DOGTOOTH (KYNODONTAS): un capolavoro dimenticato

Recensione di DOGTOOTH, lo straniante e ammaliante film di Yorgos Lanthimos ora su Sky Cinema.

La locandina italiana del film Dogtooth.

SCHEDA DEL FILM

Titolo originale: Kynodontas
Regia: Yorgos Lanthimos
Cast: Christos Stergioglou, Michelle Valley, Aggeliki Papoulia, Mary Tsoni, Christos Passalis 
Durata: 97 min. 
Data di uscita (cinema): 27 agosto 2020
Distributore: Lucky Red


RECENSIONE

Il lungo viaggio di Dogtooth per approdare nelle sale cinematografiche italiane dura undici anni.

Presentato a Cannes nel 2009 dove vince nella sezione Un Certain Regard, viene distribuito in Italia solo nel 2020.

Una scena del film Dogtooth. Photo: courtesy of Lucky Red.

In una grande villa immersa in una campagna che potrebbe essere in ogni angolo del mondo, un padre ed una madre tengono segregati i loro figli.
I tre, ormai adulti, non studiano, non hanno amicizie, non conoscono nulla oltre la loro abitazione.
Sanno che al di là dell’alta staccionata in giardino c’è un “fuori” che temono e desidererebbero esplorare allo stesso tempo.
Il padre è l’unico che per lavoro ha il diritto di lasciare questa casa-fortino; che possiede un telefono cellulare; che compra cibo e medicine.

L’universo disturbato dei ragazzi, fatto di “lezioni” impartite dai genitori stessi attraverso un registratore ad audiocassette, giochi masochisti e strane sfide in piscina, viene sgretolato dall’introduzione di Christina: elemento esterno portato in casa per soddisfare gli istinti sessuali del figlio maschio.
La figlia maggiore è quella più interessata alla figura estranea, al suo aspetto, ai suoi accessori che bramerebbe indossare.
Un giorno riesce ad ottenere da Christina delle videocassette in un particolarissimo baratto.
Per tutta la famiglia sarà il punto di non ritorno.

Una scena del film Dogtooth. Photo: courtesy of Lucky Red.

Dogtooth è un film affascinante ed ipnotizzante nel suo essere distopico e disturbante.

A partire dalla sceneggiatura scritta a quattro mani con Efthymis Filippou e che molto deve all’Orwell di 1984. Pensiamo ad esempio all’uso della neolingua come strumento di controllo ed oppressione. I due calano i personaggi in una dimensione altra rispetto alla realtà e allo spettatore non è dato sapere fin dove sono disposti a spingersi questi genitori per proteggere i loro figli (poi, da cosa?).

Il regista mette a dura prova il suo pubblico scardinandone le certezze su concetti basilari quali quello di famiglia, o, più astrattamente, quello di realtà. Così se da una parte surrealismo e straniamento si fondono e destabilizzano chi guarda, dall’altra non si può rimanere indifferenti alla magistrale regia.
Con dei lunghi piano sequenza, lo sguardo del regista, asettico e distante quanto basta, ci introduce in questo microcosmo assurdo che racchiude in sé aspetti quasi fiabeschi (l’enorme giardino) ed altri totalmente disturbanti come le assurde sfide tra fratelli per accaparrarsi degli adesivi o dei modellini di aerei concessi loro dal padre.

Le inquadrature studiate ad arte per tagliare la testa ai personaggi, ci ricordano che di questa famiglia non sappiamo nulla. Nemmeno banalmente i loro nomi.
In fondo non ci interessa, perché quella che il regista vuole portare sullo schermo è una critica alla società opprimente e chiusa che sbandiera la volontà di agire per il bene del suo popolo, per proteggerlo, ma che, in realtà, lo fa vivere nella menzogna e nel terrore, generando paure infondate, reprimendo passioni e desideri e lasciando vivere solo ed esclusivamente in maniera alienante.

Una scena del film Dogtooth. Photo: courtesy of Lucky Red.

Particolarmente interessante diventa allora il significato del titolo che ci rimanda alla nostra parte animale, istintiva.

A quel nostro universo privo di sentimenti, di empatia, a cui possiamo ascrivere la totale anaffettività che si “respira” in famiglia, le scene di sesso fredde e meccaniche o gli improvvisi scoppi di violenza gratuita, che ci indispongono sì, ma non ci sconvolgono.

Distaccandoci per un momento dalla valenza politica indiscutibilmente insita in quest’opera e volendo “filosofeggiare”, potremmo considerarla una moderna e attuale trasposizione del Mito della Caverna di Platone. E come lo schiavo liberato si scontra con fatica con la realtà, la figlia maggiore attuerà il suo piano di ribellione allo status quo in seguito alla visione delle videocassette.
Il cinema diventa presa di coscienza. Il cinema è libertà.

Il finale aperto palesa la volontà di Lanthimos di non fornire risposte e molti dei temi trattati in questo film geniale torneranno prepotenti nella filmografia del regista greco.

Dopo tanti anni di attesa, il consiglio spassionato è quello di recuperare la visione di Dogtooth, Sky Cinema ce ne offre l’occasione.

Violetta Biagiotti


TRAILER ITALIANO

 

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