BLOODY CALENDAR: 24 doni mortali nell’horror (non) natalizio di Patrick Ridremont

Recensione di Bloody Calendar, il film con Eugénie Derouand in home video dal 15 dicembre 2022.

La cover della versione bluray limited edition del film Bloody Calendar.

 

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Patrick Ridremont
CAST: Eugénie Derouand, Honorine Magnier, Clément Olivieri
DURATA: 105 min.
DATA DI USCITA HOME VIDEO: 15 dicembre 2022
DISTRIBUZIONE HOME VIDEO: Plaion / Midnight Factory


RECENSIONE

Eva (Eugénie Derouand) è una ex ballerina divenuta paraplegica dopo un incidente d’auto e ora costretta su una sedia a rotelle. Quando riceve in regalo un antico e misterioso calendario dell’avvento, Eva scopre che ogni giorno dalle caselline escono sorprese che le migliorano le condizioni di vita. Forse, però, a spese di chi la circonda…

Bloody Calendar, secondo film diretto dall’attore francese Patrick Ridremont, arriva in dvd e bluray limited edition di Midnight Factory: un incubo prenatalizio che in realtà col Natale non c’entra nulla, ma con la subdola tentazione della protagonista Eva (Derouand, una Miriam Leone col dono della recitazione) che un po’ come Dorian Gray baratta la sua morale in cambio di ottenere ciò che più desidera.

Non la giovinezza eterna, ma tornare a camminare, ritrovare un rapporto col padre malato e incontrare l’uomo dei suoi sogni: tutto questo è possibile, grazie a un intrigante oggetto diabolico, marchingegno occulto che le regala la felicità flagellando incolpevoli vittime collaterali.
In modo sostanzialmente rituale, l’antieroina di Bloody Calendar diventa assassina, un personaggio oscuro avvolta da sguardo vacuo ed aura gotica e Faust-iana (non a caso il calendario diabolico è stato creato e “parla” in tedesco).

La figura del “menomato” è del resto l’archetipo horror ideale per scatenare una reazione opposta contraria in nome dell’immoralità, o perlomeno insidiosa e autodistruttiva come insegnano i recenti Run (anch’esso nella collana Midnight) e The Nest di De Feo o classici come Il Segno del Capricorno (1948, regia di John Sturges) e La Finestra sul Cortile di Hitchcock.
Con questo centro di gravità, Ridremont costruisce in modo esperto il crescendo di corruzione e conseguentemente di sangue, cadendo un po’ nel cliché estetico e narrativo quando il Male si palesa ma tenendo la barra dritta fino al crudele finale.

Luca Zanovello

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