RESIDENT EVIL – LA SERIE sbarca in streaming e fa il pieno di critiche e… clic!

Recensione di Resident Evil – La Serie dal 14 luglio 2022 in streaming su Netflix.

Turlough Convery (Richard Baxter) e Ella Balinkska (Jade) in una scena della serie RESIDENT EVIL. Cr. NETFLIX © 2021.

C’erano una volta i vari film di Resident Evil, liberamente ispirati all’omonima saga di videogiochi survival horror della giapponese Capcom. Correva l’anno 2002 quando ebbe inizio l’avventura cinematografica e vent’anni più tardi, dopo vari reboot e versioni di animazione, ecco che su Netflix arriva il nuovo show, ideato da Andrew Dabb (Supernatural), che titola proprio come alle origini.

Questo ennesimo capitolo del franchise si ricollega ai precedenti accadimenti e, malgrado le stroncature senza mezzi termini, sia di pubblico sia di critica, che spopolano in rete (Metacritic gli affibbia un tristissimo user score pari a 1.5), abbiamo preso coraggio e abbiamo verificato in prima persona cosa vi fosse di veritiero e cosa invece fosse pure mito. È proprio vero che allorquando le aspettative rasentano il nulla assoluto, la nostra opinione è sempre migliore del previsto: la visione scorre e la sofferenza è minima. Il consiglio è di prenderla col sorriso!

Siena Agudong (una giovane Billie) e Tamara Smart (una giovane Jade) in una scena della serie RESIDENT EVIL, Cr. NETFLIX © 2021.

Oggi Raccoon City è tutta New e le protagoniste sono due sorelle, Jade e Billie Wesker ossia le figlie del ben noto Albert (interpretato da un convincente Lance Reddick). La narrazione è un continuo avanti-e-indietro tra la loro adolescenza (nel 2022) e il presente (nel 2036). Un presente post apocalittico di un mondo popolato da “zero” (i contagiati) che apparentemente non manifestano evoluzione, mentre i sopravvissuti dimostrano a loro volta i propri limiti non avendo ancora trovato una cura al misterioso T-virus, che oramai ha infettato la maggior parte della popolazione mondiale.

C’è pure un accenno al Covid, ai confinamenti disperati e alle regole da contagi fuori controllo – che peraltro non vengono rispettate neppure nel bel mezzo di un’Apocalisse (e il motivo lo scoprirete solo approcciando gli 8 episodi, di circa 1 ora ciascuno, ora disponibili in streaming). L’immedesimazione, che per taluni è accompagnata da un vero e proprio fastidio, è quindi semplice e probabilmente è favorita dal fatto che le creature mostruose e gli zombie siano diventati qualcosa di simile alla carta da parati.

Gli “zero” in una scena della sere RESIDENT EVIL, CR. NETFLIX © 2021.

Intrigati da una trama che prometteva fedeltà al videogioco originale – e nella realtà ne ha tratto solo spunto per le scene ambientate nel 2022 – presto ci siamo resi conto che, per l’ennesima volta nel passato recente, protagoniste siano due adolescenti poco inclini al rispetto delle regole. Quasi a confermarci che in quest’ultimo periodo la nostra generazione non sia più un target appetibile per i produttori cinematografici. In ogni caso, le due ragazzine sono tremende e dimostrano un’irritante coerenza comportamentale sino all’ultima scena, cosa che, di nuovo, funziona nel tenerci davanti al televisore, stante la speranza che qualcuno impartisca loro una lezione memorabile a cui avremmo voluto prender parte.

E torna per forza di cose pure l’Umbrella che a suo modo è una certezza: nel futuro, neanche a dirlo, non è cambiata. Non ha fatto altro che mettere in commercio l’ennesima sostanza instabile che ha provocato un caos indicibile. Motivo per cui tutto ciò che ruota attorno ai suoi laboratori e alla loro sicurezza assai paranoica non stupisce e non traumatizza lo spettatore, anzi… lo fa sentire quasi a casa! 

Lance Reddick (Albert) e Paola Nunez (Evelyn) in una scena della serie RESIDENT EVIL. Cr. NETFLIX © 2022.

Obiettivamente, la serie non brilla per precisione e qualità: oltre ai dettagli già menzionati, la trama è lacunosa; alcune scelte narrative (soprattutto nella seconda parte) sono carenti di logica; certe battute paiono fuori contesto e ai limiti dell’ironico; e man mano che il racconto procede si avverte una marcata volontà di chiudere in fretta e furia, quasi che gli stessi autori non credessero pienamente nel progetto.

A ben vedere, è stata sprecata la chance di offrire un prodotto di qualità superiore alla media – che un titolo come Resident Evil si sarebbe anche meritato – e, nonostante ciò, si è riusciti a sommare clic/ ore di visualizzazione grazie proprio ai tanti commenti che virano dal perplesso al quasi offeso (probabilmente dei fan incalliti). A questo punto una seconda stagione, per alcuni inspiegabile, è giocoforza attendersela e quelli come noi di sicuro si divertiranno ancora. 

Vissia Menza


TRAILER UFFICIALE

Foto: courtesy of Netflix.

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