DIECI MINUTI: Maria Sole Tognazzi regala un moderno ritratto di donna in crisi in un film non del tutto riuscito

Recensione di Dieci Minuti, il film solo al cinema dal 25 gennaio non all’altezza delle precedenti opere della regista Maria Sole Tognazzi.

La locandina ufficiale del film Dieci Minuti ora al cinema!

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Maria Sole Tognazzi
CAST: Barbara Ronchi, Fotinì Peluso, Margherita Buy, Alessandro Tedeschi
DURATA: 102 minuti
DATA DI USCITA: 25 gennaio 2024
DISTRIBUTORE: Vision Distribution


RECENSIONE

Gli ultimi mesi cinematografici sono stati piacevolmente invasi da opere tutte al femminile, sia per scelta tematica, sia per le figure di regia.
Barbie è il quattordicesimo film con maggiori incassi nell’intera storia del cinema; In Italia il grande successo di C’è Ancora Domani, scritto, diretto, interpretato da Paola Cortellesi, ha avuto più spettatori dell’opera di Greta Gerwig.

In quest’ottica, l’arrivo nelle sale di Dieci Minuti diretto da Maria Sole Tognazzi, abile regista che mette al centro dei suoi lavori ritratti di donne sensibili, ironiche, imperfette e per questo assai vitali è, sulla carta, un felice invito ad andare al cinema.

Una scena del film Dieci Minuti. Photo: Luisa Carcavale.

Ispirato dall’omonimo romanzo di Chiara Gamberale, cosceneggiato con Francesca Archibugi e con un nutrito cast women only, Dieci Minuti è il racconto di Bianca (Barbara Ronchi) che, all’improvviso, viene lasciata dal marito (Alessandro Tedeschi) e, poco dopo, perde la preziosa collaborazione di giornalista free lance. Sola e senza punti di riferimento, si aggrappa alle sedute terapeutiche con la burbera psichiatra Brabanti (Margherita Buy), che le consiglia di concedersi dieci minuti al giorno per mettersi in gioco e fare nuove esperienze, ciò che ha sempre desiderato o temuto. Grazie all’appoggio della giovane sorellastra (Fotinì Peluso) inizia a sperimentare sbagliando e gioendo dei suoi piccoli, coraggiosi tentativi: tutto, pur di ritrovare sé stessa. La vita non è però in bianco e nero e un viaggio a ritroso nella memoria porterà a galla nodi e drammi irrisolti, sensi di colpa, errori di valutazione e antiche ambizioni letterarie.

Nonostante le premesse, Dieci Minuti non riesce a raggiungere la grazia e l’allegra profondità intraviste negli ottimi Io e Lei (2015), Viaggio Sola (2013) e nella serie Tv Petra.

I riferimenti, voluti e non, a Natalia Ginzburg, a Elena Ferrante de I giorni dell’abbandono, di ben altro spessore narrativo, fino a un azzardato paragone con L’anno del sì di Shonda Rhimes, mal si conciliano con l’esile profilo generazionale di queste donne in crisi, così come appare troppo esile la soluzione psicologica dei dieci minuti.

Una scena del film Dieci Minuti. Photo: Luisa Carcavale.

Dai dialoghi alle interpretazioni, dagli snodi ai piccoli colpi di scena, tutto sembra fluire con difficoltà e forzature, non riesce a trovare un chiaro e libero momento di verità. Lo spettatore recepisce la storia come dietro a un vetro spesso, non si compie l’atto di empatia, condivisione del dolore e consapevolezza, è tutto già visto e digerito nel giro di pochi minuti.
In questo fragile equilibrio narrativo, il difficile, volenteroso lavoro attoriale della pur brava Barbara Ronchi perde forza e drammaticità, poco supportato da Fotinì Peluso in una parte che dovrebbe essere forte e volitiva ma appare solo figura incolore e prevedibile. Paradossalmente, le sparute interpretazioni maschili, quella del padre di Bianca (Marcello Mazzarella) e del marito Niccolò brillano per efficacia e autenticità.

Si rilevano inoltre problematiche tecniche sul sonoro che, a onor del vero, si presentano allo spettatore sempre più frequentemente nel cinema italiano; le difficoltà a percepire acusticamente le voci degli attori (e il loro forte accento romano) sovrastate da rumori di fondo e musiche invadenti.

Se Dieci Minuti appare, in controluce, un’occasione mancata, la perizia e indubbia capacità registica di Maria Sole Tognazzi si palesa nella visione di una Roma fuori dall’ordinario, non più capitale magniloquente e caotica ma luogo defilato, più affine al lavoro di introspezione della sua protagonista. E non è poco.

Silvia Levanti


TRAILER UFFICIALE

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