy Allen White, Hilda Schmelling
DURATA: 91 minuti
DATA DI USCITA: giovedì 27 giugno 2024
DISTRIBUZIONE: Wanted Cinema
RECENSIONE
Donya è un’ex traduttrice afghana che ha lavorato per il governo degli Stati Uniti. Afflitta da insonnia, vive sola nella città californiana di Fremont, trascorre le sue serate da sola in un ristorante locale, e va in terapia. La sua vita prende una svolta quando nella fabbrica in cui lavora viene promossa a scrivere i messaggi all’interno dei biscotti della fortuna. Mentre le sue parole vengono lette da sconosciuti in tutta la Baia, il suo desiderio tenacemente soffocato la spinge a lanciare un messaggio nel mondo, incerta sulle conseguenze che potrebbe portare…
Fremont (che ha già collezionato una candidatura agli British Independent Film Awards 2023 e due candidature agli Indipendent Spirit Awards 2023), quarta regia di Babk Jalali, è un piccolo gioiello romantico, indipendente, ironico e profondo. Una pellicola che fa del surrealismo il mezzo per narrare uno spaccato di realtà americana di oggi intrisa di contraddizioni, angosce, ingiustizie, sensi di colpa mascherati e solitudine.
La protagonista è bloccata in una vita statica, priva di imprevisti, vive giornate monotone tutte uguali il cui unico obiettivo è quello di riuscire a prendere appuntamento con uno psichiatra per avere dei sonniferi per tornare a dormire.
Finché un giorno finalmente la vita bussa alla sua porta e lei coglie una possibilità senza neanche accorgersene, in modo un po’ “woodyalleniano” da una causa (la morte improvvisa di una collega) si scateneranno tante piccole conseguenze che porteranno Donya a un bivio, un incidente scatenante dove solo una scelta umana può fare la differenza, una chiamata all’avventura che la protagonista aspetta da tutta una vita. Ma avrà il coraggio di afferrarla?
Il tema dell’immigrazione è trattato con intelligenza e viene lasciato sullo sfondo, aleggia in ogni frame ma in modo silenzioso. Perché il film ha un respiro più esistenziale e alle cose allude e basta. Sembra una continua conversazione lasciata a metà, di quelle che ti lasciano l’amaro in bocca e anche un po’ di frustrazione, ma così è la vita, poche cose vengono concluse, tantissime rimangono invece così, sospese, sottotraccia, e la traccia la portiamo sul viso e nello sguardo.
Così fa Donya, taciturna e schiva, circondata da un’umanità un po’ bizzarra ma tenera. C’è molta malinconia nel bianco e nero che racconta vite che sembrano non-vite, esistenze rassegnate ma dignitose, dal proprietario del locale dove la ragazza va sempre a cena che ama le soap opera, allo psichiatra, che si commuove leggendo Zanna Bianca, fino alla collega, con le sue inaspettate e struggenti doti canore.
Si dice che siano i piccoli dettagli a fare grande una cosa, e questo è il caso di Fremont, costellato di tanti piccoli meravigliosi dettagli, come il fatto che da quando inizia a scrivere i messaggi dei biscotti della fortuna Donya si definisce una scrittrice. Non viene specificato se questo sia mai stato il suo sogno nel cassetto, molto probabilmente no, ma è il modo e la semplicità con lui lei accoglie questa possibilità a risultare commovente.
Nessuno in questo film perde mai l’ottimismo, lo sguardo è sempre rivolto a un futuro migliore e se è vero che le profezie si autoavverano allora l’incontro con Jeremy Allen White sembra più che un segno del destino la giusta ricompensa per una vita vissuta sempre a testa alta.
Nel film si sente la penna di Carolina Cavalli, che abbiamo già incontrato nel film Amanda, con dialoghi laconici e surreali, che ricordano un po’ Kaurismaki ma anche Jarmusch.
E forse il messaggio del film sta nel consiglio che il datore di lavoro dispensa a Donya: non essere né troppo propizio, né troppo nefasto. Perché in medio stat virtus.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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