First Kill, la nuova serie Netflix LGBT sui vampiri, è disponibile in streaming su Netflix dal 10 giugno 2022.
Cari lettori,
come state sopportando quest’inizio d’estate soffocante? Avete già stretto un legame indissolubile con il ventilatore? Oppure vivete la mia stessa condizione, ovvero quella di chi è allergico a condizionatori e ventilatori e, soprattutto, ha una fifa blu degli insetti e dorme pertanto con le gelosie ben chiuse, cosicché oltre agli esseri ronzanti e punzecchianti non passa neppure l’aria?
Proprio perché il caldo mi dà alla testa ho avuto l’insana idea di buttarmi nella visione di una delle tante serie sui vampiri.
In fondo, quelli della mia generazione sono particolarmente affezionati a questo genere di storie. Siamo stati adolescenti, mentre Buffy l’Ammazzavampiri imperversava sui canali Mediaset; abbiamo frequentato l’università mentre i fratelli Salvatore ci rubavano il cuore in The Vampire Diaries, non sapendo deciderci tra Stefan e Damon. E non parliamo di Twilight, su cui libri e davanti ai cui film abbiamo sognato tutte di essere un po’ meno amorfe di Bella.
Ogni tanto penso a quanto si sentirebbe fiero Bram Stocker, autore del romanzo Dracula, se fosse ancora vivo e potesse constatare quanta fama letteraria e cinematografica continuano ad avere i vampiri.
Comunque, proprio perché con questo genere di storie ho sempre avuto dimestichezza, mi sono lasciata tentare e ho iniziato la visione della serie First Kill, disponibile in streaming su Netflix a partire dal 10 giugno 2022.
La serie, composta da 8 episodi e tratta dall’omonimo racconto pubblicato nel 2020, è ambientata a Savannah e racconta la tormentata storia d’amore tra due adolescenti, Juliette (Sarah Catherine Hook) e Calliope (Imani Lewis). Le due ragazze, un po’ come i celebri protagonisti della tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta, provengono da due famiglie in lotta tra loro. Eh sì, perché Juliette appartiene alla stirpe dei vampiri, mentre Calliope (detta Cal) è membro di una famiglia di cacciatori di mostri.
Alla prima lettura della trama non mi ero resa conto che si trattasse di una serie LGBT.
Non sono una grande fan del genere, non tanto per preconcetti o bigottismi di fondo, ma quanto per un certo fastidio nei confronti di questo politically correct americano che deve sempre accontentare tutti e che quando non sa più cosa inventarsi inserisce nelle storie categorie (che brutta parola!) di persone discriminate e alla ricerca della propria emancipazione.
Tuttavia, quest’aspetto nella serie creata da Victoria Schwab non è particolarmente accentuato e, anzi, la storia tra le due ragazzine, assieme a quelle dei genitori di entrambe, è forse uno dei punti forti della serie, uno degli elementi che le permettono di non calare a picco sul finale.
Perché davvero First Kill cominciava proprio bene: con una vampira che non vuole compiere la sua prima uccisione e diventare un mostro assetato di sangue, con una presenza misteriosa nella famiglia di Juliette, il fratello Oliver (Dylan McNamara), con sparizioni misteriose ad opera di mostri, che tanto ricordava un’altra serie cult della mia adolescenza, Smallville.
Però, c’è un però. In un batter d’occhio ci si ritrova nel solito vortice in cui un folle vuole dominare una città o addirittura il mondo, come abbiamo già visto in troppe storie. E non solo di vampiri.
Certo, se faranno una seconda stagione, sono certa che la vedrò perché ci sono personaggi cui mi sono volente o nolente affezionata, come la sorella di Juliette, Elinor (Gracie Dzienny), la cui somiglianza con Rebekah (Claire Holt) di The Vampire Diaries è impressionante. Tuttavia, non è una di quelle serie che a mio avviso meritano un rewatch.
Ci resta una sola speranza: che nella seconda stagione riaggiustino il tiro. In fondo, abbiamo già assistito a simili miracoli. A me per esempio era accaduto con Guida Astrologica Per Cuori Infranti. Quindi, non disperiamo!
Francesca Meraviglia
TRAILER ITALIANO
Francesca è un’insegnante e un’appassionata di cultura in generale. Si emoziona di fronte a un testo ben scritto e versa sincere e calde lacrime quando un’opera d’arte le comunica emozioni. Canta a livello amatoriale e crede che la lettura sia il modo migliore per stringere legami forti.
Mi ricorda troppo The vampire diaries in tante scene a differenza che non v’è il fascino dei fratelli Salvatore e manca di originalità anche se nel complesso non è male però si dovrebbero sforzare di renderlo più intetessante altrimenti ne diventa una brutta copia