Tra le novità da non perdere arriva BAD POEMS, il film di Gabor Reisz in anteprima nazionale in Cineteca Milano MEET (e sul sito) dal 5 giugno.
SCHEDA DEL FILM
TITOLO ORGINALE: Rossz Versek
REGIA: Gabor Reisz
CAST: Gabor Reisz, Katika Nagy
DURATA: 95 min.
DATA DI USCITA (cinema e online): 5 giugno 2021
PIATTAFORMA: Cineteca Milano
RECENSIONE
Il regista ungherese Gabor Reisz torna sul grande schermo con il suo secondo lungometraggio, Bad Poems, che lo vede anche nei panni di sceneggiatore e protagonista.
Durante un viaggio a Parigi, Tamás viene lasciato dalla sua ragazza Anna.
Sconsolato e deluso torna a Budapest dalla sua famiglia e, attraverso ricordi di lui bambino e adolescente, cerca di ricostruire cosa non sia andato nel verso giusto nella sua vita.
Una sinossi semplice alla base di un film visionario e surreale. Una tragicommedia esilarante, ma anche toccante, che racchiude in se’ personalissimi omaggi all’arte, quella pittorica e quella cinematografica, e, naturalmente, alla poesia.
La fine della storia con Anna diventa così solo un pretesto per innescare attraverso la memoria (sia vera, sia fantasiosamente rivisitata) una vera e propria auto analisi.
Un viaggio interiore che porterà Tamás, e noi con lui, ad indagare le sue passioni poi negli anni abbandonate e tradite: la pittura, la pallanuoto, la chitarra; e a delineare una sorta di sfortunato destino comune a tutte le sue storie d’amore, a partire da quelle fresche ed innocenti dell’età adolescenziale, che però hanno lasciato un forte senso di incomprensione e di malinconia in lui.
La particolarità di questo delizioso film sta nel continuo mescolarsi di dimensioni spazio-temporali: lo vediamo bambino, ragazzino, ragazzo, ma i suoi genitori e suo fratello hanno sempre l’età del presente. Un momento l’uomo Tamás si sveglia, si alza dal letto, si butta in un’improbabile piscina e ne riesce adolescente. In un’altra occasione ancora, abbandona la tavola e con lui veniamo catapultati in un universo a metà tra il noir anni ’40, rigorosamente in bianco e nero, e la saga di 007, con l’immancabile occhio di bue che lo illumina; fino al paradossale e spassoso incontro/scontro tra il protagonista di oggi con i suoi tre alter ego.
I continui cambi di luoghi e tempi sono resi fluidi e godibilissimi dal sublime lavoro di montaggio ad opera di Zsófia Tálas.
Il susseguirsi di ricordi che si fondano col presente, impreziositi da continui omaggi o scherzosi richiami alla cinematografia di Spike Jonze, di Michel Gondry, di Jean Pierre Jeunet, per citarne solo alcuni, non sono ridondanti, non stufano, anzi, divertono e appassionano lo spettatore che, ormai completamente disinteressato a ciò che sarà del protagonista e della sua ex, è molto più incuriosito dal susseguirsi di eventi che hanno portato Tamás ad essere quello che è oggi.
Perché Bad Poems parte sì dal fallimento di un amore, ma arriva ad essere quasi un manifesto generazionale di tutti coloro nati negli anni ’80 o giù di lì che a oggi si sentono insoddisfatti ed irrealizzati su più fronti. Quelli che hanno scritto (brutte) poesie per amori non corrisposti o per ribellarsi alla società e ancora oggi vorrebbero scriverne un’ultima. Romantica, toccante, definitiva.
Furba e geniale anche l’idea della lavanda come leit-motiv. Cornice di momenti idilliaci tra i due, certo, ma anche fiore universalmente conosciuto per le sue proprietà antidepressive.
Se pensiamo che nei primissimi minuti di Bad Poems, Reisz riesce a raccontarci anni d’amore della coppia solo attraverso il serrato montaggio di saluti tra i due, e se ci soffermiamo sulla romantica e commovente scena della telefonata indirizzata forse ad Anna, forse alla defunta zia Vali, o forse addirittura allo stesso Tamás, diventa chiaro che questo giovane regista ungherese vada sicuramente tenuto d’occhio.
Saprà sorprenderci di nuovo.
Per non perderlo:
Bad Poems sarà visibile a partire da sabato 5 Giugno presso la Cineteca Milano MEET, ma anche in streaming sul sito www.cinetecamilano.it
Violetta Biagiotti
TRAILER
Si ringrazia l’ufficio stampa per il supporto e l’opportunità.
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