Recensione di NOWHERE SPECIAL, il film di Uberto Pasolini al cinema dall’8 dicembre 2021.
SCHEDA FILM
REGIA: Uberto Pasolini
CAST: James Norton, Daniel Lamont, Eileen O’Higgins, Valerie O’Connor
DURATA: 91 min.
USCITA: mercoledì 8 dicembre 2021
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
RECENSIONE
John, un lavavetri di trentaquattro anni, dedica la vita a crescere il figlio di quattro anni, Micheal, poiché la madre del bambino li ha lasciati subito dopo la nascita. La loro è una vita semplice, fatta di rituali quotidiani universali, una vita di completa dedizione e amore innocente che mostra la forza della loro relazione. John ha però davanti a sé pochi mesi di vita. Poiché non ha una famiglia a cui rivolgersi, trascorrerà i giorni che gli restano a cercarne una nuova, perfetta, a cui dare in adozione Michael, provando a proteggere il suo bambino dalla terribile realtà.
Uberto Pasolini è il cantore delle piccole cose, della quotidianità, della tenerezza e della sofferenza. Una sofferenza asciutta, silenziosa, che non viene mai esibita, ma che si posa su ogni cosa come un leggero velo. Quella che Pasolini riesce a mettere in scena nei suoi film è una sofferenza che riesce ad entrare nel cuore delle persone poco alla volta, in punta di piedi, in un climax in crescendo che si porta via pezzi del nostro cuore.
Per farlo si serve di una sceneggiatura perfetta, dove ogni parola è al posto giusto ed è lì a rappresentare l’amore puro, e di una regia essenziale, che in alcuni momenti – quelli più toccanti – assume anche il punto di vista del bambino. La macchina da presa è discreta, le riprese leggere.
Se in Still Life il regista ci aveva parlato di quello che c’è dopo la morte, qui ci parla di cosa c’è appena prima.
E la prima sequenza del film è il suo testo introduttivo: Pasolini, mettendo in scena il protagonista del film, che lava con cura una vetrata, sembra proprio dirci che il suo intento è quello di mostrarci qualcosa di vero, senza filtri, senza schermi, senza maschere. Possiamo guardare queste storia attraverso una vetrata pulita, che non nasconde niente.
Sconcertante la bravura del piccolissimo Daniel Lamont, di soli quattro anni, un attore nato, dal talento immenso, dotato di una sensibilità e consapevolezza rare. E non è da meno James Norton: insieme i due riescono a creare qualcosa che va oltre al binomio padre-figlio e che è davvero una storia d’amore.
Il film si ispira a eventi reali e tratta uno dei temi più dolorosi e universali che ci siano. Il film tratta sì la morte, ma non se ne parla mai veramente. Non c’è l’ombra del melodramma perché quello che davvero vediamo sullo schermo è un padre che cerca una soluzione a una situazione che è la più ingiusta che ci sia: lasciare un figlio orfano. Ed è la prospettiva adottata dal regista a spezzare ogni certezza, perché non è quella del figlio che rimane solo, ma è quella del padre che soffre perché sa che lascerà quel bambino che ha messo al mondo e che ama infinitamente da solo.
E ancora una volta risiede proprio nelle piccole cose la grandezza di questa pellicola, nei dettagli di scrittura che rimarranno per sempre impressi negli spettatori e che sono una enorme lezione di scrittura: gli specchi del Luna Park che deformano i corpi del padre e del figlio, facendo sembrare grande il figlio e piccolo il padre (che è troppo, troppo giovane per morire), o la candelina che Michael porge a John come a dirgli “non andare via”.
Pasolini ha inventato un nuovo neorealismo. La poesia non ha confini, così come il camion sul cuore che si percepisce usciti dalla sala.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER FILM
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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