Recensione di EMANUELLE E GLI ULTIMI CANNIBALI di Joe D’Amato, in home video dal 22 luglio 2021.

Emanuelle e gli ultimi cannibali-Ph Mustang Ent

La cover del film Emanuelle e gli ultimi cannibali. 

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Joe D’Amato
CAST: Laura Gemser, Gabriele Tinti, Donald O’Brien
DURATA: 94 minuti
USCITA HOME VIDEO: 22 luglio 2021
DISTRIBUTORE: Mustang Entertainment


RECENSIONE

La bellissima fotoreporter Emanuelle (Laura Gemser) lascia New York per immergersi nella foresta amazzonica, per documentare l’esistenza di una tribù di indios antropofagi che si credeva estinta.
Guidata dal professore americano Mark Lester (Gabriele Tinti) e due cacciatori locali, Emanuelle attraversa l’intrico della giungla, scoprendo tutte le macabre realtà che stava cercando…

Dopo Buio Omega Mustang Entertainment porta in dvd un altro gioiello della fitta filmografia di Joe D’Amato, vale a dire Emanuelle e gli Ultimi Cannibali, quinto capitolo della serie nata nel 1975 con Emanuelle Nera di Bitto Albertini.

E’ la quarta missione dell’intrepida e sensuale giornalista, datata 1977, nonché probabilmente la migliore, che trova un’accattivante quadratura tra la matrice erotica del franchise, il film avventura e il cannibal horror, filone che in quegli anni stava dilatando i confini del cinema estremo e scioccante e che avrebbe continuato a farlo fino al 1980, anno di uscita del controverso stracult Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato.
In questo senso Emanuelle e gli Ultimi Cannibali è dunque anticipatore di molti film simili e forse più noti, mentre la sua ispirazione più diretta sembra essere Il Paese del Sesso Selvaggio di Umberto Lenzi, uscito cinque anni prima.

In questa casella temporale strategica, Emanuelle e gli Ultimi Cannibali cattura con eccellente freschezza gli elementi orrorifici, come la brutalità dei selvaggi e della natura della giungla, le trappole, le torture e i riti sanguinari, ma non penalizza o sacrifica le dinamiche tra i suoi personaggi, che D’Amato conduce in uno dei suoi territori preferiti, l’eros, senza trascurarne mai le sfaccettature umane, quelle di dramma, sopravvivenza e gradiente morale.
Anzi, paradossalmente la componente antropofaga qui non è pretestuosa come altrove, la gratuità della crudeltà nemmeno. Tra i numerosi nudi e le morti estrose, infatti, la narrazione e lo stile di un autore leggendario dicono la loro e fanno la differenza.

Un classico che riemerge della fonte del cinema di genere italiano degli anni settanta, ripresentato con un master che regge bene sia sul versante audio che su quello visivo.

Luca Zanovello