Recensione di Passages, il nuovo film di Ira Sachs solo al cinema dal 17 agosto 2023.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Ira Sachs
CAST: Franz Rogowski, Ben Whishaw, Adèle Exarchopoulos, Erwan Kepoa Falé
DURATA: 91 minuti
USCITA: 17 agosto 2023
DISTRIBUZIONE: Lucky Red, Mubi
RECENSIONE
Il matrimonio di Tomas e Martin entra in crisi quando il primo comincia un’appassionata relazione con la giovane maestra Agathe. Ma quando anche Martin trova un amante, Tomas deve affrontare delle decisioni che non è pronto, o non è disposto, a gestire.
Con Passages il regista Ira Sachs traduce in immagini le pesanti contraddizioni dell’amore e delle sue molteplici forme, delle convenzioni sociali in contrasto con la passione e il desiderio cieco.
I tre personaggi (magistralmente interpretati da Franz Rogowski, Ben Wishaw e Adele Exarchopoulos), protagonisti di un tanto inaspettato quanto ineluttabile triangolo amoroso, vivono una relazione complessa e tossica che muta continuamente il suo asse di equilibrio, in balia delle passioni travolgenti ma anche di una difficoltà a vivere l’amore davvero in modo libero.
Indeciso a tutto – forse per vocazione e natura – Tomas soffre di paura dell’abbandono e infatti continua ad abbandonare.
Che sia patologicamente narcisista o “solo” bisognoso di continue novità dopaminergiche che lo facciano sentire vivo cambia anche poco: Tomas è un regista, un artista, e gli artisti sono esploratori, cacciatori, non si può chiedere loro di non mutare, evolversi, cambiare e anche tornare indietro ma comunque mai e poi mai restare fermi, o essere sicuri, affidabili e concreti. Il dubbio è la materia di cui sono fatti i sogni: Tomas non è in grado di amare veramente o ama troppo e tutto insieme?
Chi paga le conseguenze delle sue errabonde azioni (errabonde perché Tomas corre in bicicletta quasi come valvola di sfogo o fonte di evitamento o per perdersi e poi ritrovarsi) è chi prova – impossibile riuscirci – a mettere le briglie a questo cane sciolto, incapace di vivere davvero il presente perché troppo nostalgico del passato e troppo spaventato dal futuro. Ben Whishaw è incredibile nell’interpretazione dell’uomo innamorato e deluso, troppo buono per ribellarsi, vittima di una profonda dipendenza affettiva che non gli consente di tagliare il cordone ombelicale con il suo compagno di vita da oltre 15 anni.
L’estrema fragilità di Tomas lo porta alla fine a manipolare le persone: così come fa sul set dove controlla tutto e tutti in modo distopico, vuole fare anche nella vita vera e coi sentimenti. Non appena una persona sfugge al suo controllo lui ne cerca subito una nuova come appoggio per poi però tornare a quella di prima nel momento in cui la sente scivolargli fra le dita.
Le contraddizioni vengono messe in scena anche fuori dal triangolo amoroso, la libertà queer vissuta dai tre protagonisti ha infatti confronti continui anche col mondo esterno, in particolare molto significativa la scena del pranzo coi genitori di Agathe, organizzata per far loro conoscere Tomas, dove il perbenismo si scontrerà con un modo di vivere più lucido, vero, vivido.
Modo di vivere che si traduce anche nelle scene di sesso, sensuali, travolgenti.
Il film è insomma un gioiello umanamente straziante e la cosa che più colpisce sono senza dubbio le sfumature dei personaggi, la loro interiorità e tridimensionalità, sono realistici e struggenti – ognuno a modo suo – ed è molto facile empatizzare con ogni ognuno di loro e molto difficile accusare qualcuno di loro.
Sfuggenti e complessi come nella vita vera i tre personaggi semplicemente vivono, si innamorano, si lasciano, corrono, tornano indietro, in un movimento continuo che ricorda in qualche modo quello della Nouvelle Vague, anche in certi dialoghi è possibile sentirne il profumo.
Il film è distribuito da Lucky Red e da Mubi, piattaforma che in questi anni abbiamo potuto scoprire e amare sempre di più e che ancora una volta scova e diffonde un gioiello raro da non perdere.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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