Recensione dello spettacolo L’Attimo Fuggente con Ettore Bassi in scena al Teatro degli Arcimboldi.
In questi ultimi mesi mi ero dimenticata di quanto fosse bello entrare in una sala coi drappi rossi. Guardare il pubblico riempirla a poco a poco della propria presenza e delle proprie chiacchiere in attesa dell’inizio dello spettacolo.
Averla riprovata in questi giorni è stato come tornare indietro nel tempo. A quando neanche sapevo cosa fosse il covid.
Ed è successo proprio nel teatro in cui avevo assistito all’ultimo concerto, quello di Elisa. Il Teatro degli Arcimboldi.
Anche lo spettacolo era di quelli che non potevano lasciare indifferenti.
Si trattava de L’Attimo Fuggente, diretto da Marco Iacomelli, con Ettore Bassi nella parte del professor Keaton, in scena appunto presso il Teatro degli Arcimboldi venerdì 14 e sabato 15 gennaio 2022.
Ho sempre amato la versione cinematografica, per cui ero davvero curiosa di verificare se anche la versione teatrale avrebbe riscosso la mia approvazione.
Sorprendentemente, mi sono resa conto che mi è piaciuta ancora di più.
Forse per la scenografia volutamente minimale, forse per gli stacchi musicali ridotti al minimo, forse per certi accorgimenti di regia che hanno reso ancora più pregnanti i messaggi veicolati.
Ho trovato davvero bravissimi tutti gli attori, ma in particolare Ettore Bassi, il quale ha saputo confrontarsi più che onorevolmente con un mostro sacro della recitazione cinematografica, Robin Williams.
Oltre a lui, ho apprezzato moltissimo Matteo Vignati, nella parte di Neil Perry, che per più volte mi ha fatto pensare muovesse solo le labbra, tanto la sua recitazione era simile a quella del doppiatore di Robert Sean Leonard.
Una recitazione che emoziona davvero e fa sentire tutto l’entusiasmo dell’animo sognatore di Neil.
Oltre all’apprezzatissima aderenza alla storia generale, capace di suscitare come sempre tante emozioni e riflessioni negli spettatori di ogni età, ho trovato particolarmente coinvolgente la scena che precede il suicidio di Neil che con il suo carattere corale, come se fosse un contrappunto, fa da trampolino e rinforza l’atroce gesto.
Anche la scelta di inserire sul pannello retrostante gli attori alcune frasi della poesia di Walt Whitman O Capitano! Mio Capitano, che l’autore scrisse per la morte del presidente americano Abramo Lincoln e che diventa l’epiteto con gli alunni si riferiscono al professor Keaton, come se lui fosse il capitano della nave che li conduce verso l’età adulta, conferisce maggior valore alle scene e alle parole.
Eh sì, perché L’Attimo Fuggente resta un’opera al cui centro ci sono le parole e il potere che da essere può scaturire. Parole che possono donare vita, amore, gioia, ma ahimè anche morte.
Bellissima rivisitazione di questo cult che ha ormai gli anni di Cristo, ma che resta capace di parlare anche alle difficili nuove generazioni.
Francesca Meraviglia
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro per l’opportunità e le foto.
Francesca è un’insegnante e un’appassionata di cultura in generale. Si emoziona di fronte a un testo ben scritto e versa sincere e calde lacrime quando un’opera d’arte le comunica emozioni. Canta a livello amatoriale e crede che la lettura sia il modo migliore per stringere legami forti.
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