Neri Marcorè sul palco del Teatro Carcano con La Buona Novella di Fabrizio De André.
Se c’è un cantautore che mi ha tenuto per mano nelle varie fasi della mia vita, quello è Fabrizio De André.
Mi è impossibile dimenticare quelle audiocassette del nonno trovate in cantina mentre frequentavo le scuole medie, su cui c’erano incise Bocca di Rosa e La Guerra di Piero, le prime sue canzoni che imparai a memoria.
De André mi ha accompagnata anche durante la mia prima relazione importante. Lui suonava e io cantavo. E La Ballata dell’Amor Cieco era il nostro cavallo da battaglia.
Da universitaria è stato la voce che mi raccontava storie mentre giorno per giorno mi recavo in stazione.
E ancora oggi, in momenti particolari, sono le sue parole che indugiano sulle mie labbra e in cui ritrovo pezzi della mia stessa esistenza.
E come ogni 11 gennaio, quando studiavo a Milano, mi fermavo sui gradini del Duomo a intonare con tanti altri eterni ammiratori le sue canzoni, per ricordarne la sventurata scomparsa, così non posso perdermi lo spettacolo La Buona Novella, tratto dall’omonimo album pubblicato dall’autore nel 1969, diretto da Giorgio Gallione e interpretato da Neri Marcorè, in scena al Teatro Carcano dal 18 al 23 aprile 2023.
La Buona Novella è un concept album in cui le varie canzoni legate tra loro come gli anelli di una stessa catena ripercorrono i momenti salienti dei Vangeli. De André, però, trae le sue canzoni non dai Vangeli ufficiali, ma da quelli aprocrifi, come il protovangelo di Giacomo o il Vangelo armeno dell’Infanzia o i frammenti dello Pseudo-Matteo. Tra i personaggi spiccano la Vergine Maria, Giuseppe, uno dei ladroni crocifissi con Gesù, a fianco dei quali troviamo la folla dei semplici, dal coro delle madri al falegname al popolo intero.
Come osserva Gallione, è piuttosto caratteristico che nel ’69, in piena contestazione studentesca, un laico come De André scelga di affrontare un tema religioso.
Ma è lo stesso cantautore a rispondere a questa osservazione:
[…] Quando scrissi La buona novella (1969) eravamo in piena rivolta studentesca e ai meno attenti, vale a dire la maggioranza dei fruitori di musica popolare, il disco apparve come anacronistico. Ma cosa andava predicando Gesù di Nazareth se non l’abolizione delle classi sociali, dell’autoritarismo, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali? È un po’ come se io mi fossi rivolto ai miei coetanei che si battevano contro smisurati abusi di potere e di autorità e avessi detto loro: Guardate che lo stesso tipo di lotta l’ha già sostenuta un grande rivoluzionario 1969 anni fa e tutti sappiamo come è andata a finire.
Perché, a parer mio (di allora come di oggi) la lotta contro l’autorità, il potere e i suoi abusi, va combattuta ogni giorno individualmente: certo, ci sono momenti e casi eccezionali in cui è meglio lottare insieme, ma questo insieme deve essere una somma di individualità, non un branco di pecore che lotta in nome di un’ideologia astratta e che si ponga come obiettivo quello di rimpiazzare attraverso l’imposizione dei suoi dogmi lo stesso potere contro cui lotta, nella logica di “leva il culo tu che ce lo metto io”.
Ora compito di un artista credo sia anche quello di commentare gli avvenimenti del suo tempo usando però gli strumenti dell’arte: l’allegoria, la metafora, il paragone. Io osservando la lotta studentesca e le sue istanze, quelle giuste e sensate, ho parlato di un’altra lotta sostenuta da un uomo 2000 anni prima che aveva obiettivi analoghi.
Lo spettacolo La Buona Novella riprende un album di forte denuncia sociale che è già di per sé di taglio teatrale, trasformandolo, come dice lo stesso regista, in una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea in cui le canzoni di De André si alternano a brani tratti da quei Vangeli apocrifi cui lo stesso cantautore si è ispirato.
Tra musica e prosa si crea un sodalizio indissolubile, in cui i brani parlati sottolineano la forza evocativa delle canzoni e assieme ne svelano le fonti.
Le parti in prosa, aggiunte da Gallione, recitate in gran parte da Marcorè, raccontano l’antefatto de L’Infanzia di Maria, ovvero la sua nascita miracolosa, e riempiono il vuoto che va dall’infanzia di Cristo alla Crocifissione.
Quest’elaborazione fa sì che La Buona Novella non sia solo un susseguirsi di pezzi musicali, a mo’ di concerto, ma uno spettacolo originale, recitato, agito e cantato da attori, cantanti e musicisti. Tutti concordi nel riproporre quel ricchissimo patrimonio lasciatoci da Fabrizio De André, il quale ha saputo rendere più umani quei personaggi che nei testi sacri ci paiono sempre troppo ieratici e distanti da essere appieno compresi.
Lasciamoci trasportare dal potente messaggio nascosto dietro le parole di questo personaggio immortale.
Io sono già al Carcano. E voi?
Francesca Meraviglia
SCHEDA SPETTACOLO
Neri Marcorè in
LA BUONA NOVELLA
di Fabrizio De Andrè
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
arrangiamenti e direzione musicale Paolo Silvestri
con Rosanna Naddeo
voce e chitarra Giua
voce, chitarra e percussioni Barbara Casini
violino e voce Anais Drago
pianoforte e voce Francesco Negri
voce e fisarmonica Alessandra Abbondanza
scene Marcello Chiarenza
costumi Francesca Marsella
luci Aldo Mantovani
Produzione TEATRO STABILE DI BOLZANO, TEATRO CARCANO, FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA, MARCHE TEATRO
INFO E CONTATTI
Indirizzo: Teatro Carcano, corso di Porta Romana, 63 – Milano
Contatti: 02 55181362 | info@teatrocarcano.com | www.teatrocarcano.com
Orari: martedì 18, mercoledì 19, giovedì 20 aprile 2023, ore 19.30; venerdì 21 e sabato 22 aprile 2023, ore 20.30; domenica 23 aprile 2023, ore 16.30
Biglietti: posto unico numerato 38€
Vendite online: www.teatrocarcano.com
Fonte e foto: ufficio stampa Teatro, che si ringrazia.
Francesca è un’insegnante e un’appassionata di cultura in generale. Si emoziona di fronte a un testo ben scritto e versa sincere e calde lacrime quando un’opera d’arte le comunica emozioni. Canta a livello amatoriale e crede che la lettura sia il modo migliore per stringere legami forti.
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