A vent’anni dalla morte di Nina Simone (1933-2003) la biografia scritta da Gianni Del Savio omaggia una delle più talentuose interpreti musicali del ‘900.
“Miss Simone, you are idolized,
even loved, by millions now.
But what happened, Miss Simone?” (Maya Angelou)
Per raccontare lo straordinario talento di Nina Simone sono stati utilizzati fiumi di inchiostro in tutte le lingue del mondo. Nina – La storia musicale e politica di Nina Simone è un nitido ritratto d’artista e forte simbolo di impegno civile.
Nascita di un mito
Eunice Kathleen Waymon nasce nel 1933 a Tryon, North Carolina. Il papà, J.D. Waymon, ex musicista dilettante, mantiene la numerosa famiglia con umili lavori mentre la madre Mary Kate Irvin è una casalinga, donna delle pulizie e ministro di culto di una chiesa Metodista. L’albero genealogico presenta discendenze irlandesi, africane e nativo americane: unite al composito paesaggio di black, brown, yellow, white e colored, sotto la sinistra luce della segregazione razziale, insegna alla piccola Eunice che essere di pelle scura è una incolpevole quanto sgradita gradazione che la squalifica agli occhi del mondo.
Il precoce talento, il profondo amore per Brahms, Chopin, Rachmaninov e soprattutto Johann Sebastian Bach, la inducono a voler diventare una concertista, una delle prime pianiste classiche afroamericane: “non ho mai desiderato altro che essere una pianista da concerto; Bach mi ha fatto dedicare la vita alla musica”.
Il fortunato incontro con Miss Mazzy, insegnante di musica, ricordata con affetto come la madre bianca, le permette di trovare i fondi necessari per proseguire gli studi e tentare l’ammissione al prestigioso Curtis Institute di Philadelphia. Nel 1951, nonostante il brillante esame, viene però respinta.
Questa cocente sconfitta si colora di sdegno quando alcune voci riportano che a causare la bocciatura sia stata l’essere nera, essere donna e avere una famiglia di umili origini.
L’ingiustizia – vera o presunta, poco importa – risuona in lei come una cesura: “Allo specchio potevo vedere due volti: da una parte amavo essere nera e donna, dall’altra vedevo che era proprio il mio colore e sesso ad avermi fottuta per primi”. “Io sono io, e basta”.
Non è difficile cogliere similitudini emotive nella struggente Blackbird:
Perché vuoi volare tesoro
non volerai mai
nessun posto è abbastanza grande
per contenere
tutte le lacrime che verserai
Da Eunice a Nina
Studia, così, per il successivo esame di ammissione ma la necessità di mantenersi la porta prima ad accompagnare al piano gli allievi di un’insegnante di canto e poi ad arrivare fino ad Atlantic City, New Jersey. La città di divertimenti e vita notturna offre agli artisti lauti guadagni: nel 1954 viene ingaggiata da Harry Stewart per suonare nel suo pub sulla Pacific Avenue, obbligandola anche a cantare e a mettere insieme un repertorio jazz e pop. L’iniziale titubanza di Eunice si scioglie serata dopo serata: la bravura e presenza scenica attira pubblico e apprezzamenti tanto da avere, in poco tempo, il nome in cartellone.
Sì, ma quale? Non il suo, poiché la madre e la comunità pensano alla musica Jazz come la musica del diavolo, disonorevole. Sarà Niña, il vezzeggiativo con cui la chiamava da piccola il suo amico Chico e sarà Simone, come l’attrice francese Simone Signoret, della quale ha una grande ammirazione. La scelta di ispirarsi a una europea, bianca e bionda contiene, in nuce, una delle tante contraddizioni insite in Eunice/Nina.
Il successo, lo stile musicale e le ombre affettive
Tra le luci di un’autentica vocazione musicale, si affacciano le ombre di complessi legami famigliari e sofferte relazioni. L’incolmabile bisogno di affetto la porta a matrimoni infelici con uomini violenti e approfittatori, ad allontanarsi dal padre, a subire i severi giudizi della madre, a legarsi sentimentalmente a donne, spesso prostitute. Noto il suo temperamento lunatico e i frequenti screzi con gli amici e il pubblico, in parte imputabili a una diagnosi di sindrome bipolare e tendenze autodistruttive. Nonostante le difficoltà, Miss Simone non smette mai di offrire tutta sé stessa e di immolarsi per la musica, la sua musica.
