Recensione, poster e trailer di WAITING FOR THE BARBARIANS, il film di Ciro Guerra al cinema dal 24 settembre.
SCHEDA DEL FILM
TITOLO ORIGINALE: Waiting for the Barbarians
REGIA: Ciro Guerra
CAST: Mark Rylance, Johnny Depp, Robert Pattinson, Harry Melling, David Dencik, Gana Bayarsaikhan, Greta Scacchi
DURATA: 114 minuti
DISTRIBUTORE: Iervolino Entertainment
USCITA AL CINEMA: 24 settembre 2020
RECENSIONE
Il regista colombiano Ciro Guerra, in questo suo ultimo lavoro, prende spunto dal romanzo Aspettando i Barbari di JM Coetzee del 1980.
Waiting for the Barbarians racconta la storia di un magistrato (Mark Rylance) che presidia uno sperduto avamposto nel deserto di un impero colonialista all’inizio del secolo scorso in cui la vita scorre in armonia. Tutto comincia però a sgretolarsi con l’arrivo del colonnello Joll (Johnny Depp). La sua missione è quella di ristabilire l’ordine ad ogni costo e con ogni mezzo. Le sue investigazioni brutali fanno rabbrividire l’anziano magistrato che arriva a chiedere quali siano i nemici visto che in decenni, a parte qualche furto di pecore, non ha dovuto affrontare troppe grane.
Da questo momento in poi la storia si svolge facendo leva sull’attesa dei barbari, di un loro imminente attacco di cui sembra essere a conoscenza solo lo spietato colonnello Joll. Il film è un continuo aspettarsi qualcosa di terribile senza che però accada. Anche il Magistrato sarà vittima della crudeltà di Joll e del nuovo arrivato, l’ufficiale Mandel (Robert Pattinson) fino a ritrovarsi nella condizione di schiavo e soggetto a pubblico ludibrio.
Una nota positiva sono le interpretazioni dei due personaggi femminili, in un film in cui il testosterone la fa da padrone. Gana Bayarsaikhan è la ragazza nomade di cui si invaghisce il Magistrato e che viene presa proprio da lui sotto la sua ala protettrice. Greta Scacchi è Mai, un’anziana donna che vive nell’accampamento da anni e che diventerà l’unico legame affettivo del Magistrato.
A spiccare è senza dubbio la fotografia. Ogni scena ed ogni location è curatissima fino a rasentare l’esagerazione. Anche le immagini delle torture e delle ferite dei prigionieri sono illuminate con un’attenzione quasi maniacale per i dettagli, tanto da creare un’estetica del sangue.
La caratteristica principale del film è l’attesa estenuante di qualcosa che sembra inevitabile. Quello che abbiamo invece è il silenzio. Come se fosse tutto frutto dell’immaginazione di qualcuno, colpisce più di quella minaccia che non si concretizza mai. Questa mancanza di eventi toglie la possibilità di azione dei vari personaggi che di conseguenza risultano abbastanza monodimensionali.
Waiting for the Barbarians vuole essere un monito per tutti i fautori delle guerre e dei soprusi in nome della sopraffazione fine a se stessa. Dopo la visione sembra quasi possibile descriverlo con una delle frasi di Lessing, presa poi in prestito da un famoso spot. Ovvero possiamo parafrasare la frase sull’attesa del piacere con “L’attesa dei barbari è essa stessa barbara?”. Perché sì, alla fine dell’attesa e di quel che facciamo durante essa, i barbari siamo noi.
Anna Falcasecca
TRAILER UFFICIALE
Bionda, sarcastica, appassionata di regia e di viaggi cerca di unire le sue passioni scrivendo un blog di viaggi, sceneggiature (che stanno comode nei cassetti) e recensioni. Il suo motto è “Blond is a state of mind”, modifica continuamente idea e tiene i piedi in diverse scarpe, tutte rigorosamente tacco 12. Le uniche cose che non cambierà mai sono: Woody Allen e Star Trek, di cui è incallita fan.
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