Recensione di AMATEURS, il film in streaming gratuito sul sito del Carbonia Film Festival dal 14 febbraio al 16 marzo.
SCHEDA DEL FILM
TITOLO ORIGINALE: Amatörer
REGIA: Gabriela Pichler
CAST: Zahraa Aldoujaili, Yara Aliadotter, Fredrik Dahl
DURATA: 102 min.
PIATTAFORMA: Carbonia Film Festival
RECENSIONE
La piccola cittadina svedese di Lafors potrebbe essere scelta come sede per l’inaugurazione di un mega discount della catena tedesca Superbilly.
L’eventualità di nuovi posti di lavoro solletica i consiglieri comunali che decidono di far girare ai ragazzi delle scuole superiori un video promozionale sulle bellezze della città. Delusi dai risultati non in linea con la loro idea di base, ingaggiano una troupe professionale. Due adolescenti, Aida (Zahraa Aldoujaili) e Dana (Yara Aliadotter), convinte di fare meglio, continuano a girare il “loro” film.
Con questo semplice pretesto, la regista, Gabriela Pichler, porta sullo schermo una storia d’incomunicabilità e con leggerezza ed ironia fa emergere molte delle contraddizioni insite nella società dei nostri giorni.
Il primo e più palese “scontro” è quello tra i due registri filmici adottati.
Da una parte la regia patinata del film-maker ingaggiato dal Comune che si avvale di droni e cineprese di ultima generazione; dall’altra le riprese mosse, le inquadrature storte, tagliate, confuse del “popolare” smartphone usato dalle due ragazze per la realizzazione del loro progetto.
Un dualismo che diventa generazionale: adulti, che pensano esclusivamente ai possibili profitti dati dall’apertura del megastore versus adolescenti che, abituate a non essere ascoltate e prese sul serio, hanno finalmente trovato un modo per “urlare” di essere al mondo.
Inevitabilmente questo gap si riversa anche sul piano sociale.
Se da una parte si cerca di mostrare solo “il bello” di Lafors, dall’altra, con le interminabili riprese sconnesse delle adolescenti, emergono aspetti anche più bui della cittadina.
Le due danno voce a chi di norma non viene ascoltato. Alle donne, agli anziani, agli artigiani delle concerie, agli immigrati…
A poco a poco scopriamo così una realtà in cui la globalizzazione fa più paura che gola, in cui la crisi economica si fa pesantemente sentire. Una società moderna e democratica in cui lo spettro del razzismo è comunque sempre in agguato ed emerge in situazioni di banale quotidianità.
Un secondo aspetto che sembra interessare la Pichler è sicuramente l’emancipazione femminile.
Nonostante il film riguardi una comunità e ad un primo sguardo possa apparire un ritratto “corale”, in realtà si sofferma principalmente sulle giovani cineamatrici.
Le due ragazze di origini arabe e appartenenti a classi sociali ben lontane, sono legate da una profonda amicizia. Sono due caratteri forti, una pratica box e guida la moto, l’altra è una skater e suona la batteria. Hanno un modo di fare scaltro e diretto tipico dell’adolescenza, ed il loro sguardo sul mondo che le circonda è pulito e privo di pregiudizi.
La loro cocciuta e adorabile perseveranza nel voler girare il film a tutti i costi fa nascere situazioni piuttosto comiche, ma porta alla luce anche e soprattutto momenti di vera incomunicabilità, tradotti dalla Pichler in episodi in cui è proprio la lingua a rappresentare un ostacolo alla comprensione. Il consigliere comunale che non riesce più a comunicare con la madre che affetta da demenza senile parla solo la sua lingua di origine che lui non conosce. O le madri delle ragazze che si incontrano per confrontarsi sulla scelta di girare questo film (che sta diventando scomodo per molti): parlano una arabo l’altra svedese. Non si capiscono, non si sforzano a farlo. Aida, umiliata, non traduce perché convinta di poter far ricredere sua madre e in qualche modo riscattarla e riscattarsi.
La regista si dimostra abile nel criticare in maniera sottile e beffarda un modello di società, quello svedese, considerato fra i più moderni ed emancipati in Europa dimostrandone limiti e difetti.
Si destreggia tra regia classica e amatoriale ed il montaggio concitato delle riprese a mano in contrapposizione alle scene più lineari da un buon ritmo al film che si fa seguire con gusto e curiosità.
Anche la caratterizzazione dei personaggi è studiata con abilità e maturità. Non c’è mai una vera indagine psicologica dei protagonisti e di loro scopriamo a poco a poco quel che ci basta. L’irriverenza delle ragazze, con il loro carattere duro e ribelle è controbilanciato dalla posatezza triste e rassegnata del consigliere comunale che col suo dramma familiare rappresenta il lato più intimo e drammatico della pellicola.
Amateurs ha vinto, meritatamente, il Dragon Award come miglior film nordico al Göteborg Film Festival nel 2018, ed è possibile goderselo gratuitamente in streaming insieme agli altri titoli della rassegna organizzata da Carbonia Film Festival a questo indirizzo: https://onlinesardegna.umanitaria.it/film/amateurs-amatorer/.
Violetta Biagiotti
TRAILER
Foto: ufficio stampa.
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