In ogni canzone, che sia un testo politicamente impegnato o una sonorità più lieve, l’impareggiabile interpretazione vocale si ammanta di una sublime materia drammatica, profonda come radici in terra, come laghi di antiche lacrime e come irrequieto vento.
Non è possibile incasellarla in una precisa area stilistica o semplicemente come cantante di jazz perché, come afferma nella sua autobiografia “è un modo di ignorare il mio background musicale; la gente mi paragonava a Billie Holiday, cosa che odiavo perché eravamo completamente differenti. Lo facevano perché eravamo ambedue nere”.
La strenua difesa della sua unicità e la continua sofferenza per le ingiustizie subite la legano a un preciso quanto personale impegno politico. Un obbligo morale che offrirà un importante contributo per i diritti civili degli afroamericani e per le donne come lei: una nuova immagine e una nuova fierezza.
L’impegno politico, l’orgoglio nero e il nuovo universo culturale
Pur provando simpatia per i rappresentanti e i proclami di libertà e utopia della Beat Generation, vive il crescente clima di odio razziale con un forte desiderio di appartenenza, ispirandosi all’Harlem Renaissance, movimento artistico che nasce e si sviluppa negli anni ’20 e ’30 e di cui l’amico Langston Hughes è uno dei leader. Nel 1963, l’iniziale posizione apolitica imposta a molti artisti afroamericani dalle case discografiche, cede il passo all’attivismo.
Il 12 Giugno a Jackson, Mississippi, viene assassinato il segretario locale della NAACP (National Association for the Advancement of Colored People); il 28 Agosto, 200.000 persone marciano a Washington e tutta l’America ascolta lo storico discorso di Martin Luther King; il 15 Settembre, in Alabama, durante la funzione in una chiesa di fede Battista, quattro bambine vengono uccise da una rudimentale bomba. L’ignobile gesto appartiene a un suprematista. La scansione drammatica trasforma la sua voce a simbolo e strumento di lotta: il risultato di tale processo è la sconvolgente, amarissima Mississippi Goddamn;
Ribellati per essere considerato come gli altri
Perché tutti sanno del maledetto Mississippi
Ma io voglio solo uguaglianza
Per mia sorella, per mio fratello,
per la mia gente, per me.
Oh, ma tutto questo paese è pieno di bugie
Morirete tutti e morirete come mosche
Tutti sanno del Mississippi, tutti sanno dell’Alabama,
Tutti sanno del Mississippi, che sia maledetto!
Il suo fervore attira le sgradite attenzioni dell’FBI, della CIA e consolida le relazioni con importanti personalità del movimento dei diritti civili. Si avvicina a Martin Luther King, a Malcolm X, condivide le azioni dell’atleta e attivista Paul Robeson, della cantante Miriam Makeba e suo marito Stokely Carmichael, guida del rivoluzionario Black Power. Una grande amicizia la unisce al poeta James Baldwin e alla drammaturga e militante Lorraine Hansberry: la sua morte, a soli 37 anni, lascia un grande vuoto e Miss Simone le dedica nel 1969 la splendida To Be Young, Gifted and Black, un inno alla Black Generation;
Essere giovani, dotati e neri
Oh, che splendido sogno prezioso
Dobbiamo cominciare a dire ai nostri giovani
Che c’è un mondo che li attende
La vostra ricerca è appena cominciata
Una nuova bellezza
La sua arte militante abbraccia anche la questione femminista, conquistando lo spirito quietamente ribelle delle nuove generazioni che ora respingono le categorie estetiche wasp. Paradigmatica è la potente Four Women, scritta nel 1966. Il testo descrive le profonde conseguenze di secoli di schiavitù nelle donne afroamericane: l’incapacità di apprezzare il corpo e accettare la propria, diversa fisicità;
La mia pelle è nera,
le mie braccia sono lunghe,
i miei capelli sono crespi
la mia schiena è forte
abbastanza forte da sopportare il dolore
che m’è stato inflitto più e più volte
Il dettagliato ritratto fisico e caratteriale di quattro donne di diversa indole e sfumatura epidermica, in cui l’artista si riconosce perfettamente, sottolinea tutti i grevi stereotipi razziali e sembrerebbe un ironico contraltare di Piccole Donne, romanzo per fanciulle scritto da Louisa May Alcott nel 1868 dove le quattro (piccole) donne sono invece bianche.
Se Four Women suscita reazioni contrastanti anche in seno alla sua stessa comunità, l’accademica Farah Jasmine Griffin è invece certa che la Simone abbia aiutato i neri americani a creare un sorprendente, differente senso di bellezza e femminilità nera.
