Recensione di MEGAN (o, meglio, M3GAN), l’horror di Gerard Johnstone solo al cinema dal 4 gennaio 2023.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Gerard Johnstone
CAST: Allison Williams, Ronny Chieng, Violet McGraw, Kimberley Crossman
DURATA: 102 min
DATA DI USCITA: 4 gennaio 2023
DISTRIBUTORE: Universal Pictures
RECENSIONE
Quando Gemma diventa improvvisamente la tutrice della nipote orfana di 8 anni, Cady, è insicura e impreparata a diventare genitore. Sottoposta a forti pressioni sul lavoro, Gemma decide di abbinare il suo prototipo M3GAN con Cady nel tentativo di risolvere entrambi i problemi: una decisione che avrà conseguenze inimmaginabili.
È la casa di produzione Blumhouse a sfornare il primo horror del 2023 con un horror/sci-fi dove non poteva mancare lo zampino di James Wan, creatore fra gli altri dei celebri Saw, Insidious, The Conjuring, e del più recente Malignant.
Il film, di cui Wan ha scritto il soggetto insieme a Akela Cooper, si colloca all’interno delle tante riflessioni amare – fra cinema e letteratura – sul pericolo della scienza: fra tutti però in particolare non si può non pensare al meravigliosamente inquietante romanzo Macchine come me dello scrittore e sceneggiatore Ian McEwan, anche se l’elenco di storie che trattano il tema dell’Intelligenza Artificiale che si ribella all’uomo sarebbe davvero molto lungo.
Avete presente la storia che dice che sono i gatti ad addomesticare noi umani e non viceversa? Ecco. La stessa cosa sta accadendo con le macchine e i dispositivi: noi li abbiamo creati, e sempre noi ne siamo diventati totalmente dipendenti e succubi, anche se ancora pensiamo di avere le redini.
Non ci alziamo più per accendere le luci dell’albero di Natale (Alexa lo fa al posto nostro), non usiamo la nostra memoria per ricordarci quale film ha vinto l’Oscar tre anni fa (Ok Google) e non puliamo più la casa (grazie all’efficiente Rumba). M3gan porta all’estremo questo concetto sostituendo una tutrice con una bambola robot: quanto mancherà al momento in cui non avremo più né voglia né tempo di educare i nostri figli? O anche solo di passare del tempo insieme, leggendo loro una storia prima di dormire o giocando a calcio all’aria aperta.
Il film sferza con il conta gocce gli elementi horror, che a dire il vero sono pochi, ma assestati bene: sicuramente efficace la sequenza in cui M3gan punisce un bullo che infastidisce la sua “padroncina” Cady, una scena inaspettata che colpisce e manipola. Perché M3gan è anche quella della scena strappalacrime in cui conserva nella sua sconfinata memoria il ricordo dei genitori di Cady e le promette che potrà rivederlo ogni volta che vorrà.
Il film purtroppo è però costellato da passaggi troppo veloci e superficiali e elementi troppo banali (la classicissima vicina di casa impicciona, o il cane che “sparisce” come primo indizio). L’aspetto che invece funziona ed è costruito molto bene è il rapporto di dipendenza tra M3gan e Cady, che inizia come una sorta di imprinting per poi deviare verso manipolazione, controllo iperprotettivo e ossessione. Fino ad arrivare ad una dissociazione vera e propria dalla realtà, come spesso accade ai bambini dopo un grave lutto.
Un film da vedere solo se non avete ricevuto Alexa per Natale.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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