Recensione di MADRES PARALELAS, il film con Penélope Cruz e Milena Smit al cinema dal 28 ottobre 2021.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Pedro Almodóvar
CAST: Rossy de Palma, Penélope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón
DURATA: 120 min.
USCITA: giovedì 28 ottobre 2021
DISTRIBUZIONE: Warner Bros Italia
RECENSIONE
Janis è una fotografa affermata e Ana un’adolescente un po’ persa. Entrambe in gravidanza, sono compagne di stanza in ospedale e partoriscono lo stesso giorno. Entrambe madri single, sarà il destino a farle incontrare di nuovo, e il loro legame diventerà sempre più profondo.
A metà fra due generi, Madres Paralelas si divide fra melodramma e film politico che mette in scena la memoria storica di un paese che ancora non ha fatto i conti con il suo passato.
Penélope Cruz ha meritatamente vinto la Coppa Volpi all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, le cui danze sono state inaugurate proprio da questa pellicola. Incarnazione perfetta di un’eroina attualissima, una donna sola, forte, madre due volte, anzi tre o forse quattro (senza fare spoiler, si intende madre reale e allegorica) ma anche e soprattutto lavoratrice di successo, compagna, amante, che non si tira indietro quando c’è da educare le nuove generazioni né tantomeno quando si tratta di ricordare e rendere onore al passato della propria terra e ai propri morti. Perché la lezione del film è che dal passato dipendono il presente e il futuro.
A regalare una grande prova attoriale è anche la giovanissima Milena Smit, nuova musa del regista, di cui in futuro sentiremo parlare. La sua innocenza e purezza mista a un profondo coraggio nel non omologarsi, ne fanno un personaggio nuovo, originale e la sua bellezza, così particolare, la rendono un calderone di mistero e fascino. Ma tutte le donne di Almodóvar sono perfette nelle loro imperfezioni, sfaccettate, coraggiose; alcune hanno l’istinto materno e altre non ce l’hanno, seguono le loro vocazioni e mettono in piedi guerre ideologiche, politiche, morali.
Almodóvar è il regista della fluidità, dell’identità che sfugge alle definizioni, che muta, di continuo. La maternità – voluta e non – è sicuramente il tema centrale del film, ma altre tematiche entrano prepotentemente nel lungometraggio: essere donna e femminista, l’amore – eterosessuale, omosessuale o non-binary non fa alcuna differenza –, il rapporto malsano genitori/figli, il passato che corrompe il presente e viceversa. Almodóvar parla anche di violenza sessuale, della difficoltà a denunciare, della vergogna e dell’apparenza.
Il film dà inoltre visibilità al tema del ritrovamento a Belchite di una fossa comune con dentro i resti di 150 civili uccisi durante la guerra civile. Un capitolo orribile della storia spagnola che Almodóvar tratta senza timori e anzi denunciando lo stato che non ha ancora legiferato in merito (se tutto va bene, la legge Sanchez entrerà in vigore nel 2022).
Sulla carta questo film è lodevole, ma purtroppo ha il grande difetto di mettere troppa carne al fuoco e di trattare un po’ tutto troppo superficialmente. Il risultato sembra assomigliare più a una fiction che a un film dallo spessore delle intenzioni del regista. Madres Paralelas rimane comunque un’opera piena di pregi, ironica al punto giusto, che pone all’attenzione questioni di vitale importanza.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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