Gli ultimi fuochi e la conquista del cinema
Gli anni ’70 e ’80 presentano crescenti difficoltà in una nazione ancora scossa dalle morti violente di Malcolm X e di Martin Luther King. I lutti famigliari, la fatica a reggere il ritmo forsennato dei concerti, le richieste pressanti del fisco e, non ultimo, un matrimonio disastroso, la portano a viaggiare in Africa e in Europa. Sarà un lungo percorso sulle montagne russe tra rinascite e dolorose cadute, successi e passi falsi. Come una splendida araba fenice, la sua musica ancora una volta si fa salvifica per lei e per chi ha ancora la fortuna di ascoltarla.
Nel 1987, lo spot del profumo Chanel N. 5, diretto dal regista Ridley Scott, riporta in auge My Baby Just Cares For Me: il successo ritorna insieme a una buona percentuale sui compensi per l’uso pubblicitario. È il tempo del raccolto, dei duetti con importanti partner musicali, delle dichiarazioni di stima di star del calibro di Aretha Franklin, Miles Davis, Bob Dylan, Nick Cave.
Anche il cinema arricchisce le colonne sonore con le interpretazioni di questa magnifica artista. Tra le canzoni scelte ricordiamo Feeling Good in Nome in Codice: Nina, (Luc Besson, 1993) e, più recentemente, voluta da Wim Wenders per Perfect Days (2023). My Baby Just Cares for Me la troviamo in Piccoli Omicidi tra Amici (D. Boyle, 1994), in Io Ballo da Sola (B. Bertolucci, 1996). Sinner Man è in Nuovomondo (E. Crialese, 2006) mentre I Got it Bad and That Ain’t Good impreziosisce Il Grande Lebowski (J. Coen, 1998).
In Adorabile Nemica (Mark Pellington,2017) Shirley MacLaine, nei panni di una eccentrica signora che si propone al direttore di una radio come Dee-Jay, ottiene il posto quando esclama che trovare un disco tanto degno da essere messo dopo Gin House Blues, sia un vero problema.
L’ultimo saluto al mondo
Il ritorno a casa, a Tryon, e la riconciliazione sciamanica con il padre defunto sembra regalarle ancora un po’ di serenità ma la malinconia non l’abbandona mai, puntualmente tradotta in canzoni come A single Woman
Sono quel che sono…soltanto una donna sola
C’è stato un tempo…non ricordo quando
In cui la casa era piena d’amore
Ma forse
Anche questo era un sogno
Si ritira in Francia nella sua abitazione di Carry-Le-Rouet e, il 23 Aprile del 2003, muore all’età di 70 anni, come da lei profeticamente dichiarato: “non voglio vivere più a lungo (di 70 anni n.d.r.) è solo maggior dolore”.
Tanti i messaggi di cordoglio sia da esponenti politici, sia da personalità della musica. Per sua volontà, viene cremata e le sue ceneri sparse in Africa.
L’aspetto peculiare di Nina – La storia musicale e politica di Nina Simone dal punto di vista è nel prezioso riportare – e in toto – la discografia, la bibliografia, le collaborazioni, le antologie tematiche, le colonne sonore, i tributi, i link di riferimento e l’attività dell’artista. Ottimo il corpus dei testi, ben selezionato e organizzato per la comprensione e l’approfondimento dell’analisi linguistico-culturale delle canzoni.
La scrittura di Gianni Del Savio è attenta a ogni dettaglio, così capace di contestualizzare i racconti editi ed inediti con il complesso periodo storico, politico e sociale dell’America del secondo dopoguerra. La divisione in 19, agili capitoli, permette anche ai neofiti di cogliere tutte le sfumature di questa corposa quanto rispettosa ricerca che ben si identifica con uno stile asciutto e rigoroso: solo fatti, precisione documentaristica, nessuna concessione a non verificate indiscrezioni.
Un autentico atto d’amore per una grande artista che rivive a ogni accenno di nota, a ogni parola svelata, a ogni vinile adagiato, a ogni scala di piano.
“What happened, Miss Simone? Specifically, what happened to your big eyes that quickly veil to hide the loneliness?
What formed this puzzle? What further convolutes this complexity?
“America!”
Silvia Levanti
SCHEDA DEL LIBRO
TITOLO: Nina. La storia musicale e politica di Nina Simone
AUTORE: Gianni Del Savio
EDITORE: ShaKe
PAGINE: 160
PREZZO: €.17,00
Codice ISBN: 979-1280214720
Data di USCITA: 7 luglio 2023
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