BOWLING SATURNE: il violento film francese di Locarno75 che fa “scappare dalla sala”

Recensione di Bowling Saturne, il film di Patricia Mazuy in anteprima in Concorso Internazionale al Locarno Film Festival!

La locandina internazionale Bowling Saturne.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Patricia Mazuy
CAST: Arieh Worthalter, Achille Reggiani, Y-Lan Lucas
DURATA: 114 min.


RECENSIONE

Dopo la morte di loro padre, il prediletto figlio poliziotto Guillaume (Arieh Worthalter, Girl) e lo sbandato figliastro Armand (Achille Reggiani) ereditano il bowling da lui gestito. Guillaume cede immediatamente l’attività ad Armand nel tentativo di redimerlo dalla sua vita balorda, ma l’uomo diventerà solo più disturbato e dissociato dalla realtà, in un inarrestabile crescendo di rabbia e violenza…

Achille Reggiani in Bowling Saturne © Ex Nihilo – Les Films du fleuve – 2021.

Sta diventando ora dopo ora il film-caso del concorso del Festival di Locarno: Bowling Saturne della regista dijonese Patricia Mazuy (Saint-Cyr, vincitore dell’Award of the Youth a Cannes e di un premio César) spacca in due il sentiment di pubblico e critica che fuggono anzitempo dalla sala o ne escono incantati sui titoli di coda.

Particolarmente controversa – e già famigerata – una scena di brutale violenza (peraltro elegantemente girata) dopo circa trenta minuti, e più in generale un dramma-thriller crudo ed esplicito su una coppia di fratelli che più moralmente opposta non si può: un outcast senza fissa dimora che si arrangia e che cova in sé pulsioni abominevoli, un rigoroso agente di polizia alle prese con un inquietante crescendo di violenza cittadina.

Il casus belli di Bowling Saturne è comunque il dito e non la luna, perché basterebbe documentarsi quel tanto che basta per trovare come sia intrinseco in molte produzioni francofone anche autoriali (vedi Breillat, Dumont, Noé, ecc…) uno stile narrativo e visivo estremo per sviscerare e costituire i lati più oscuri degli uomini e delle linee di vita, le personalità aberranti e lo sfogo – spesso concentrato in poche emblematiche e concentrate sequenze – della loro magmatica pulsione eterodistruttiva. Ed in questo la Mazuy sembra fedele alla tradizione nazionale e brava a descriverla ed estetizzarla.

Achille Reggiani e Arieh Worthalter in una scena del film Bowling Saturne © Ex Nihilo – Les Films du fleuve – 2021.

Il suo film, piuttosto, può essere attaccabile per la strada che prende quando fa il giro di boa, una traiettoria che esce dalle tenebre del personaggio omicida del bravo Achille Reggiani e dalla riflessione compiuta sulle sue psicosi e privilegia la generica indagine del giusto Guillaume-Worthalter, insieme ad altre venature nobili e condivise (la denuncia al culto della caccia, ad esempio) ma che non c’entrano più di tanto e sfilacciano l’impatto della storia ruvida, brutale, che vuole/vorrebbe ragionare sulle estreme conseguenze di disparità, frustrazioni e rancore nei confronti dell’intera esistenza.

Peccato perché forse con qualche scelta narrativa diversa Bowling Saturne sarebbe diventato un cult dall’aura maledetta (come Sombre di Philippe Grandrieux che proprio a Locarno esordì) e non avrebbe prestato il fianco, o non fino a questo punto, alle consuete accuse di gratuità e feticizzazione della violenza. Qualcosa che il film in realtà non fa, ma nemmeno riesce a smentire seccamente con quell’impennata di qualità e di significato antropologico che sognavo. Vedere per schierarsi.

Luca Zanovello

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