Un altro Ferragosto: una commedia esemplare, un impeccabile ritratto generazionale di una nazione chiamata Italia

Paolo Virzì ritorna alle origini con il sequel di Ferie d’Agosto. Un altro Ferragosto è un perfetto, tragicomico viaggio nell’Italia delle illusioni e dei rimpianti. La recensione.

La locandina del film Un Altro Ferragosto ora al cinema!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Paolo Virzì
CAST: Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, Agnese Claisse
DURATA:
DATA DI USCITA: 7 marzo 2023
DISTRIBUTORE: 01 Distribution


RECENSIONE

1996 – 2024: Un altro Ferragosto Versus Ferie D’Agosto. Il regista Paolo Virzì, insieme al fratello Carlo e allo sceneggiatore di fiducia Francesco Bruni – una triade di creativi Made in Livornotorna al passato, al cuore degli anni ’90 per l’atteso sequel che racconta 28 anni dopo il percorso delle famiglie Mazzalupi e Molino. Il termine sequel indica la ripresa e il proseguimento di una storia – con gli stessi personaggi – già narrata in una precedente opera di successo. Un’operazione che, pur scommettendo sul sicuro non è esente da rischi, in primis quello di ripetersi e di far rimpiangere l’originale.

Un altro Ferragosto supera brillantemente il tranello della facile nostalgia ed è pronto a riconquistare sia il vecchio pubblico, sia il nuovo.

Sabrina Ferilli e Christian De Sica in una scena di Un Altro Ferragosto. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Nel 1996, l’isola di Ventotene è una meta turistica molto ricercata per le vacanze agostane. In due villette attigue si trovano i Mazzalupi e i Molino, nuclei famigliari romani che non potrebbero essere più diversi. Ruggero Mazzalupi è un armaiolo benestante, gran lavoratore ma poco istruito, sposato con Luciana e padre di Sabry e Massimo. Marisa, sorella di Luciana, ha una profumeria ma con tanti debiti: il marito Marcello è un ex cantante di night e il figlio è il goloso Fabio. I Molino orbitano intorno all’intellettuale Sandro, giornalista dell’Unità. Con lui ci sono la compagna Cecilia e la figliastra Martina, a cui si aggiungono gli amici Roberto e la coppia formata da Graziella e Betta con il figlio Ivan. Mauro, attore di pubblicità ed ex compagno di Cecilia, arriva con la nuova fiamma Francesca.

Un piccolo incidente di percorso è l’innesto con cui i due nuclei vicini entrano in collisone sia sul piano personale, sia sul piano politico. I Mazzalupi sono un po’ burini, hanno idee poco chiare ma tendenti a Destra mentre I Molino si sentono portavoce della Sinistra Illuminata ma sono snob e intellettualmente isolati.

Nel 2024 Sabry Mazzalupi, diventata un’influencer di successo, ritorna a Ventotene per sposare Cesare, che gestisce tutti gli eventi social e le sue finanze. Marisa e Luciana sono ora vedove, i loro figli cresciuti. Marisa si accompagna all’aristocratico ingegnere Nardi Masciulli e cerca di boicottare il matrimonio della nipote, convinta che il futuro marito non sia davvero innamorato di lei. Ben presto si aggiunge anche Daniela, ex compagna di Cesare.

Anche i Molino sono di nuovo sull’isola. Altiero, figlio di Sandro, sposato al fotomodello Noah, ha organizzato una vacanza con il padre. L’ex giornalista ha un aggressivo tumore al cervello e potrebbe non superare l’estate. Attorno a loro, si riuniscono tutti gli amici e affetti del 1996. Cecilia è sempre la sua compagna, Martina è ora mamma. Betta e Graziella sono ancora insieme mentre Ivan è il papà single di una bambina. Roberto è il solito giramondo squattrinato e sciupafemmine mentre Mauro vive lì con la sua nuova famiglia e gestisce appartamenti turistici.

Laura Morante in una scena di Un Altro Ferragosto. Photo: courtesy of 01 Distribution.

