Recensione di Inside Out 2, l’atteso film d’animazione Disney solo al cinema dal 19 giugno 2024.
SCHEDA DEL FILM
Regia: Kelsey Mann
Cast voci italiane: Pilar Fogliati, Deva Cassel, Marta Filippi, Federico Cesari, Sara Ciocca
Durata: 96 minuti
Uscita: mercoledì 19 giugno 2024
Distribuzione: Walt Disney
RECENSIONE
Si torna nella mente di Riley – da poco entrata nell’adolescenza – con il Quartier Generale messo a soqquadro da un evento completamente inaspettato: l’arrivo di nuove Emozioni! Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto non sanno come interpretare la presenza di Ansia e i suoi amici.
Non era un’impresa facile realizzare il secondo capitolo di uno dei più brillanti gioielli del marchio Disney-Pixar, eppure Inside Out 2 vince questa difficilissima sfida raddoppiando le emozioni, in tutti i sensi.
La giovane protagonista Riley ora è un’adolescente e la sua “consolle emotiva” è in ristrutturazione. Ma letteralmente! Operai armati di tutti gli strumenti necessari radono al suolo il Quartier Generale perché la mente della ragazza ora ha altre necessità e… altre emozioni.
Le “vecchie” emozioni sono in crisi nera perché durante l’adolescenza tutto è in crisi nera, e le cose conosciute e definite iniziano a sfumare e a diventare confuse, un caos senza senso dove le emozioni entrano in una centrifuga che sai quando inizia ma non quando finisce. Ecco che quindi Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia vengono estromessi dalla consolle, presi e spediti là dove ci sono i pensieri negativi e i ricordi rimossi, perché non hanno più presa nella mente di un’adolescente.
Al loro posto si apre il sipario per nuove emozioni, più intense, più complesse, più difficili da sostenere, ma sono quelle che alla fine ci portano a trattare il tema della consapevolezza di sè, ed è tanto giusto quanto attuale iniziare a parlarne prestissimo, sì, anche a tredici anni.
Ansia è la protagonista assoluta di questo secondo capitolo, e come poteva non esserlo?
Inside Out 2 descrive con estrema intelligenza questa emozione che a un certo punto con grande lucidità esclama: “Il mio lavoro è quello di preoccuparmi dei problemi che non si vedono”. Ansia non viene raccontata con accezione negativa perché il messaggio che il film vuole mandare è quello di abbracciare ogni emozione, non esiste un’emozione davvero negativa, sono tutte valide e giuste. Bisogna però saperle riconoscere e soprattutto gestire.
Ecco che dunque la scena dove Ansia arriva a creare un vero e proprio attacco di panico diventa la perfetta dimostrazione di questo concetto. Descritto in modo preciso e realistico, chi ne ha vissuto uno almeno una volta nella vita saprà riconoscervisi molto facilmente: scaturito in un turbine di pressione, aspettative e pensieri negativi, Riley riesce a gestire questo attacco e a uscirne solo arrivando ad accettare il fatto di essere una persona sfaccettata, a volte una brava ragazza, a volte non all’altezza, e così via.
Entra in gioco anche la Noia, qui presente col personaggio di Ennui: emozione importantissima e tremendamente sottovalutata, la noia ti permette di riflettere, di prenderti del tempo per te stesso, spesso è proprio nella noia che arrivano le idee migliori, e non è un sentimento da evitare, ma anzi qualcosa da augurarsi.
Molto originale l’impersonificazione di Invidia, forse il personaggio meno scontato: infatti neanche lei ha un’accezione negativa, ha due grandi occhioni con cui osserva e ammira tutto, è piccola, molto più piccola delle altre emozioni, guarda tutti dal basso verso l’alto perché si sente inferiore e inadeguata, ma non è cattiva, è solo ammirata. Invidia è costantemente alla ricerca di un modello e lo trova in una ragazza più grande e affermata. Riley però dovrà comprendere che non può cambiare se stessa per imitare qualcun altro, ma se mai integrare le diverse parti della sua personalità, così come dovrà riuscire a integrare le vecchie amicizie con quelle nuove.
