SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI DIECI ANELLI: al cinema c’è il debutto di un nuovo eroe Marvel

Recensione di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, al cinema dal 1° settembre 2021. 

La locandina italiana del film Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli.

SCHEDA DEL FILM

TITOLO ORIGINALE: Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
REGIA: Destin Daniel Cretton
CAST: Simu Liu, Awkwafina, Tony Chiu-Wai Leung
DURATA: 132 min.
DATA DI USCITA: 1° settembre 2021 (cinema)
DISTRIBUZIONE: The Walt Disney Company


RECENSIONE

Shaun (Simu Liu) sembra un normale ventenne di San Francisco, fidanzato con l’ipercinetica Katy (Awkwafina, Ocean’s 8) e impiegato come parcheggiatore.
Ma il passato di Shaun nasconde un leggendario segreto e presto torna a reclamare la vera natura del ragazzo: quella di figlio ed erede del potente comandante cinese Xu Wenwu (Tony Leung), nonché letale combattente addestrato fin dalla più tenera età. Per Shaun è ora di diventare – o meglio ritornare – Shang-Chi.

Katy (Awkwafina) e Shang-Chi (Simu Liu) in una scena del film Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021.

La bolletta del gas, il cambio cappotto e il prossimo Marvel: le sole, ineluttabili certezze bimestrali sono queste.

Ecco allora l’arrivo puntuale in sala di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, per la regia dell’hawaiano Destin Daniel Cretton, il nuovo appuntamento col Marvel Cinematic Universe che coincide con l’esordio sul grande schermo di un inedito supereroe (per quanto concerne il versante cinema), l’asiatico campione di kung fu Shang-Chi alle prese con un passato ingombrante e tragico, un padre stregone tirannico ed un’associazione di soldati esperti di arti marziali pronti a tutto pur di riaverlo “in famiglia”.

Dai grattacieli di San Francisco ai neon di Macao fino ad incantati isolati villaggi tra le montagne cinesi per ripercorrere a ritroso i passi di un ragazzo occidentalizzato costretto con le cattive a riallacciare i legami con le sue radici ed i suoi antenati, maestri e nel contempo schiavi di magie, battaglie ed una corrosiva sete di potere.

Wenwu (Tony Leung) e Shang-Chi (Simu Liu) in una scena del film Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli si discosta dal protocollo Marvel base per espandere i confini geografici, culturali e narrativi, un po’ come accadde con Black Panther, e fa confluire nel frullatore dell’abitudinale cinecomic il cinema wuxia (arrotondabile all’occidentale “cappa e spada”), l’action acrobatico, il fantasy. Insomma, La Tutina e il Dragone.

Il lungo, variegato viaggio tra botte e magia del film di Cretton ha la fortuna di arrivare appena dopo il lungo, monotono Black Widow e quindi spinge una ventata di freschezza “cosmopolita” nel circuito. E’ questo l’elemento di spicco e di valore di Shang-Chi, talmente ricco di spunti e di risvolti, di capovolgimenti di bene e male, alleanze e tradimenti, draghi ed eroi, che per la legge dei grandi numeri qua e là è divertente e stimolante. Più per il controverso rapporto padre-figlio – e in parallelo le buone performance di Liu e Leung – che per gli insopportabili inserti comici di Awkwafina e quelli più sostenibili del ritorno di un vecchio “agrume”, più per la quantità che per la qualità dei suoi elementi.

Nell’all-you-can-eat di fantacinema, che finisce con un biscotto della fortuna che dice “dobbiamo tutti fare i conti con il passato presto o tardi”, c’è però anche il retrogusto di un film più illusionista che mago, che distrae bene ma racconta poco, con i soliti vizi Marvel/Disney di prevedibilità, di rallentamento e di buonismo forzato.

Luca Zanovello


TRAILER UFFICIALE

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