Recensione di Bussano alla Porta, il nuovo film di M. Night Shyamalan solo al cinema dal 2 febbraio 2023.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: M. Night Shyamalan
CAST: Dave Bautista, Jonathan Groff, Ben Aldridge, Nikki Amuka-Bird
DURATA: 100 min.
USCITA: giovedì 2 febbraio 2023
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
RECENSIONE
Mentre sono in vacanza in una baita isolata, una bambina e i suoi due papà vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse.
M. Night Shyamalan, regista indiano naturalizzato statunitense, ormai considerato il “padre” del fanta-thriller e grande fan dei camei nei suoi film un po’ come il maestro Hitchcock, adatta un romanzo di Paul Tremblaye e realizza un altro tassello della sua filmografia con l’ennesimo thriller ad alta tensione.
Ancora una volta l’inspiegabile fa capolino sulla scena creata da Shyamalan, e l’uomo, piccolo e impotente, non può far altro che fare un atto di fede, o soccombere. Tanto cristianesimo, ancora una volta, permea questa opera, l’uomo non può essere un individuo ma deve avere uno scopo in comune coi propri simili e se serve sacrificarsi per loro.
C’è tanta attualità, con i rischi che il nostro pianeta sta correndo, dalle pandemie alle catastrofi naturali come tsunami e terremoti: l’uomo è in grado di riconoscere queste minacce come reali e di porsi in una posizione attiva per fare qualcosa e cercare di rimediare, per quanto possibile, o è solo spettatore passivo?
Qui si chiede a una famiglia di passare dalla parte di chi agisce, e di chi mette i propri bisogni dopo i bisogni dell’umanità. Ma la famiglia in questione non è una famiglia come tante, è composta da due papà: entra così in questa pellicola la tematica dell’omosessualità. Il conflitto si fa così ancora più duro, perché si chiede a due uomini che sono sempre stati discriminati di sacrificare la loro libertà e il loro amore per un genere umano che si è dimostrato ignorante, intollerante e violento.
Le scelte di casting di Shyamalan sono sicuramente felici: da Dave Bautista, famoso ex wrestler, energumeno che in teoria impersonifica il cattivo ma in realtà è il classico “gigante buono” delle fiabe, al camaleontico Jonathan Groff, di cui abbiamo imparato a conoscerne l’espressione inquieta nella serie Mindhunter di David Fincher. Bussano alla Porta è quasi un home invasion al contrario, dove tutto gioca su quanto le apparenze ingannino.
Per una volta Shyamalan rinuncia al suo solito “twisted ending”, spiazzante e inaspettato, per un finale invece “perbenista” che sposa la morale cattolica, che fin dal suo primissimo film è presente nella sua filmografia. Un finale speranzoso, dove alla fine l’unione fa la forza.
Fiaba, film distopico e apocalittico, tragedia greca, thriller con elementi horror e home invasion: Bussano alla Porta è tutto questo, e forse c’è davvero troppa carne al fuoco, motivo per cui alla fine il film non lascia veramente il segno, apparendo a tratti scontato e superficiale.
Rimane comunque un film di cui consigliamo la visione, per seguire la filmografia di un regista che dagli esordi, dai tempi de Il sesto senso – uno dei maggiori successi commerciali di sempre – non si è mai omologato e ha sempre seguito il suo stile, le sue idee, rompendo gli schemi dei generi e della narrativa.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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