Alla scoperta di Cézanne/Renoir, la mostra a Palazzo Reale sino al 30 giugno 2024.
Correte, correte a vedere questa mostra che a 150 anni dall’inizio dell’impressionismo, accosta in modo originale opere e vite di due grandi artisti coetanei, che si staccarono presto dall’ortodossia dell’”impressione di luce” e amarono dipingere gli stessi soggetti (paesaggi, nature morte, ritratti di familiari e amici, nudi e bagnanti), ma ognuno secondo una propria lingua. Non solo. Pur diversi per carattere, origine sociale e stili estetici, i due divennero grande amici sin dagli anni Sessanta dell’Ottocento, quando si conobbero a Parigi, tanto che Renoir fu spesso ospite nel Sud della Francia nelle dimore del più agiato Cézanne.
Allestita nelle prestigiose sale del Palazzo di Milano, l’esposizione Cézanne/Renoir ospita ben 52 magnifici dipinti (chi scrive l’ha vista e vi assicura di non esagerare), a partire dalle prime opere degli anni Settanta del XIX secolo sino alle tele più mature dei primi del XX secolo. Questa ricca messe di tele fu riunita prima dal mercante parigino Paul Guillaume che riteneva Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir apripista di un’arte allo stesso tempo classica e moderna, e poi ampliata dalla sua vedova, Domenica. Nel tempo le opere collezionate dalla lungimirante coppia confluirono nei tesori del Musée de l’Orangerie e del Musée d’Orsay, da cui provengono per l’appunto tutti i dipinti eccezionalmente presenti a Palazzo Reale sino al 30 giugno.
Quando entrerete e a metà mostra, preparatevi a due sorprese che non vogliamo anticipare: diciamo che nel percorso si ha la possibilità di trovarsi per qualche minuto dentro la ricostruzione site specific degli atelier dei due artisti, completamente diversi l’uno dall’altro. I loro stili peculiari si notano infatti anche negli ambienti in cui creavano i loro capolavori.
A 150 anni dall’inaugurazione della prima mostra degli impressionisti, avvenuta dentro il grande e luminoso studio del fotografo Nadar nell’aprile 1874, ci si trova in seguito in una sala in cui viene ripercorso il modo in cui i nostri due hanno esplorato en plein air il genere del paesaggio, cavallo di battaglia di tutti gli impressionisti – aiutati nel ritrarre la natura così come potevano vederla, nelle diverse condizioni di luce, anche dai nuovi colori a tubetti e dai cavalletti smontabili.
Ma Cézanne e Renoir si distanziarono già qui dai loro colleghi.
Il primo, anche negli spazi aperti, riponeva tutta l’attenzione nel cercare una geometria di forme, linee, profondità, e una composizione regolare. Cézanne, insomma, non dipingeva quello che vedeva ma quello che pensava di vedere, e sarà proprio questo il suo tratto rivoluzionario. Renoir, invece, pur rinunciando a ogni carattere accademico, si immerse nella natura concentrandosi sull’armonia, sulle atmosfere delicate e soprattutto sulla resa delle forme con il colore.
Per capire con gli occhi le differenze, basta osservare in questa sala Il pero inglese di Renoir e il Paesaggio con tetto rosso di Cézanne: tutto sarà subito più chiaro e magari qualcuno di voi farà una scelta su chi preferisce tra i due giganti…
Avanzando nel percorso, un altro buon paragone è quello fra I cinque bagnanti di Cézanne, in piedi, muscolosi e virili (ndr, il pittore provenzale continuerà a dipingere piccoli gruppi di uomini e donne vicino a uno specchio d’acqua, nel verde per tutta la sua vita artistica) e La bagnante dai capelli lunghi di Renoir, dove la fanciulla appena uscita dall’acqua è tutta un’armonia di curve del corpo, pienezza del viso, delicatezza dell’incarnato e del velo, leggero palpitare della natura rigogliosa che sembra quasi in movimento.
Troviamo poi la serie di ritratti delle persone più care dei Nostri: mogli, figli, figlie, parenti e amici.
In un’altra sala conosciamo quindi Hortense Fiquet, sposa di Cézanne conosciuta facendogli da modella ma a lungo nascosta ai ricchi genitori perché semplice lavorante nella cappellerie di famiglia, e la sempre sorridente Aline Charigot che compare spesso nei dipinti di Renoir, come anche sua cugina Gabrielle, protagonista di un celebre dipinto in cui gioca col secondogenito del pittore. Gabrielle divenne fondamentale per la vita di Renoir, soprattutto quando fu costretto a trasferirsi nel sud della Francia a causa della forte artrite che gli aveva colpito le mani. Anche qui tenerezza e dolcezza da una parte; figure più distanti, dai colori irreali e poco sorridenti dall’altra, potenti però, e innovative come poche nello stesso periodo. Del resto, Renoir scrisse che “lo stato di grazia viene dalla contemplazione della più bella creazione di Dio: il corpo umano. La sofferenza passa, la bellezza resta”.
Nell’itinerario gli spettatori potranno ammirare altri splendidi paesaggi, nature morte, vasi di fiori, bellissimi ritratti.
Tra tanti capolavori, ne segnaliamo solo alcuni, per stuzzicare ancora di più l’appetito dei lettori: Paysage de neige di Renoir, Arbres e maisons di Cézanne, Fleurs dans un vase e Peches di Renoir, Le vase bleu e Vase paillè, sucrier et pommes di Cézanne. Claude Renoir en clown e Portrait de Madame Cezanne.
Nonostante le differenze di stile e poetica – calda espressività in Renoir e precisione analitica in Cézanne – i due amici che si erano conosciuti nella giovinezza, condividendo i ripetuti insuccessi nell’ammissione al Salon, la pittura en plein air, la partecipazione alla prima mostra degli impressionisti e il progressivo distacco dal gruppo, saranno entrambi numi tutelari di molti artisti del Primo Novecento, che continuarono a sviluppare la loro sperimentazione. Ed entrambi tornarono ad affermare l’importanza del disegno e del colore. Insomma, non perdetevi Cézanne/Renoir. Capolavori del Musée de l’Orangerie e del Musée d’Orsay: ne uscirete felici, per nulla delusi.
Irene Merli
INFO UTILI
INDIRIZZO: piazza del Duomo, 12 – Milano
ORARI: da martedì a domenica ore 10:00-19:30, giovedì chiusura alle 22:30. Ultimo ingresso un’ora prima. Lunedì chiuso.
INFO E PRENOTAZIONI: via email all’indirizzo palazzorealemilano.it oppure chiamando l’Infoline al numero 02 33020031 (dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 18.00)
Si ringrazia l’ufficio stampa per il supporto iconografico e l’opportunità.
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