Recensione, poster e trailer di LACCI, il film di Daniele Luchetti al cinema dal 30 settembre 2020.
SCHEDA DEL FILM
REGIA: Daniele Luchetti
CAST: Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Linda Caridi
DURATA: 100’
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
USCITA: 30 settembre 2020
RECENSIONE
Napoli, primi anni ’80. Aldo e Vanda sono sposati e hanno due figli. Aldo però si innamora di Lidia e cerca di liberarsi dai “lacci” che lo imprigionano in un matrimonio ormai consumato. Divenuti anziani, Aldo e Vanda si troveranno a fare un bilancio molto amaro della loro vita insieme.
Daniele Luchetti adatta l’omonimo romanzo di Domenico Starnone (considerato fra i 100 migliori libri del 2017 dal New York Times) e presenta la sua pellicola alla Mostra del Cinema di Venezia come film di apertura.
Fra i titoli passati che hanno inaugurato la Mostra vengono in mente in ordine sparso – rimanendo solo negli anni più recenti – La La Land, Birdman, Gravity, Il cigno nero. Il 2020 è dunque deludente anche sotto questo punto di vista.
Luchetti sceglie tre coppie di attori inusuali: Alba Rohrwacher da giovane e Laura Morante più in là con gli anni; Luigi Lo Cascio prima e Silvio Orlando dopo. Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno sono i figli della coppia. E infine si aggiunge Linda Caridi, nel ruolo di Lidia, l’amante e poi fidanzata di Aldo, che si intromette in queste tre coppie malmesse dando una ventata di freschezza e allo stesso tempo portando la tragedia.
Il film – come il libro – tratta temi profondi come l’invecchiare, il consumarsi dei rapporti di coppia, il tempo che scorre e porta via con sè le energie, la passione e la voglia di restare. Ma il tema principale – e forse anche quello meglio sviluppato – sembra essere la passività: il film cerca di mettere in scena le conseguenze di esistenze dove mai si è avuta veramente in mano la propria vita, mai sono state compiute delle scelte; se mai si è vissuto in modo pacato, lento, distaccato da tutto.
Ma se il libro scavava a fondo dei personaggi in modo sottile, il film rimane troppo in superficie e finisce per risultare un affresco scontato di una coppia appassita.
Il problema vero è che ci pone di fronte a cose di cui siamo troppo abituati, come persone e come spettatori: le litigate che esplodono in rabbia e urla, le discussioni lasciate a metà, le ripicche continue, insomma l’esasperazione dei rapporti di coppia, senza aggiungere davvero niente di innovativo, o perlomeno fornirci un punto di vista diverso, una diversa prospettiva.
Luchetti sceglie il flashback, la pellicola va avanti e indietro nelle vite dei protagonisti. La seconda parte, quella con la Morante e un sofferente Orlando (che regala un monologo davvero intenso e commovente) sicuramente risulta più cupa, amara e feroce, il conflitto fra legame tenero e cappio al collo si fa più denso e le emozioni, i rimpianti e i rimorsi traspaiono dalle rughe di due attori degni di nota.
Giannini e Mezzogiorno, a cui è riservata la scena finale, forse la più significativa, rendono bene le conseguenze di cui parlavamo prima: figli che covano rancore da sempre e pagano le colpe dei genitori, e allora si vendicano, per quel che possono. Però anche qui manca la sofferenza vera.
In poche parole, dopo la visione purtroppo rimane poco addosso: sembra di aver spiato i vicini di casa per due ore, e non è che sia proprio un gran passatempo.
Margherita Giusti Hazon
TRAILER UFFICIALE
Foto: courtesy of 01 Distribution.
Laureata in Lettere Moderne, Margherita lavora alla Fondazione Cineteca Italiana, collabora con la rivista Fabrique du Cinéma, ha in corso alcuni progetti come sceneggiatrice e ha pubblicato il suo primo romanzo, CTRL + Z, con la casa editrice L’Erudita.
L’ho trovato un film dalle grandi emozioni
Mi ci sono specchiata per tutti i 95 minuti e ho trovato delle risposte
Amore, rabbia, passione, rancori, sofferenze gridate e taciute sono emersi con grande pathos rendendo coinvolgente ogni scena.
Una riflessione sulle conseguenze che ricadono su molti per la scelta di uno solo