Dopo ben 28 anni i protagonisti di Ferie d’Agosto, oramai cresciuti e invecchiati tornano a litigare, a scontrarsi, a creare nuovi legami, a recuperare quelli antichi.

Un altro Ferragosto sceglie con intelligenza di far riaffiorare dal passato la tensione tra Destra e Sinistra, tra i nuovi vincitori e gli eterni vinti ma senza farne il fulcro principale. Qui ed ora, rispetto agli anni ’90, la militanza e le scelte di campo sono oramai malconce velleità, indebolite come un innocuo incendio. Non è affatto un caso che l’unico personaggio a mantenere l’antico piglio di combattente è Sandro, il patriarca. Fiaccato dalla malattia ma ancora indomito, si mantiene in vita raccontando al nipotino gli eroi della Resistenza. A sognare in bianco e nero i partigiani come Pertini e Spinelli. La politica lambisce per qualche istante il futuro dell’ingenua Sabry, candidata alle elezioni da un manipolo di deputati con la sotterranea regia di Cesare. Ma è solo un fuoco di paglia perché a prendersi la scena sono invece – e ancora una volta – gli amori sbagliati, le parole non dette, le scelte non fatte, i rimorsi di una vita non vissuta a pieno. Sabrina e Cesare sembrano lo specchio rotto di Ruggero e Luciana, di Marcello e Marisa. Sono tutti alla ricerca di tenerezza come Altiero, che desidera fortemente essere compreso da Sandro, troppo assorbito da sé stesso.

“Se non sai voler bene, non sai vivere”.

Sono preda di nostalgia come Cecilia, che vuole essere ancora una donna desiderata dagli uomini. Sono schiavi di un successo mai raggiunto come Mauro, che organizza festival di cinema senza ospiti e passerelle vip solo per proiettare trascurabili film in cui ha recitato da giovane. I rimpianti di due generazioni, quelle dei padri e dei loro figli, che si incontrano senza mai incontrarsi davvero, sono spaventosamente gli stessi.

Emanuela Fanelli in una scena di Un Altro Ferragosto. Photo: courtesy of 01 Distribution.

In Un altro Ferragosto tutto funziona alla perfezione, dalla sceneggiatura ai numerosi componenti del cast.

La convivenza tra gli attori originari e i nuovi arrivati – uno più bravo dell’altro – riempie il film di contenuti più attuali e non meno interessanti. La parola Radical Chic che tanto fa infuriare Sandro Molino come se fosse una parolaccia, descrive impietosamente l’attuale involuzione di una sparuta classe elitaria. Le evidenti lacune culturali di Sabry ora non sono più un difetto da nascondere ma un vanto, un marchio di genuina veracità perfetta per i tempi fintamente democratici dei social network. La nobiltà squattrinata di Christian De Sica, ovvero l’Ingegner Narducci, è l’attuale status di vacui figuri che vivono ancora di luce riflessa. Il Cesare di Vinicio Marchioni è un affabulatore privo di contenuti, soggetto senza arte né parte simile a tanti famosi del nulla. E ancora il silenzioso Altiero (Andrea Carpenzano) milionario under trenta che ha inventato una app di messaggistica, agli antipodi con le complesse verbosità letterarie paterne. Il colpo di grazia e le maggiori risate le regala l’ottima Emanuela Fanelli: il suo monologo fiume sulla grettezza degli esseri umani è un autentico frammento di verità:

“la vita è una merda, la gente fa schifo”

Tra loro, come entità amorevoli e silenziose, ci sono i compianti Ennio Fantastichini e Piero Natoli. Rivivono le voci, in brevi sequenze, in fotografie devozionali. I due attori sono ciò che legano ieri e oggi in un discorso mai interrotto. La loro assenza commuove gli spettatori, involontari voyeur del tempo trascorso davanti al grande schermo e, di riflesso, quello passato in un lampo della loro vita.

Un altro Ferragosto di Paolo Virzì è al cinema dal 7 Marzo.

Silvia Levanti


TRAILER UFFICIALE

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