Recensione di HOUSE OF GUCCI, il film con Lady Gaga e Adam Driver al cinema dal 16 dicembre 2021.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Ridley Scott
CAST: Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Jeremy Irons, Al Pacino
DURATA: 158 min.
USCITA: giovedì 16 dicembre 2021
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci si conoscono a una festa, si innamorano, si sposano nonostante siano osteggiati dal patriarca della famiglia, Rodolfo Gucci. La sfrenata ambizione della donna però la porterà a tessere spericolate strategie, che innescano una spirale incontrollata di tradimenti, decadenza, vendette.
Non c’è alcun dubbio sul fatto che la nuova fatica di Ridley Scott (di cui abbiamo da pochissimo visto la penultima, The Last Duel) ha già raccolto e raccoglierà opinioni e commenti oltremodo contrastanti. Il film, sceneggiato da Roberto Bentivegna, è basato sul romanzo di Sara Gay Forden The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed ed è incentrato sulla nota e cupissima vicenda che ha coinvolto Maurizio Gucci e la sua ex moglie Patrizia Reggiani, mandante dell’omicidio del marito, poi processata e condannata per il reato.
Ridley Scott mette in scena una nuova parabola del potere, facendole però indossare i panni della soap opera, una telenovela vera e propria che il regista decide di trattare in modo libero, servendosi di un cast d’eccezione che sorprende per l’incredibile lavoro fatto su corpo e voce.
Lady Gaga si riconferma, dopo A Star is Born, uno straordinario animale da palcoscenico indossando alla perfezione gli abiti di una donna che compie un arco di trasformazione devastante, una donna che vuole tutto, e si prende tutto, proprio perché è disposta a perdere tutto (cosa che infatti poi avviene, come nelle migliori fiabe nere).
Un Adam Driver sottotono? Per niente, in realtà tutt’altro: è abilissimo proprio ad interpretare quel tipo di personaggio, così succube, così passivo, ma anche così menefreghista, e come si muove, come parla, i suoi gesti, tutto porta alla rappresentazione di quella figura umana, a quell’impassibilità. Esoso Jared Leto, re della metamorfosi, forse un po’ troppo sopra le righe? No, perché anche lui con la sua parlata quasi da opera in realtà veste forse il ruolo più tragico del film, quello del figlio mai considerato, il figlio stupido, “l’idiota” a cui volere bene ma le cui idee sono solo da deridere. Quello da prendere in giro e al limite usare per i proprio scopi. La parodia di se stesso.
Una parabola – inquietante, nera, forse inevitabile, sconvolgente – che certamente è costruita e tenuta in piedi grazie a tanti fattori, dalle interpretazioni attoriali, a una sceneggiatura molto precisa nel descrivere le trasformazioni sottili ma repentine di tutti i personaggi coinvolti. E poi la musica, che non poteva essere più azzeccata, che racconta una saga famigliare, sì, ma anche la storia di un paese corrotto, superficiale, immobile in fondo, incapace di uscire dagli schemi e dai ruoli che sono poi quelli che tengono imprigionati anche i Gucci: Aldo che addirittura finirà in galera, Rodolfo (un Jeremy Irons quasi struggente nella sua durezza) che si è chiuso nel suo castello, dove la gloria passata regna sovrana, Maurizio che è incapace di prendere qualsiasi decisione e alla fine è, anche lui, vittima di se stesso.
Il tutto visto dagli occhi impietosi di un regista che con una tragica ironia parla di potere, amore malato, morboso, malsano, parla di fallimenti, di cadute sempre troppo in basso, di revenge, riscatto, di invidia, ma anche di grande sogni, di grandi amori, di grandi abbandoni e mancanze.
E alla fine nonostante i suoi apparenti difetti House of Gucci è un film irresistibile, due ore e trentotto minuti di continue sorprese, un film eccentrico, un po’ folle, sicuramente sopra le righe, quasi vanziniano in certi passaggi, ma comunque – e proprio per tutti questi motivi – irresistibile.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Foto: ufficio stampa, che si ringrazia
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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