FUNHOUSE: incubo o reality?

Recensione di Funhouse, l’horror di Jason William Lee in home video e streaming da marzo 2021.

La cover della versione blu ray di FUNHOUSE.

SCHEDA DEL FILM

REGIA: Jason William Lee
CAST: Valter Skarsgård, Khamisa Wilsher, Christopher Gerard
DURATA: 106 min.
DATA DI USCITA: marzo 2021
DISTRIBUZIONE: Koch Media / Midnight Factory


RECENSIONE

Cos’hanno in comune un cantantucolo fresco di divorzio, una discinta web star, un lottatore di arti marziali miste, una hater youtuber e un rapper sudamericano?
Sono famosi, cliccati e soprattutto rinchiusi nel nuovo misterioso reality show online Funhouse: una casa da cui non si può uscire, degli strani conduttori vestiti da panda e delle sfide che si rivelano molto più estreme dei canoni dell’Internet…

Dal Midnight Factory Channel (ma lo trovate anche in dvd e blu-ray) questa settimana abbiamo esplorato Funhouse, horror diretto da Jason William Lee (The Evil In Us) che cavalca di petto i tempi di celebrità del web, di live stream e di una generazione pronta ad uccidere per un like e un follower.

Così, gli otto protagonisti rinchiusi nella “casa dei panda” gioca al mors tua vita mea per conquistarsi le grazie del pubblico da tastiera e, di conseguenza, la sopravvivenza in una serie di prove all’ultimo sangue.

Se i richiami più superficiali sono all’acrobatico e sadico torture porn da Saw – L’Enigmista in giù e alla distopia indotta dalla tecnologia scandagliata brillantemente da Black Mirror, Funhouse in realtà sembra soprattutto il rip-off occidentale del cult giapponese Death Tube (2010), dove un simpatico orsacchiotto giallo allestiva una situazione simile, dettando le regole del gioco e regalando violenza a buon mercato agli utenti connessi.
Qui è invece un branco di panda armati di mitra a istruire e sorvegliare i reclusi, combattuti tra un disperato egoismo e una improbabile collaborazione che possa portare alla salvezza collettiva.

Non c’è niente di nuovo sotto il sole, né nella debole critica sociale, né nell’inventario di macchinari ed armi da carneficina: la salvezza di Funhouse passa attraverso un’estetica variopinta e cartonesca (anche qui il richiamo ai suoi parenti orientali è chiaro), un buon grado di “sanguinolenza” e un paio di interpreti con qualche credenziale, su tutti Valter Skarsgård, figlio di Stellan e fratello di Bill aka Pennywise.

Funhouse è l’horrorino che non verrà citato neanche nel manuale del completista di genere, ma che tedia meno di altri canovacci, e che tutto sommato regala sprazzi di quel sogno proibito che molti di noi cullano da anni: vedere un po’ di frivoli Youtuber miracolati dalla fama squartati e agonizzanti.

Per un’esperienza simile, dare seguito con il buon Contenders Serie 7 (Daniel Minahan, 2001), esemplare nato prima e nato meglio.
E senza lo sbiadito finale che Funhouse ci impone.

Luca Zanovello


TRAILER

Immagini: ufficio stampa.

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