Pattini d’Argento su Prime Video: recensione del film

Su Prime Video il film Pattini d’Argento, una trasposizione russa dell’omonimo celebre romanzo.

Il poster del film Pattini d’Argento ora su Prime Video.

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Serebrjanye kon’ki
REGIA: Michael Lockshin
CAST: Fedor Fedotov, Sonya Priss, Yuriy Borisov
DURATA:130 min.
DATA DI USCITA (streaming): 26 maggio 2021
DISTRIBUTORE: Eagle Pictures


RECENSIONE

Settimana scorsa sono andata a fare un’opera di bene che ovviamente ha giovato molto più a me stessa che ai destinatari di tale gesto. Sono andata a cantare fuori da una casa di riposo.

Esatto, avete capito bene. Fuori.

Purtroppo, era l’unico modo sicuro per permettere agli anziani di godere di un po’ di musica.

È stata un’esperienza bellissima che mi ha riempito il cuore – ma anche la pancia, visto che mi hanno offerto una bella tazza di cioccolata calda fumante accompagnata da una fetta di torta.

La sera, però, ho iniziato ad accusare le due ore e più passate al freddo e al gelo (lo so, sono delicata e deboluccia) e la mattina dopo mi sono ritrovata a letto con una bella infreddatura.

La copertina del romanzo di Mary Mapes Dodge.

Per ammazzare il tempo, ho iniziato a spulciare le varie piattaforme di contenuti in streaming, finché non ho trovato un titolo su Prime Video che ha catturato la mia attenzione.

Si tratta di Pattini d’Argento, film del 2020 diretto da Michail Lokšin.

Mi è bastato leggere il titolo per emozionarmi e sentirmi di nuovo bambina. Quella bambina che ha letto decine di volte l’omonimo romanzo di Mary Mapes Dodge.

Già mi immaginavo trascorrere le seguenti due ore a rivivere le vicende della famiglia Binker sui laghi ghiacciati dei Paesi Bassi, a vedere Gretel vincere il primo premio della corsa sui pattini, gli ambitissimi pattini d’argento.

E invece no.

Di quella storia che mi ricordavo tanto bene non v’è proprio traccia.

Non ci sono né Hans né Gretel. E neanche la corsa sul ghiaccio. Restano solo i pattini d’argento che non sono più il premio della corsa, bensì un cimelio di famiglia.

Un dettaglio del film Pattini d’Argento – Photo: courtesy of Eagle Pictures.

Di cosa parla dunque questa ennesima versione del romanzo Pattini d’Argento che sicuramente si protegge con un “liberamente tratto”?

Ci troviamo nella San Pietroburgo del XIX secolo, in cui i destini di due ragazzi di estrazioni sociali molto differenti finiscono per incrociarsi. Lui, Matvej, povero in canne, finisce per unirsi a una banda di borseggiatori; lei, Alisa, ricca e altolocata, sogna di poter andare all’università a studiare chimica, ma incontra la disapprovazione del padre.

Ovviamente i due si innamoreranno e dovranno superare molti ostacoli per stare insieme.

La struttura della trama è, come si può notare, piuttosto scontata, con più di qualche reminiscenza shakespeariana.

Per certi versi ricorda Romeo e Giulietta, anche se qui, state sereni, lettori, avremo il nostro happy ending.

Una scena del film Pattini d’Argento. Photo: courtesy of Eagle Pictures.

Tuttavia, il film Pattini d’Argento resta un’opera gradevole che si segue bene, con tra l’altro delle scene davvero belle e ad effetto come le innumerevoli corse sul ghiaccio o gli altrettanto coreografici balli.

Anche le musiche danno un senso fiabesco all’atmosfera, che non può che emozionare lo spettatore, cui fa eco la particolare cura delle ambientazioni.

Insomma sembra quasi, in certi punti, di assistere a un balletto in stile Tchaikovsky, cui si accompagnano degli intermezzi che mostrano la Russia dei romanzi di Dostoevskij. Quella Russia in cui a fianco dello sfarzo dei ricchi cammina la miseria più nera, che fa appello a qualsiasi espediente per sbarcare il lunario.

La pecca resta quindi una sola: aver scelto il medesimo titolo di un romanzo parecchio conosciuto e aver raccontato un’altra storia, anch’essa molto bella, senza averle dato un altro nome.

Francesca Meraviglia


TRAILER UFFICIALE ITALIANO

Foto: ufficio stampa Eagle Pictures.

View Comments (3)

  • Questo film è un aborto. Per favore, levate ogni riferimento al classico di Mary Mi.Dodge, visto che del classico americano non ha nulla a parte il titolo.
    È tutta una becera operazione di restyling della Russia, ossessionata dall'Occidente e drammaticamente impegnata nell'imbastire opere di abbellimento per ripulire l'immagine di sé.
    Il film è tecnicamente ben realizzato, ma la storia è una completa balla, con un finale del tutto inverosimile rispetto alla Russia zarista di inizio secolo.
    Due ore buttate.

  • Anche io mi sono imbattuta per caso in questo film attratta dal titolo che mi ricordava un libro letto da bambina di cui peraltro non ricordavo piu' la trama.... Incuriosita dal fatto che fosse un film russo ambientato in Russia... Beh l'ho trovato affascinante, romantico, sognatore... E mi ha fatto riflettere... In questi giorni in cui si parla di Russia come della 'cattiva' di turno, ho pensato che anche lì ci sono persone che pensano all'amore alla bellezza ai sogni....e mi sono chiesta cosa c'è di sbagliato in tutto questo? Perchè credere ai sogni, alla diversità, all'emancipazione delle donne continua ad essere un problema così grande? Ecco allora ho ammirato questo regista che della storia originale ha tenuto pochi elementi: il periodo di Natale, il padre malato, il figlio altruista e bravo pattinatore...e ne ha fatto una storia diversa si...ma dove comunque c'è un sogno che si realizza proprio lì dove sembra impossibile...così come succede nelle favole, nelle magie a cui credono i bambini e a cui dovremmo credere di più anche noi grandi.

    • Perché la tavoletta narrata da questo film è del tutto fuori dal contesto storico reale. È una mera operazione di propaganda. Ormai non mi stupisco più di niente riguardo a quel Paese..

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