E l’imbarazzo? Personaggio grande, grosso e silenzioso, perché quando si è in imbarazzo in effetto non si sa cosa dire. Anche l’imbarazzo è un’emozione importante, perché ti permette di mettere cura nelle cose che fai, da piccolo come da grande.
Inside Out 2 è un film che può fare davvero del bene, forse anche più del primo, perché riflette su emozioni molto difficili da gestire quando si è adolescenti, ma spesso anche quando si è giovani adulti o anche proprio adulti.
E pensare di poter immaginare queste emozioni come dei piccoli esseri colorati, che parlano, si arrabbiano, fremono e hanno l’ansia proprio come te credo possa aiutare a rendere le emozioni qualcosa di concreto, qualcosa di “misurabile”. Il format di Inside Out ti insegna ad ascoltare la voce delle tue emozioni, a dar loro un’immagine definita per conoscerle meglio e non farsi sopraffare.
Inside Out 2 inoltre è anche una critica alla “positività tossica” che purtroppo dilaga, soprattutto negli Stati Uniti, per lasciare spazio a emozioni più “umane” e meno forzate.
Goia infatti prende ricordi brutti e pensieri negativi e li spedisce nel dimenticatoio, ma non esiste errore più fatale, perché è proprio quando cerchi di nascondere una cosa e rimuoverla che quella viene a bussare alla tua porta non più con una sola mano ma con sei. Estromettere Goia dalla consolle però non significa neanche rassegnarsi ai propri limiti, arrendersi o diventare persone che non si mettono alla prova, anzi vuol dire provare e riprovare ma riprendendosi in mano il controllo del proprio Quartier Generale. Nessuno deve stare al comando, né Gioia, né Ansia, o Tristezza. Ma noi stessi, con tutte queste emozioni dentro a renderci le persone sfaccettate e uniche che siamo.
Ciò che rende diverso Inside Out 2 da tantissimi altri film sull’adolescenza è che sceglie di non parlare del primo innamoramento ma è lo sport a fare da “palestra” per affrontare le emozioni, questo perché, come spiegano i produttori del film, per Riley lo sport è la sua più grande passione, ciò che la rende speciale e unica. Lo sport stimola sentimenti come l’ansia e la pressione, anche il divertimento, ma è qualcosa di molto intenso ed era perfetto per far scendere in campo tutte quelle nuove e difficili emozioni. In ogni caso questo film in fondo parla anche di amore, ma è l’amore verso se stessa che la protagonista dovrà ritrovare.
Riley ha un arco di trasformazione molto bello e realistico, sta vivendo il periodo più delicato della sua vita fra irrequietezza ed entusiasmo, cambiamenti che avvengono in modo così veloce che neanche se ne rende conto, si trova da un giorno all’altro su una giostra dove tutto gira e fermarsi è impossibile.
Ancora una volta il colore è fondamentale, il colore qui è narrazione. Ormai sappiamo che la Pixar ha fatto del colore il suo punto di forza e qui ogni emozione ha il suo colore di base per essere subito e sempre riconoscibile.
E ancora una volta le “location” mentali sono a dir poco geniali. Novità straordinaria di questo secondo capitolo è il flusso di coscienza, una sorta di fiume dove fluiscono tutti i pensieri che navigano nella nostra testa e arrivano all’improvviso, e così ecco che si popola di fette di pizza, broccoli e tante altre strambe idee. E poi ci sono il Caveau, dove risiedono i sentimenti repressi, e le voragini create dal sarcasmo…
Inside Out 2 è un film contro il perfezionismo, è un film sull’accettazione, sull’unione degli opposti e sulla crescita, che non finisce mai, così come speriamo non finisca mai la saga, anche perché sarebbe un terribile spreco non sapere qualcosa in più del meraviglioso personaggio di Nostalgia…
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE ITALIANO
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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