Recensione di SOUL, il nuovo film di animazione di Pete Docter su Disney Plus dal 25 dicembre 2020.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Pete Docter
CAST: Jamie Fox, Tina Fey, John Ratzenberger, Daveed Diggs
DURATA: 100 min.
USCITA: 25 dicembre 2020
PIATTAFORMA: Disney Plus
RECENSIONE
Joe Gardner insegna musica in una scuola media, ma la sua più grande ambizione è essere riconosciuto come artista e grande jazzista. Proprio nel momento in cui avrà la grande occasione di suonare in uno dei più importanti locali di New York, un passo falso lo porterà in uno spazio misterioso, dove le anime si preparano ad attraversare un ponte che le accompagnerà verso un altro mondo.
Dopo una lunghissima attesa arriva infine su Disney+ Soul, l’ultimo gioiello della Pixar, firmato dal suo regista per eccellenza, Pete Docter, che dopo Up e Inside Out torna a farci sognare.
E torna anche il tema della morte. Dopo Coco e Onward, anche Soul vola nell’oltremondo. Ma più che sul morire, Soul è un’opera sul venire al mondo, e sul vivere. Se volessimo trasformare in un Pitch la sua trama dovremmo porci questa domanda: cosa accadrebbe se un personaggio che non vuole morire incontrasse un personaggio che non vuole venire?
Bastano 16 parole per mostrare la potenza di questo racconto, che ha l’enorme pregio di riuscire ad essere elementare e allo stesso tempo profondissimo, sviscerando un concetto a cui l’essere umano cerca di dare un senso dai tempi dei filosofi greci, fino alla psicoanalisi più recente, per poi ribaltarlo.
Non si può ad esempio non pensare al tanto meraviglioso quanto categorico concetto del daimon interiore (da Platone fino allo psicoanalista statunitense James Hillman nel “codice dell’anima”) che suggerisce di seguire il destino della propria anima e realizzarlo. Ma in modo inaspettato – citando Charles Dikens con il suo Canto di Natale e Frank Capra con La vita è meravigliosa – questo concetto viene decostruito, e il senso ultimo del film è di smetterla di inseguire le vette del mondo perché ciò che si scopre quando si arriva in alto è che c’è poco ossigeno, e non si respira.
Nelle pieghe della filosofia e della psicanalisi, screditando Platone per arrivare ad Aristotele, c’è in realtà tantissimo realismo; c’è la paura di non farcela, di non essere all’altezza, l’ansia da prestazione che ci relega a non-vite che non fanno altro che passare; c’è l’individualismo che ci rende senz’anima e c’è anche la depressione, ancora prima di venire al mondo, perché la terra è un luogo piatto, e grigio.
Ma la New York dipinta dalla Pixar è tutto fuorchè grigia: fra uno stile grafico curatissimo e il disegno a mano di vecchia maniera, è dorata come non mai, luccicante e popolata di anime.
Il personaggio di 22 dice sempre di sentirsi “inutile”, ma che significa essere utili? La Pixar ancora un volta esorta i suoi spettatori a lasciar perdere gli schemini e semplicemente vivere, liberandosi delle pressioni sociali che ci vogliono sempre utili e indaffarati, e imparando l’arte del non-fare. Perché tutto può essere una scintilla, anche guardare le foglie cadere e camminare. La scintilla è tutto ciò che ci fa entrare in connessione con noi stessi, e con gli altri.
Come nella scena del sacchetto che danza nel vento di American Beauty, così anche Soul è un inno alla bellezza delle piccole cose, perché una foglia che cade da un albero e incontra un raggio di sole può essere molto più emozionante che realizzare il proprio daimon. Questo non significa trascurarlo: il daimon va curato e coltivato, è quello che rende unico ognuno di noi, ma ciò che c’è dentro si alimenta anche grazie a ciò che c’è fuori.
Perché alla fine la vita è quella cosa che accade mentre pensi di aver passato dei mesi molto tristi ma poi guardi le fotografie che hai scattato in quei mesi, e ti rendi conto che hai avuto momenti indimenticabili. Collezionali tutti quei momenti e non lasciarli sfuggire, come oggetti trovati per terra e apparentemente inutili, o come pezzi di un puzzle che un giorno potresti aver voglia di ricominciare a fare.
Universale e capace di parlare a qualsiasi età, Soul è un magico viaggio prima e dopo la morte davvero da non perdere.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Foto: ufficio stampa
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
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