Terra Desolata di Eliot festeggia i suoi primi cento anni sul palco del PACTA SALONE.
A tutto c’è rimedio, fuorché alla morte.
Questo uno degli adagi che mia madre è solita ripetermi da una vita. E come si può dare torto a queste sentenze che in poche parole sintetizzano grandi verità?
Infatti, cosa teme di più l’uomo se non quel momento che annulla l’esistenza?
Perché, anche se Epicuro dichiara che non bisogna temere la morte, visto che quando noi ci siamo lei non c’è e quando c’è lei non ci siamo noi, chiunque sia un po’ attaccato alla vita non può pensare così pacificamente a quando verrà la sua ora.
Eppure c’è ben altro da temere. Un nulla diverso dalla morte. Quel nulla che assomiglia a un enorme buco nero che avvolge tutte le certezze umane.
È il nulla della Terra Desolata (The Waste Land), poemetto in prosa e in versi di Thomas Stearns Eliot, la quale sottolinea attraverso molteplici ed eccentrici ritratti la condizione dell’uomo moderno (e contemporaneo) che, persa la propria identità, abituato ad essere protagonista dell’esistenza, tenta di recuperare sé stesso assumendo voci altre e diverse.
Terra Desolata fu pubblicata per la prima volta proprio un secolo fa, nell’ottobre del 1922, e proprio in occasione di questo centenario Annig Raimondi porta sul palco del PACTA SALONE quest’opera nella traduzione di Roberto Sanesi.
Lo spettacolo, in scena dal 18 al 20 maggio 2022, oltre al celebre poemetto dell’autore anglo-americano, riprende anche alcune delle famose note di alla Terra Desolata e brevi frammenti dai Quattro Quartetti.
Ma di cosa parla mai la Terra Desolata?
Prima di tutto è un testo diviso in cinque sezioni, in cui ogni elemento, per dirla in termini tecnici, è correlativo oggettivo di un altro.
Nella Terra Desolata le varie parti dialogano tra loro, attingendo a piene mani da tradizioni diverse: dalle filosofie orientali a testi sacri come i Veda, ai profeti biblici, a Sant’Agostino.
Come la nostra amata Divina Commedia, anche l’opera di Eliot altro non è che l’allegoria di uno spirito smarrito. Solo che lo spirito smarrito che altro non è che l’uomo novecentesco non può più, come faceva Dante, aggrapparsi alla sicurezza della fede.
Terra Desolata ha una struttura frammentaria proprio perché l’uomo moderno non si concepisce più come un uno solido, ma come una realtà più fluida. Per dirla alla Pirandello, come Uno Nessuno e Centomila.
Un’opera del genere sembra fatta apposta per essere rappresentata a teatro, il luogo dove per eccellenza l’Io è portato a riflettere ed interrogarsi.
Dice appunto Sanesi:
La Terra desolata si presenta come testo di straordinario interesse per una esecuzione in forma teatrale. Si intuisce, nella rapidità del montaggio delle varie scene, nel suo procedere per stacchi, spostamenti di tempo e luogo, riprese del leit-motiv, variazioni di tono e di linguaggio, una drammatizzazione del testo poetico che approfitta indifferentemente dei congegni del teatro elisabettiano, del music-hall popolare, della poesia ‘metafisica’, della sacra rappresentazione medioevale, della costruzione allegorica, del nonsense ironico o infantile come della suggestione simbolista.
Non è certo semplice tener dietro ai deliri del testo di Eliot e forse proprio per questo grazie ai numerosi cambi di registro di Annig Raimondi saremo in grado di cogliere meglio questo monologo a più voci.
Riuscirà l’Io della Terra Desolata, e noi con lui, a trovare un nuovo senso della sua esistenza?
Scopriamolo assieme, festeggiando degnamente questo centenario!
Francesca Meraviglia
INFO E CONTATTI
Indirizzo: PACTA SALONE, via Ulisse Dini 7, Milano
Contatti: 0236503740 | www.pacta.org | biglietteria@pacta.org | promozione@pacta.org | ufficioscuole@pacta.org
Orari: mercoledì 18 e venerdì 20 maggio, ore 20.45; venerdì 19 maggio, ore 19.
Biglietti: Intero 24€; Rid. Convenzioni, CRAL e gruppi (min. 10 persone) 16€; Under 25/over 60 12€; gruppi scuola 9€
Orari biglietteria: nei giorni di programmazione la biglietteria apre 90’ prima dello spettacolo
Acquisto biglietti: www.pacta.org
Fonte e foto: ufficio stampa del teatro, che si ringrazia.
Francesca è un’insegnante e un’appassionata di cultura in generale. Si emoziona di fronte a un testo ben scritto e versa sincere e calde lacrime quando un’opera d’arte le comunica emozioni. Canta a livello amatoriale e crede che la lettura sia il modo migliore per stringere legami forti.
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