Recensione di CREED III, il nuovo film di e con Michael B. Jordan solo al cinema dal 2 marzo 2023.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Michael B. Jordan
CAST: Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Jonathan Majors, Wood Harris
DURATA: 116’
USCITA: giovedì 2 marzo 2023
DISTRIBUZIONE: Warner Bros Italia
RECENSIONE
Campione indiscusso della boxe, Adonis ormai si è ritirato per dedicarsi alla famiglia. D’altronde anche Bianca, a rischio di perdere l’udito come del resto la figlia non udente, ha lasciato la carriera di cantante e ora si limita a produrre i successi discografici di altri. Quando però Adonis incontra Damian, detto Dame, suo vecchio amico dei giorni in cui viveva in una casa famiglia, realizza di avere con lui un debito da pagare. Tutto sarà irrimediabilmente messo in discussione.
Il terzo capitolo della saga spin-off dell’amatissimo Rocky è diretto proprio dal suo attore protagonista, Michael B. Jordan, che dimostra una certa abilità dietro la macchina da presa anche se ormai della saga originale è rimasto ben poco.
Il film è ritmato, nonostante la boxe sia relegata quasi solo alla fine della pellicola, soprattutto nella fase dell’allenamento, che fin dai tempi del primo capitolo di Rocky è sempre stato il momento più atteso e appassionante per i fan.
Inaspettata la scelta registica con cui viene reso l’incontro finale, forse al passo coi tempi, in quanto ad un certo punto sembra di finire in un “metaverso” dove i due protagonisti in scena non si stanno solo sfidando col corpo, ma anche con la mente. L’incontro è quello col proprio passato, in una sorta di momento catartico dove entrambi hanno finalmente la possibilità di superare colpe, traumi e pentimenti.
Il resto del film però rimane scontato e del tutto prevedibile. Ma il problema risiede proprio nella sceneggiatura, una storia che appunto con la saga originale ormai c’entra ben poco anche se prova, quasi ad ogni sequenza, a infilarci dentro citazioni e similitudini.
Ciò che è peggio, purtroppo, è che il personaggio di Dame, interpretato da Jonathan Majors, è una grande occasione sprecata: lui che poteva essere un interessante “villain” alla fine non è altro che una macchietta stereotipata, il classico ex carcerato che il mondo ha trasformato in un criminale e che alla fine senza grandi motivazioni o evoluzioni interiori (ma dopo averle prese di santa ragione) si pente.
Grande assenza quella di Sylvester Stallone: la mancanza del suo sorriso comprensivo e malinconico si fa sentire, anche perché donava un certo calore al film, uno spessore e un senso di intelligenza e “filosofia di strada” che qui manca completamente.
Interessante la storia di Bianca, che rinuncia al suo sogno per via dei problemi di udito, ma anche qui manca un approfondimento che avrebbe reso il suo personaggio più sfaccettato, comprensibile e umano. Anche perché il parallelismo fra lei e il marito è sicuramente azzeccato: la famiglia sembra descritta come la “morte” dei sogni, entrambi, Bianca e Donnie, hanno deciso di indossare la giacca e la cravatta e chiudere le porte ai rischi, ma così facendo le hanno chiuse anche alla gratificazione e alla realizzazione dei propri sogni.
Donnie è troppo distante da Rocky: non molla mai la sua etichetta di eroe e di vincitore, mentre ciò che ci aveva fatto affezionare a Rocky era proprio il suo essere un perdente, il suo modo di rialzarsi dopo una sconfitta. Donnie non ha ombre, e se le ha sono ombre troppo poco fitte, ci si può vedere attraverso e non c’è niente di più rassicurante che mostrare subito la luce in fondo al tunnel del personaggio.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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