Recensione della commedia IL RITRATTO DEL DUCA con la splendida coppia Helen Mirren e Jim Broadbent, tra senso dell’umorismo e un lieto fine da favola.
SCHEDA DEL FILM
TITOLO ORIGINALE: The Duke
REGIA: Roger Michell
CAST: Jim Broadbent, Helen Mirren, Matthew Goode, Fionn Whitehead
DURATA: 96 min.
DATA DI USCITA: 3 marzo 2022
DISTRIBUZIONE: BIM
RECENSIONE
Dopo due anni di attesa a causa della pandemia, la commedia molto, molto british Il ritratto del Duca è ora pronta a rubare la scena sui grandi schermi italiani con il suo divertente racconto pieno di roseo ottimismo.
Gran Bretagna, 1961.
La terra di Albione è in attesa di uno dei processi più intriganti degli ultimi anni: il signor Kempton Barton (Jim Broadbent) è accusato di aver rubato dalla National Gallery il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya, dipinto appena acquistato per 140,000 sterline.
Newcastle, Gran Bretagna, 1961 (ma sei mesi prima).
Il signor Kempton Barton è un taxista a tempo perso, affettuoso marito della burbera moglie Dorothy (Helen Mirren) e padre amorevole di due ragazzi assai svegli. Personalità dalla vitale vena letteraria e la lingua pronta al motto di spirito, scrive improbabili commedie come “Le avventure di Susan Christ” in cui la protagonista è Gesù Cristo, però nato donna, dedicandosi a campagne di alto senso civico in favore degli anziani, dimenticati dalla società.
Nel suo zelante mirino c’è soprattutto la tassa televisiva per il canale TV della BBC, obbligatoria anche quando non arriva il segnale. Le sue argute rimostranze vengono spesso riprese dal giornale locale. Ed è proprio in nome di tale, nobile battaglia che Kempton Barton si reca per due giorni a Londra, nella speranza di farsi ascoltare dai membri del Parlamento.
Il ladro della National Gallery e Mister Barton sono la stessa persona, senza ombra di dubbio, come è indubbio che il dipinto sia stato spontaneamente restituito. Questa è davvero tutta la verità?
“L’atto è un tentativo di borseggiare le tasche di chi ama l’arte più della carità”
Tratto da un fatto realmente accaduto, Il ritratto del Duca è un corso accelerato di humor inglese, buoni sentimenti e l’ennesima prova che due attori di rango, come sono Helen Mirren e Jim Broadbent, possano valorizzare un film sostanzialmente corretto ma non indimenticabile. Sono loro due i pilastri del racconto, sono loro a dare vita e azione ai caratteri, gesti, sguardi e dialoghi fulminei, leggeri come una danza. Il regista Roger Michell, autore che si è fatto amare per film cult come Notting Hill e che è tristemente venuto a mancare nel 2021, dirige con passo sicuro e una grande attenzione alle atmosfere anni ‘60, tradotte in un divertente quanto incisivo utilizzo dello Split Screen.
Eppure, La sensazione di un meccanismo non perfettamente armonico prende forma non appena la scena si allontana dai due protagonisti per focalizzarsi su racconti secondari. In particolare, sembra perdere il filo nei caratteri dei figli, l’aspirante costruttore di barche e lo scaltro ma innocuo mascalzone: il loro peso specifico nella storia appare superflua, fuori tema.
Molto rumore per nulla, come direbbe William Shakespeare?
Nonostante qualche tratto di monotonia e un finale che più felice e lieto non si potrebbe, Il ritratto del Duca è un’ immersione nella speranza e nel fidarsi del prossimo. Il ritratto del Duca, in uscita il 3 Marzo, potrebbe soffrire di film molto più competitivi come The Batman e sarebbe un vero peccato. Di questi tempi, avremmo tutti bisogno del suo messaggio di speranza e di un lieto fine, senza condizione alcuna.
Silvia Levanti
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