Recensione di ETERNALS, il noioso e pretenzioso film con Richard Madden, Angelina Jolie e Salma Hayek dal 3 novembre al cinema.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Chloé Zhao
CAST: Gemma Chan, Richard Madden, Angelina Jolie, Salma Hayek, Kumail Nanjiani
DURATA: 157 min.
DATA DI USCITA: 3 novembre 2021
DISTRIBUTORE: The Walt Disney Company Italia
RECENSIONE
Come nella più classica delle storie anche in Eternals il nuovo film della Marvel nato per portare il progetto della MCU nella sua fase quattro, racconta di una battaglia epica. Da una parte ci sono gli Eterni, una sorta di super uomini immortali, dotati ognuno di un diverso potere straordinario e dall’altra i Devianti, bestie fameliche che distruggono i predatori del pianeta in cui si insediano.
A guidare la mano degli Eterni e il loro viaggiare nel cosmo sono i Celesti, giganti in grado di plasmare le galassie. Uno di loro Arishem manda sulla Terra nel periodo dell’Antica Babilonia un gruppo di eroi che dovranno salvare il pianeta dalla fame delle belve fuori controllo. Nonostante abbiano poteri inimmaginabili gli Eterni possono solo guardare da lontano la storia dell’umanità senza poter intervenire, e conclusa la missione si separano, rimanendo però in incognito sulla Terra fino a quando, nella Londra contemporanea appare un nuovo Deviante. Vista la grave minaccia c’è bisogno di riformare il gruppo, anche se quasi tutti ormai hanno cercato di crearsi una propria vita.
Dopo il riuscitissimo Avengers: Endgame e in concomitanza della chiusura delle sale a causa del Covid, la Marvel ci ha messo un po’ a dare il via alla quarta fase del MCU, concentrandosi di più sui prodotti televisivi nati per Disney +. Nei mesi di chiusura delle sale, in streaming si sono potute vedere le serie WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, What If…?, ma soprattutto Loki che ha aperto la storia alla creazione di possibili multiversi, con la possibilità, grazie appunto alla scusa dell’esistenza di universi paralleli, di poter fare qualsiasi cosa a livello narrativo. Sul grande schermo invece (ma praticamente si sono visti quasi in contemporanea anche su Disney +) sono usciti Black Widow e Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, entrambi deludenti, nati per essere un prodotto transitivo da una fase all’altra.
Eternals invece, almeno nelle intenzioni, vuole dare il via al nuovo ciclo, presentare personaggi non ancora conosciuti e mostrare allo spettatore nuovi universi, mettendo un primo mattone per il futuro del progetto. Se fino ad ora tutti i film della Marvel rientravano nel macrogenere della commedia, con l’eccezione di quelli legati a Captain America ispirati ai film di guerra e spionaggio, Eternals abbraccia una narrazione epica e drammatica, qualcuno direbbe più adulta. Non a caso a dirigere il film e a mettere mano alla sceneggiatura è stata chiamata Chloé Zhao, regista del pluripremiato Nomadland, ma piuttosto lontana dal tradizionale gusto per i film dei super eroi.
Già in passato autori riconosciuti al di fuori del mondo dei cinecomics hanno diretto delle pellicole del MCU, uno tra tanti Kenneth Branagh nel primo Thor, ma tutti questi prodotti avevano una matrice così forte da rendere invisibile influenze singolarmente riconoscibili. Una delle accuse più costanti, infatti, nei film della Marvel in questi anni è stata appunto quella di fare prodotti sempre uguali come in una catena di montaggio, soffocando l’individualità di un autore.
Vien da chiedersi allora se il cambio di rotta dei modi narrativi di Eternals sia invece dovuto ad una maggiore autonomia lasciata alla Zhao. Che cosa ne è uscito? Un film che non sa che cos’è, in parte alla ricerca di una maturità che non si sa bene per quale motivo debba passare per il dramma (amoroso), ma dall’altra con un cordone ombelicale legato alla commedia che non si vuole staccare. Una sorta di essere bicefalo che ricorda un po’ l’approccio ai cinecomics della DC, dove ad una storia drammatica venivano attaccate parentesi comiche posticce.
Inoltre è evidente che Chloé Zhao non ha idea di che cos’ha per le mani, non solo del passato degli Eterni sulla carta stampata, ma neppure in generale che cosa siano i supereroi. Il film non è mai a fuoco, la messa in scena è scolastica comprese le sequenze d’azione che non vengono usate per mandare avanti la storia, che invece si dipana in lunghi momenti di spiegazioni necessari per informare lo spettatore di che cosa sta succedendo. Non aiuta un cast svogliato e neppure il design per nulla originale che nel migliore dei casi pesca da Neon Genesis Evangelion e nel peggiore dai Power Rangers.
Vien da chiedersi come sia possibile che la Disney/Marvel abbia mandato a casa uno come James Gunn che, a lasciargli carta bianca, si è visto cosa è riuscito a fare con The Suicide Squad, mentre ha dato briglia sciolta ad una comprensibilmente spaesata Zhao che, se pure bravissima in film più piccoli e autoriali, non ha saputo gestire il progetto.
Martina Grusovin
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