SCHEDA DEL FILM
REGIA: James Gray
CAST: Anne Hathaway, Anthony Hopkins, Jeremy Strong
DURATA: 115 minuti
DATA di uscita: 23 marzo 2023
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
RECENSIONE
Armageddon time è l’ultimo lavoro di James Gray ambientato nella sua New York degli Anni ’80. E’ un bel film di formazione con le ottime interpretazioni di Anne Hathaway, Jeremy Strong e Anthony Hopkins.
Veniamo alla trama.
1980, Queens. Il modo in cui James Gray descrive questo mondo sull’orlo dell’esplosione culturale della scena hip hop è vivace e mai noioso. Siamo negli anni di Ronald Reagan e la scena politica che si preannuncia è qui in opposizione al clima di divertimento, colori e vita che tutti colleghiamo al decennio degli spensierati Anni ’80.
Il tutto si mischia al racconto fortemente autobiografico della famiglia ebraica di Gray, o meglio del suo alter ego Paul Graff, interpretato dalla sorpresa Banks Repeta. E’ un ragazzino delle medie che si sta affacciando all’adolescenza con tutta la sua voglia di ribellione e di scoprire il mondo. I primi segnali di indisciplina si rivelano quando preferirebbe ordinare cibo cinese invece di mangiare il pesce al forno preparato dalla madre.
A scuola invece si lega a Johnny (Jaylin Webb), un ragazzo nero schietto e diretto che non ci pensa due volte ad esprimere la sua opinione, anche con gli insegnanti. I due diventano amici e condividono i loro sogni, Paul vuole diventare un artista mentre Johnny vuole lavorare per la Nasa. La convinzione dei due di poter realizzare quello che vogliono rende le loro ambizioni realistiche, ma dovranno fare presto i conti con le loro famiglie e la crudele realtà della vita.
La parte più coinvolgente e convincente del film sono le scene di famiglia, in cui si srotolano le dinamiche di individui che spesso rivedono negli altri una possibilità di rivalsa che non hanno avuto.
Anna Hathaway è una madre esausta e disillusa, vive per la famiglia e per le soddisfazioni che il figlio le può dare. Jeremy Strong interpreta Irving Graff, padre dalla forte disciplina e dalle tante certezze. Anthony Hopking giganteggia nella parte del nonno amato da tutti e che dispensa saggezza.
Questo è il contesto in cui viviamo la crescita del giovane Paul. Il suo affacciarsi al mondo è accompagnato da una colonna sonora robusta ma ancora di più dalla scelta di rendere la città di New York quasi un personaggio a sè. La metropoli è ovunque, con i suoi rumori, il traffico, i suoi angoli ed i suoi momenti di silenzio.
In un anno in cui diversi registi hanno scelto di raccontare le loro storie personali, si pensi a Spielberg con The Fabelmans e Inarritu con Bardo, questo lavoro di James Gray si immerge in un contesto più ampio e nostalgico. Con un’ottima cinematografia la sua descrizione di famiglia è alle volte accogliente e altre invece una prigione.
L’ambizione è molta ma forse scivola e manca di concretezza nel finale in cui si fa fatica ad individuare un messaggio univoco. Ci si chiede a cosa voglia portare questo lavoro corale ma la risposta non è chiara. Un’altra pecca è che non tutti i personaggi godono dello stesso peso quando invece un maggior approfondimento sarebbe stato auspicabile.
Armageddon Time è in conclusione un film ben confezionato. E’ quasi un romanzo di formazione in cui tutti gli elementi si amalgamo bene. I personaggi danno vita ad uno spaccato di realtà in cui non è difficile riconoscersi, anche se di quegli anni molti hanno solo un ricordo o non li hanno mai vissuti. Con qualche accorgimento in più in fase di sceneggiatura sarebbe stato quasi perfetto.
Anna Falciasecca
TRAILER UFFICIALE
Bionda, sarcastica, appassionata di regia e di viaggi cerca di unire le sue passioni scrivendo un blog di viaggi, sceneggiature (che stanno comode nei cassetti) e recensioni. Il suo motto è “Blond is a state of mind”, modifica continuamente idea e tiene i piedi in diverse scarpe, tutte rigorosamente tacco 12. Le uniche cose che non cambierà mai sono: Woody Allen e Star Trek, di cui è incallita fan.
Sempre chiara le revensioni
Un bel film, ma non uno di quelli che non dimentichi. Ben integrato al periodo e alle ribellioni adolescenziali ,ma irreale rispetto ad un contesto familiare e ad un dato di fatto del ragazzo in se. Come macro argomento e ottimo, ma nei dettagli molto lacunoso, lento , dialoghi irrealistici